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Tagliamoci le vene

R-esistenza

FragoleSono giorni strani questi. Belli, ma strani. Quei giorni in cui provi tante emozioni, tutte diverse. Alcune piacevoli e altre meno. Maggio è sempre stato il mio mese preferito. Le giornate si allungano, la primavera è arrivata da un po’. Sui banchi del supermercato si trovano già le prime pesche. Ma ci sono ancora le fragole, segno che l’inverno è ormai alle spalle.

Si sta sospesi, tra la stanchezza di ogni giorno, il lavoro, lo studio, la mancanza atavica di sonno. Giorni intensi, a volte sulle montagne russe. Gioia, risate, lacrime, entusiasmo, fatica, serenità, paure, tristezza, dubbi, certezze. Mettetele tutte insieme e frullate. Diluitele in 24 ore e agitate, non mescolate.

Il funerale del papà di una cara amica del liceo, i preparativi di un’altra nostra compagna di classe per il suo matrimonio in trasferta. La morte di un conoscente, troppo presto. La vita che bussa alla porta. La telefonata con un mio ex coinquilino per sapere come va. Sapere che suo figlio è nato tre mesi prima del termine e che ora è in terapia intensiva. Sentirlo comunque tranquillo al telefono. Pregare per lui perché il piccolo ce la faccia e non abbia danni. Sapere che prega anche lui, anche se finora non aveva mai creduto in Dio.

E poi tenere duro al lavoro, cercando di non farsi sopraffare dalla stanchezza. Non fermarsi un attimo dalla mattina alla sera. Mettersi a studiare per cercare di dare qualche esame a giugno. Lavorare con Anna a un progetto premiato. Conoscere nuove persone. Andare al parco col gnappo e sentirsi come a casa. Ridere con lui, baciarlo, sottoporre la propria pazienza a un allenamento strong.

Temere di non riuscire a star dietro a tutto. Ma guardare comunque avanti. E sentirsi fortunati. Resistere. Perché chi ha avuto tanto deve dare tanto. Pensare. Scrivere. Ringraziare.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto