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Sesso, questo dimenticato

De castitate, ovvero il mio amico immaginario

nirvanaMi sono accorto che l’ultimo mio post nella categoria sesso risale al 9 dicembre 2012. Non è un buon segno. Non lo è neanche il fatto che non mi ricordi più quando è stata l’ultima volta in cui ho praticato questa attività ancestrale che ha permesso alle specie di riprodursi nei millenni, nonostante la gemmazione o la partenogenesi fossero sicuramente metodi più pratici, sicuri e meno impegnativi che la natura avrebbe potuto utilizzare per la sua riproduzione.

Sta di fatto che ormai il Nirvana è a un passo da me. Sto raggiungendo vette di ascetismo da far invidia a un fachiro cambogiano in questo periodo quaresimale che facilita e nobilita i fioretti. Ma non è solo questo. E’ una serie di cause/conseguenze difficili da spiegare. Stanchezza, sonno arretrato, brevi periodi di assenza, ogni tanto qualche litigata, la sera papabile che però mica puoi farlo a comando, il ciclo.

Eh sì. C’è anche quello. Che all’inizio della nostra relazione non era un problema (manco fossimo i due protagonisti giapponesi de “L’Impero dei sensi”), ma poi poco alla volta, giustamente è diventato un tabù. E che diamine. Ci mancherebbe. Ma se prima era di pochi giorni, da quando c’è il gnappo è diventato di almeno una settimana intera.

Quindi su 30 giorni ne togli 7. E siamo a 23. Su 23 giorni io in almeno 7, per lavoro, torno a casa a notte fonda. E siamo a 16. In 16 giorni almeno la metà siamo stravolti. E in altri o si va a letto troppo tardi, o siamo scazzati, o magari, come è successo la settimana scorsa, Anna è dai suoi (ma questo capita abbastanza raramente). Oppure, anche questo ogni tanto capita, uno dei due c’ha le balle girate. Così, senza che tu te ne accorga, ritorna il ciclo e c’hai un’altra settimana di stop forzato in cui se è inverno ti butti nella neve, se è estate provi ad autoflagellarti con un’ortica.

E fai presto a far passare un mese senza batter chiodo. E quasi quasi ti ci abitui a quest’infallibile metodo concezionale che è la castità. Totale, senza più sogni erotici e polluzioni notturne. E alla fine ne sei anche soddisfatto perché comunque, da uomo, riesci per una volta a ragionare con il pisello cervello. E a provare quella sensazione strana in cui ti sembra di riuscire a dominare i sensi e il tuo migliore amico ormai è diventato un amico immaginario. Insomma, pensi, ci sono cose più importanti nella vita! Chi si accontenta gode? Così così.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto