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Pensieri di un papà

Quindici mesi, affacciati alla finestra

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Il gnappo sta diventando un vero ometto. Nell’ultimo mese, complice uno sciroppo datogli dal pediatra “a pagamento” (dove lo abbiamo fatto visitare su consiglio di un’amica visto che quella della mutua è impossibile trovarla) ha recuperato un po’ di crescita. E’ sempre piccolino per essere un bambino di 15 mesi. Ha più l’aria di un cicciobello che di un nano della sua età, ma sta facendo progressi.

Ormai cammina da solo. Non che vada spedito, però, dopo gli ultimi esercizi che gli ha fatto fare la nonna, riesce a farsi tutta casa a due zampe. E’ pigro, quindi bisogna farlo stare su apposta, altrimenti lui gattonerebbe sempre. Però a camminare “come i grandi” si diverte una cifra e ride. Poi ultimamente (non lo dico mai troppo forte) sta dormendo di più. Ovviamente non vale per quando ha i denti (anche qui siamo indietro, solo quattro e ne sta spuntando un quinto) oppure quando è ammalato. Come adesso, che è a casa con 38.9 di febbre per una brutta ricaduta.

Eh sì, stavolta è colpa nostra. Si era ammalato giovedì, durante il Salone del Mobile, dopo tre giorni, domenica, visto che la febbre non passava gli abbiamo dato l’antibiotico. Lunedì e martedì è stato a casa sfebbrato e mercoledì lo abbiamo rispedito all’asilo tutto il giorno. E alla sera la febbre era tornata. Più forte di prima. Mannaggia. Oltre il danno la beffa visto che fuori ci sono 30 gradi, giornate semi-estive e noi chiusi in casa da una settimana, week end compreso. Grrrr.

I progressi negativi invece riguardano il suo bel caratterino. Che lo porta a sclerare non appena non gli riesce una cosa. Adesso c’ha la fissa di prendersi il cibo da sé con il cucchiaio. Ma nel mentre noi lo imbocchiamo se no famo notte. Se non ci riesce a volte c’ha il gesto di stizza e lancia via il piatto. Manco fosse un greco al ristorante. Oppure quando gli dici di non fare una cosa (tipo toccare la pianta, la tv, o la libreria) e lui lo fa apposta per farti incazzare. Piccolo stronzetto. O ancora quando dà gli schiaffi in faccia. Sto vizio non lo perderà mai.

Ma poi si fa un sacco di risate, fa il simpaticone e il paraculo allo stesso tempo. Anche se di base rimane un coccolone, uno che deve sempre stare addosso. Talis pater… Non parla ancora (ogni tanto dice “mamma” a caso), ma fa dei gran gesti, in particolare quello di allargare le braccia dicendo “O!”. Del tipo: “Cos’ho fatto? Non sono stato io!”. E poi gli piace guardare dalla finestra. Un casino. Si mette là, in camera sua e guarda la gente che passa per strada, le macchine, gli alberi. Gli piace più la finestra della tv. Ci passa delle mezz’ore sbavando i vetri. E nel mentre noi riusciamo a leggere o a lavorare un po’. Non vedo l’ora che guarisca. Questo inizio di primavera è quasi peggio dell’inverno. Il caldo non piace solo a me, vedo che anche i virus lo apprezzano.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto