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Pensieri di un papà

Cosa mi piace fare in casa, cosa non mi piace

Non sono un uomo di casa. Anzi, direi che in casa il mio contributo è minimo. Però ci sono alcune cose che mi piace fare e faccio, altre che non mi piace fare, ma faccio lo stesso, altre che non mi piace fare e non faccio e altre ancora che mi piace fare e che non faccio.

Cosa mi piace fare e faccio: la spesa (sono l’uomo della spesa, adoro girare per scaffali e scegliere cosa portare a casa, trovare l’offerta migliore, scegliere con attenzione la cassa in cui c’è meno fila e poi puntualmente rimanere bloccato perché quello in fila prima di me ha un problema vedendo che la fila accanto scorre che è un piacere). Andare alle riunioni di condominio (ieri c’è stato il debutto a quella della casa nuova. Fare il pettegolone insieme alle vecchiette del palazzo è uno dei piccoli piaceri della vita). Dar da mangiare al gnappo (ormai abbiamo preso il ritmo e un cucchiaio io e un cucchiaio lui, sto mettendo su chili).

Cosa non mi piace fare e faccio lo stesso: portare giù la spazzatura (è incredibile quanta rumenta riusciamo a produrre. Soprattutto plastica, ma anche carta. Il vetro in crescita con gli omogeneizzati del gnappo. E poi quei fetentissimi sacchetti con dentro i pannolini sporchi di cacca. Una bomba chimica che in ascensore è impossibile portare. Meglio prendere le scale). Pulire i pavimenti (di solito ci dividiamo i compiti io e Anna. Lei spolvera e pulisce i cessi, io passo l’aspirapolvere e il mocho. Non mi piace farlo, ma per non avere capelli che girano per casa come cespugli nel deserto americano ogni tanto mi tocca).

Asciugare il vetro della doccia (da quando abbiamo cambiato casa Anna mi obbliga a farlo con questa minaccia: “Vuoi cambiare il cristallo della doccia tra 5 anni con tutto quello che c’è costato perché il calcare non viene più via?”. “No, per carità!”. E così, a malincuore, mi adeguo). Alzarmi di notte se il gnappo piange (diciamo che lo faccio per un buon 70% del totale delle volte che si sveglia. Il fatto è che Anna non lo sente subito. Io invece appena fa uè scatto giù dal letto).

Cosa non mi piace fare e non faccio: pulire i cessi (quello è compito di Anna, piuttosto pulisco i pavimenti e la polvere, ma i bagni io non li pulisco. Ovviamente cerco di tenerli puliti durante l’uso e se non centro il buco – capita anche ai migliori – pulisco subito dopo). Stirare (non sono capace e non imparerò mai. Il bello è che neanche Anna stira. Risultato: pantaloni, polo e magliette che si autostirano sullo stendipanni. Certo, come no. E qualche camicia portata in tintoria oppure d’inverno messa stroppicciata sotto il maglione. Tanto chi se ne accorge?). Cambiare il pannolino ripieno di cacca del gnappo (il 90% delle volte lo faccio fare ad Anna. Non che non lo sappia fare, ma col passare dei mesi ho perso un po’ di entusiasmo. Se fa la cacca lo do in braccio a lei. “Pensaci tu, grazie”).

Cosa mi piace fare e non faccio (quasi) più: bè, ce ne sono un casino. Leggere il giornale a letto ad esempio o un libro prima di addormentarmi. Ormai è diventato un lusso. Il più delle volte, se abbiamo le forze, ci mettiamo a parlare un po’ nel lettone come ai vecchi tempi. Ma anche questo è un lusso. Quando tocchiamo il cuscino siamo talmente stravolti che spegniamo la luce quasi subito. E poi andare a correre (e quando trovo il tempo?), andare a una mostra o a teatro, uscire da solo con gli amici e ubriacarmi. Trombare l’ho già detto? Ah, ecco.

 

Di Fede

Blog di un papà imperfetto