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Pensieri di un papà

Il ciclo fantozziano

nuvola fantozziE’ partito il countdown per il matrimonio dell’anno. Quello in Puglia del mio ex coinquilino. Ancora non sono entrato bene nel mood, ma non vedo l’ora arrivi la fine di maggio visto che dopo il matrimonio attaccheremo quei quattro giorni per tornare a fare i fidanzatini in vacanza, appaltando il gnappo ai nonni. Ho proprio voglia di mettere piede in terra salentina per questa zingarata. Io, Anna, i miei ex coinquilini e le loro fidanzate riuniti in una villa davanti al mare, per giunta a scrocco visto che è gentilmente concessa dallo sposo.

Dopo il matrimonio gli altri torneranno a casa e la villa sarà tutta per noi due. Mare, giri per le città, cene, aperitivi sulla spiaggia e dopocena… bè, magari provare a mettere fine alla prolungata astinenza che viene interrotta più o meno come quando vinco al Superenalotto.

Ma c’è un intoppo. Il classico intoppo che capita a tante donne, proprio quando vanno al mare. O in vacanza. O ai matrimoni. O quell’evento importante in cui essere belle e soprattutto in forma è fondamentale. E allora tu già pensi a quel momento con entusiasmo, impazienza. Poi fai due conti. Come 2+2. E pensi che con tutti i giorni del mese, proprio in quelli ti devono venire.

Eh sì, esattamente in quella settimana. Manco fosse la nuvoletta di Fantozzi. Proprio in quei giorni. Forse il giorno prima del matrimonio. Per il quale Anna ha comprato un vestito apposta. Aderente ovviamente. Tanto da far vedere il segno dell’elastico laterale del perizoma se non lo tiri un po’ sopra i fianchi. E dov’è il problema? Tanto hanno inventato quelli interni… Mah, io non li ho mai messi, ma immagino che la libertà sia un’altra cosa, non come dicono alla pubblicità.

Che poi oltre al danno la beffa. Anna è sempre stata una irregolare. Ritardi da cardiopalma. Tanto da comprare il test di gravidanza. Sempre negativo, tranne una volta, ça va sans dire. Quella in cui eravamo più tranquilli. Te pareva. Adesso, dopo la gravidanza, è un orologio svizzero. Puntuale come la banca che ti viene a prendere i soldi del mutuo sul conto. Prima tra l’altro, le uscite erano di solito contenute. Adesso no. Abbondanza. Flussi gaussiani. Cascate del Niagara. Come una 14enne. Nei primi giorni, altro che Intervallo. Quelli del post parto ci vorrebbero.

E poi siamo al mare. Spiaggia e mare. Ma volevamo girare le città, quindi su e giù dalla macchina per giunta. E hai voglia tu a fermarti in un bar per fare il “cambio gomme”. Quanti caffè mi dovrei bere. E le nostre notti di fuoco? Salteranno pure quelle. Perché, passi il vestito, passi il mare, ma anche se si dice “le sue cose”, diventano le “nostre cose”. Cose nostre, perché “certe cose” si fanno in due e quando ci sono, queste “cose” non si fanno. Sigh. Ho sentito coppie litigare su dove andare in vacanza proprio perché la settimana di ferie coincideva con quel periodo. Perché è un classico. Come un film di Totò o di Don Camillo su ReteQuattro d’estate.

Soluzioni? Io ho pensato a queste: 1) la macumba sperando che anticipino o ritardino di almeno una settimana. Difficile. 2) Rimanere incinta. Gliel’ho proposto. Funzionerebbe al 100%. Mmm, no, diciamo che in questo caso il fine non giustifica i mezzi. 3) Prendere apposta la pillola. A parte la soluzione drastica che entrambi vogliamo evitare, tra l’altro prendendola adesso non funzionerebbe neanche. Sarebbe troppo tardi. 4) Incrociare le dita dopo la macumba. Vedi punto 1). Credo sia l’unica soluzione. E portarsi in valigia un bel po’ di tamponi con cordicella. Ah, ovviamente, in aereo, abbiamo solo il bagaglio a mano.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto