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Tagliamoci le vene

Caro gnappo ti scrivo

caro figlio ti scrivoCaro gnappo,

          oggi tu compi due anni. Devi sapere che il tempo è relativo. Ad alcuni due anni possono sembrare tanti, ad altri invece pochi. A me il tempo sembra sempre fuggire via troppo in fretta. Non fai “in tempo” (appunto) a goderti un momento, che quello è già passato. Ma è giusto così, altrimenti sai che palle?! Lo scopo del gioco è vivere ogni attimo. Fosse facile.

Due anni. Come dice la mamma è “una bella età”. Lei lo dice perché tu adesso non hai pensieri, sei sempre gioioso e contento. Ridi sempre. Chi ti vede ogni tanto ti chiama il “bambino più felice del mondo”. E in effetti lo sei. Emani felicità. Una felicità contagiosa. Ed essere vicino a te, giocare con te, fare tante cose con te è bellissimo.

Due anni sono sicuramente una bella età. La mamma ha ragione. Ma io ci vedo anche delle piccole responsabilità, che purtroppo o per fortuna, che tu lo voglia o no, ti accompagneranno per tutta la vita. Ogni giorno ci sono nuove cose da imparare, a casa e all’asilo. Ecco, ad esempio andare all’asilo è già una bella responsabilità per te. E quando ci entri tutto felice, magari mano nella mano a qualche tuo amico, è davvero una grande soddisfazione per noi. Ok, ogni tanto piangi perché non vuoi entrare, ma è normale. A tutti capita di avere le balle girate, non ti preoccupare.

Quando ti vengo a prendere ogni tanto (più spesso lo fa la mamma) e ti vedo corrermi incontro felice, mi si apre il cuore. Come quando mi abbracci le ginocchia, magari facendoti un po’ male, perché di corsa ci sbatti contro la testa. Ogni giorno con te è un fantastico giorno. Anche quando fai i capricci perché è la tua giornata no?? Ma sì dai. La pazienza ogni tanto ci scappa, tu ti fai il tuo pianto (com’è difficile far scendere quelle lacrime, sei uno orgoglioso oltre che permaloso!), ma dopo poco torna il sereno. Non sono questi i problemi della vita. In questo ha ragione la mamma: “Due anni sono proprio una bella età”.

Due anni. Pochi e tanti. Per me, come ti dicevo, già tanti. Sai che io a 18 anni mi sentivo vecchio? Sono seghe mentali mie, non preoccuparti. L’importante è darmi ragione, come si fa con i matti. Però tu già a un anno mi sembravi grandissimo. Ma anche a sei mesi. Ecco, diciamo che mi sembravi piccolo i primi tre mesi, quando prendevi il latte dalla mamma tantissime volte al giorno e poche (per fortuna) la notte.

Però è anche bello vederti crescere. E’ la cosa più bella del mondo. Giuro. Non mi sembra vero. (Non so perché ma in questo momento mi sono commosso, sono un papà già rincoglionito a 32 anni, pensa quando sarò vecchio!). Guardarti negli occhi, ascoltare la tua vocina squillante. Lasciarmi conquistare dai tuoi sorrisi disarmanti. Annusarti. Abbracciarti. Baciarti. Dormire ogni tanto con te sul lettone (ma solo per i nostri pisolini di pomeriggio, perché tu russi!). Giocare con te. Anche arrabbiarmi a volte con te.

Sai che di notte ancora ci dobbiamo svegliare almeno due volte perché tu ti lamenti in camera tua? Guarda che se ancora non ti abbiamo abbandonato in un campo rom, vuol dire che ti vogliamo proprio bene! Ecco, sul sonno possiamo migliorare. Ma anche qui hai preso da me. La mamma dice che sei un po’ una mia fotocopia. Lo dice per i difetti ovviamente. Ma un po’ per tutto in generale. Soprattutto per il carattere. Insomma, anch’io sono uno agitato. Prima che tu arrivassi non dormivo di mio. Almeno adesso ho una ragione per non farlo. Anzi, per dirla tutta, tu hai risolto definitivamente i miei problemi di insonnia.

Ok, la faccio breve. Perché ti potrei scrivere per ore (ma il tempo passa veloce, bisogna viverlo in altri modi, non stando troppo davanti a un computer!). Forse un papà che scrive a suo figlio dovrebbe dargli dei consigli, come hanno fatto quelli della foto sopra. Io non te ne voglio dare qui. Perché credo te ne darò anche troppi. Te ne suggerisco solo uno: non perdere mai il tuo sorriso. Neanche tra 10, 12 o 50 anni, quando la vita sarà un po’ più difficile di adesso e la mamma non dirà più “che bella età…”.

Se sorridi la vita ti sorride. E’ una frase fatta, ma è vero. A patto che il tuo sorriso sia autentico. E il tuo lo è. E’ quanto di più vero ci sia. (Anche se hai già imparato a fare i sorrisetti da scemetto eh, piccolo nano da giardino, ma quelli si riconoscono benissimo). Hai capito che dagli altri si ottiene di più con un sorriso che non con un pianto. Sei troppo avanti.

Per i tuoi due anni ti auguro quindi altri duemila sorrisi. Anzi duemila milioni di sorrisi. Che la tua vita sia sempre un sorriso, come quelli che ci regali tu ogni giorno. Tanti auguri.

Papà

p.s. proprio ieri notte ti ho sentito ridere nel sonno. Mi hai svegliato ovviamente, ma mi sono subito riaddormentato.