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Io lei e l'altro

Ancora risvegli, ma lui è sempre in forma

duracell suppostaIl gnappo ha una strategia per rimanere figlio unico: vuole eliminarci fisicamente. Forse ha intuito che non resterà a lungo il reuccio di casa e, prima di attentare alla salute del fratellino dopo la sua nascita, cerca di risolvere il problema alla radice. Via il dente (cioè i genitori) via il dolore.

Veniamo da una serie di notti con infiniti risvegli. Se prima la scusa erano i molari da mettere (sbavava come un cammello con pozzanghere di bava sul pavimento in ogni dove), adesso il motivo ci è ignoto: non c’è caldo, non c’è freddo, i denti dovrebbero essere a posto, di giorno è sereno come una Pasqua (tranne durante i suoi scleri quando gli si dice no). Insomma, di notte non trova ancora pace, e noi con lui.

Chiama la mamma. Di continuo: “Mammaaaaaa, mammaaaaaa!!”. E va avanti così fino a quando non si addormenta. Poi si sveglia e la richiama. A volte dice anche “no”. “Nooo! noooo!”, nel cuore della notte. Forse sogna, anche perché se gli parli non è proprio sveglio. L’unico modo che ho per calmarlo è dargli l’acqua quando la vuole (per farlo bere, non in faccia per svegliarlo), dargli la mano o accarezzarlo.

Stiamo facendo a turno. La notte inizia sempre sperando. Ma chi visse sperando si svegliò imprecando, quindi, dopo i primi due risvegli capiamo che aria tira e facciamo scattare la pratica brandina andando a dormire in camera sua. Stanotte è toccato a me. Lui ha inserito il timer: appena riuscivo a prendere sonno, tac, si metteva a gnolare. L’ultima volta si è svegliato alle 6.40. E ci è voluto del bello e del buono per rimetterlo tranquillo. Poi alle 8 Anna lo ha svegliato per portarlo all’asilo e, come sempre, servivano le cannonate per tirarlo giù dal letto. Visto che avevo ancora un’ora di sonno da sfruttare a mio favore, sono caracollato in camera nostra buttandomi sul lettone a pelle di leone.

Difficile è anche la fase addormentamento. Abbiamo cambiato tecnica. Se prima stavamo in camera con lui, con canzoncina, tenendogli la mano, al buio, fino al suo crollo nelle braccia di Morfeo (durata dell’operazione dalla mezz’ora all’ora buona), da qualche giorno adesso si fa così: gioco dopocena, lavaggio denti, cambio sul lettone di maglietta + pannolino per la notte (di giorno per fortuna non serve più), lettura di un libro a scelta, bacino alla mamma e al papà, messa a letto, canzoncina, cinque minuti lì con lui e poi altra buonanotte altro bacio prima di tornare a fare le nostre cose (tipo piatti, sistemazione della casa, nostra toeletta ecc.) lasciandogli la porta aperta.

Nel mentre lui chiama la mamma più o meno 200 volte. Dopo la 50esima la mamma va di là, gli dà un bacio e se ne va. Ieri però Anna era stravolta, ed è andata a letto poco dopo di lui. Così le ho chiuso la porta della camera (io ero ancora sveglio a studiare) e le ho proibito di uscire da quella stanza. Niente oh, lui è andato avanti a chiamarla per una buona mezz’ora, forse di più. Poi si alzava e veniva di là. E io a riportarlo a letto. E’ crollato verso le 11. Piccola vittoria di Pirro, perché dopo un’ora si è svegliato e sono dovuto andare di là io, intuendo l’ennesima notte insonne. Per sopravvivere l’unica tecnica è darsi il cambio.

So già quello che qualcuno starà pensando: chiama la mamma perché la mamma non lo ha addormentato e tu non gliel’hai fatta vedere. Alt. Chiama la mamma sempre, anche quando è lei che lo mette a letto, anche quando lei dorme di là da lui, addirittura anche le rarissime volte in cui viene nel lettone. Si sveglia e chiama la mamma, che è lì a un centimetro da lui.

Ieri stavo sclerando. E mi chiedo come possa avere tutta questa resistenza, perché anche lui la notte non dorme come dovrebbe. E infatti la mattina è catatonico. Ma se alla sera se io e Anna ci aggiriamo per casa come due zombie e non vediamo l’ora di toccare il letto, lui è sempre arzillo e di dormire non ne ha mai nessuna voglia. Non è mai stanco. Come faccia a essere così pimpante la sera, anche dopo una notte in cui continua a svegliarsi e una giornata di giochi prima, all’asilo, poi al parco e a casa, ancora non mi è chiaro. Ha le pile Duracell. Forse gliele mettono all’asilo, a mo’ di supposta.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto