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Pensieri di un papà

Coinquilini miei

Ieri c’è stato un momento revival con i miei ex coinquilini. E’ dal gennaio del 2010 che non viviamo più insieme, da quando, per andare a convivere, ho abbandonato il mio vecchio appartamentino su due piani in condivisione che ha visto tante e grandiose feste con gnoccame vario.

Pian piano sono andati via da quella casa anche gli altri tre, e due di loro sono tornati nello loro città, uno a Vicenza e uno a Taranto. Ieri ci siamo trovati per una pizza visto che erano tutti a Milano per lavoro. A un certo punto, tra una chiacchiera e l’altra, mi sembrava di essere in un film. Uno di quei film alla Pieraccioni in cui c’è la voce narrante che racconta la storia dei singoli personaggi che vengono inquadrati in primo piano, prima che parta il flash back. Forse l’ho vista ne “I Laureati”, o forse me la sono inventata…

…erano ancora insieme, uniti, dopo cinque anni di vita passata sotto lo stesso tetto, a condividere il cesso, le cene tirate su alla bell’e meglio, le serate accese di dibattito politico davanti a “Porta a Porta”, i calzini e le mutande scambiati dopo la lavatrice che chissà perché riuscivano sempre a mescolare. E poi le mattine rincoglioniti davanti al caffé dopo la seratona in discoteca, o dopo le tante feste per le quali ancora li riconosce gente che non hanno mai visto.

Ormai non si vedono quasi più. Quante volte all’anno? Boh, si possono contare forse sulle dita di una mano. Stasera però ci sono, sono loro. Seduti a un tavolo, davanti a una birra. Ognuno con le sue storie, con le sue strade che ha preso dopo quel periodo post università passato insieme. Si lavorava certo, ma era un po’ come se fossero tutti ancora studenti. L’obiettivo era uno, forse due: alcol e fighe. Forse il primo finalizzato al secondo. Semplice, onesto. Poi pian piano ognuno ha trovato la sua. L’amore, a volte, è in competizione con l’amicizia. Anche se la vera amicizia rimane per sempre. Bisogna fare delle scelte: crescere un po’ o rimanere adolescenti.

A volte è la stessa vita che ti sceglie. Come per Davide. Lui, il creativo, con un’inutile laurea in comunicazione. Quando c’era da portare delle amiche era il numero uno. E che amiche. Tutte simpatiche, graziose, di compagnia. Tipe giuste insomma. Lui avrebbe voluto fare sempre quella vita. Poi, una sera, diede l’annuncio, quel 19 marzo, pochi giorni dopo il suo compleanno: “Dovete farmi gli auguri oggi”, disse. “Ma non per il mio compleanno, per San Giuseppe… oggi è la festa del papà”. Bam. Da quel momento gli altri capirono che la loro vita a quattro non sarebbe stata più la stessa. Ora vivono felici a Vicenza. Lui ogni tanto torna a Milano per lavoro e si diverte come un tempo con gli amici 40enni single. Non si è ancora sposato e probabilmente non lo farà mai.

Davide fu il terzo ad arrivare in quella casa dopo Federico e Alberto. Al primo appuntamento subito si rollò una canna. Che personaggio. Fede invece non fumava, beveva il giusto. Anzi, forse meno del giusto. Si devastava solo in alcune occasioni. Come a quella festa di Halloween dove rimase per tutta la sera svenuto per terra vicino al cesso del piano di sopra. E’ stato il secondo ad andare via, per andare a convivere con Anna, una delle amiche di Davide, conosciuta a una festa di Natale. Poi si è sposato e ha avuto un figlio. Ha comprato casa e vive a Milano. Va sempre in scooter, come allora.

Poi c’è Alberto, che lavora in radio e altre mille cose. Condivideva la camera con Fede, ma a un certo punto è andato a convivere con la sua ex. Gli altri sapevano che non avrebbe mai funzionato. Lei era una stronza. Per fortuna si sono lasciati e lui adesso è fidanzato con una tipa sveglia e si è riscritto all’università. Si voleva sposare l’anno prossimo, ma prima sta cercando di comprare casa. Non riuscendo a fare due cose contemporaneamente, hanno deciso di rimandare le nozze a data da destinarsi.

Matteo è l’ingegnere del gruppo. Una volta per cambiare una lampadina si mise a disegnare uno schema su un foglio. Arrivò la fidanzata di Davide e la cambiò in un secondo, mentre lui ancora cercava di capire se l’impianto elettrico fosse collegato in serie o in parallelo. Era sempre in giro con i colleghi con cui usciva tutti i week end: erano una vera e propria “cumpa”. Di loro, una ventina di “fuori sede” tra colleghi e fidanzate, a Milano ne sono rimasti solo due. Pranzi, cene, gite fuori porta. Erano sempre a mangiare. Un vero gruppo. Matteo è il più romantico dei quattro. Dopo aver avuto un paio di fidanzate che lo hanno fatto soffrire si è messo con una della sua città. Mogli e buoi… Per lei l’anno scorso ha lasciato Milano, la casa, il lavoro, per tornare nella loro città a vivere insieme.

Ora sono qui, tutti a cena, come una volta. C’è anche il vino, che ha ordinato Davide per fare un brindisi. “Agli sposi”, dice, alzando il bicchiere verso Alberto che anche se non ha deciso la data, si dovrebbe sposare nel 2013. “Grazie”, risponde a sorpresa un imbarazzato Matteo. “Ci sposiamo il prossimo 25 maggio, siete tutti invitati”, aggiunge, lasciando tutti di sasso.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto