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Pensieri di un papà

Carnevale, come vestire un bambino di un anno?

mosca travestimentoEcco, mi sento un’altra volta un papà degenere. Perché? Siamo a carnevale e tutti mi chiedono come vestiremo il gnappo. Vestire il gnappo? Ma c’ha 13 mesi! E facciamogli prendere un po’ più di consapevolezza! Fategli almento dire “mamma” identificando quelle due sillabe con la persona che lo ha generato! Un minimo dico, non tanto.

E invece amici (e un po’ anche Anna) mi mettono pressione sul far mascherare il pupo a carnevale. Che poi, da cosa lo vesto? Da puffo? Da Cucciolo dei 7 nani? Da drosofila melanogaster aka moscerino della frutta? E poi perché? Per fargli le foto da mostrargli quando sarà grande o per farci noi quattro risate nel vederlo in casa? Perché ovviamente mica andiamo a vedere i carri allegorici a Viareggio né in giro in piazza Duomo a Milano. Preannunciano neve! Eh.

Ma no, il carnevale è più una cosa da grandi: schiuma da barba e cacca spray alla mano con cui inseguire le tipe che ti piacciono. Quello per me è lo spirito del carnevale. Mica stelle filanti e coriandoli. Anche se, in effetti, andando un po’ più indietro con la memoria, quando ero piccolo io e la casa si riempiva di maschere, non era male. E neanche quando i miei mi vestivano da superman all’asilo per dire la poesia di carnevale che iniziava con “Ecco a voi le mascherine…”.

Oltre a quello ho avuto solo un altro vestito, quello da Zorro che ho messo il primo anno delle elementari e poi basta.  Da lì in poi non mi sono più travestito. Potrei però recuperare adesso, di notte, magari per arrotondare un po’ lo stipendio…

Va bè, dopo la festa “triste” del primo compleanno del gnappo, mi preparo psicologicamente al suo primo carnevale senza maschere né coriandoli. Anche perché, dove li lanciamo? In casa? see così poi mi tocca raccoglierli! Ok, se volete farmi sognare (e infierire) raccontandomi un po’ delle vostre super feste di carnevale per i nani fate pure. Io, come mi succede prima di Natale, aspetto con impazienza la Quaresima.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto