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Il Bosco di Fede

L’albero di Mauro, da attore a clochard

Bosco di FedeMauro ha 60 anni ed è un attore. L’ho incontrato per la prima volta circa un mese fa davanti a una banca. Mi ha chiesto una sigaretta con modi gentili e ci siamo messi a parlare. Mi ha raccontato che si è trovato in strada dopo aver prestato dei soldi ad alcuni amici che non gli sono mai tornati indietro e dopo che la moglie gli aveva svuotato il conto in banca per andare con un uomo di 25 anni più giovane di lei.

Mauro da più di nove mesi vive per strada. Il suo indirizzo adesso sono le panchine di viale Lazio. Dorme riparandosi sotto il tetto della casupola di uno scivolo per bambini. Chiacchiera con la gente che incontra, a cui regala un sorriso e uno dei suoi monologhi. Mauro non si lamenta mai. Nonostante la condizione temporanea di clochard, dice che è riuscito a trovare il lato positivo anche in questa difficile esperienza. La gente del quartiere gli vuole bene e lui vuole bene alla gente.

Al mattino pulisce la zona dei giochi per i bimbi dai vetri delle bottiglie rotte, lasciati dai giovani della movida la notte prima. “Gli spazzini arrivano alle 11, ma i bambini sono qui a giocare già alle 9 e mezza”, mi ha detto. Una notte ha soccorso una ragazza sola e ubriaca che vomitava in un’aiuola. Le ha fatto bere dell’acqua per farle passare la sbornia, poi ha chiamato un taxi e le ha pagato di tasca sua la corsa. Lei non riusciva neanche a parlare. Ha scoperto l’indirizzo da dire al tassista dalla carta di identità. Invece di lamentarsi e chiedere aiuto è lui che aiuta gli altri.

Ho avuto la fortuna di parlare con Mauro altre due volte. L’ho raggiunto in viale Lazio per farmi raccontare la sua vita. Dopo aver lavorato una vita a teatro e al cinema, adesso sta lavorando a un nuovo spettacolo “Teatro, istruzioni per l’uso” che debutterà nel prossimi mesi con un tour in giro per l’Italia. Non vede l’ora di tornare a lavorare per potersi pagare finalmente l’affitto di un monolocale e tornare a dormire tra quattro mura. Quando ne parla i suoi occhi azzurri si accendono di speranza.

Ieri sera abbiamo cenato insieme. Abbiamo parlato di tante cose. Ho ascoltato le sue storie di vita e gli ho raccontato le mie. Poi mi ha dato un po’ di consigli di scrittura creativa, appuntando su un foglio uno schema su come scrivere un libro. Abbiamo parlato anche di fede. Mauro riesce a parlare di Dio alla gente in modo semplice, delicato e profondo. Riesce a pregare insieme ai suoi “colleghi” clochard di tutte le religioni. Da un male è riuscito a tirare fuori un bene, vivendo in prima persona la logica paradossale della Croce.

Ho parlato a Mauro del blog e gli ho spiegato cos’è il Bosco di Fede. Gli ho chiesto se gli andava di piantare il suo albero e lui ha accettato volentieri. Non ha il computer e così mi ha fatto un videopost, seduto su una panchina verde che ormai è diventata per lui la poltrona del salotto di casa. Nonostante le prove della vita Mauro non ha perso la speranza. Trasmette gioia e serenità alle persone che incontra. Non chiede e non vuole soldi e regala a chi incontra un sorriso e una parola di conforto.

Ecco il suo albero. Un messaggio “non di speranza, ma di certezza”. Un messaggio di amore.

“Allora, ci vuole un attimo a finire per strada. Ti rubano i soldi, ti succede una disgrazia. Ma si può andare avanti, sempre e comunque. Come dicono i nostri fratelli buddisti, ‘ogni cosa contiene al suo interno il suo esatto contrario’. Vale a dire, chi ci dice che il signore che passa dietro di me in automobile in questo momento vince 2 milioni e 800mila euro e non lascia la moglie e magari, esagerando, si va a comprare tre ragazzine minorenni in Thailandia… E chi mi dice che questa esperienza per strada sia stata per me negativa. Assolutamente no. Io do con tutto il cuore questa testimonianza: io non mi sono mai sentito così amato. Sono stato nudo. Nudo. Mi sono trovato nudo senza un centesimo in tasca con due borse addietro. Nudo. Ecco, proprio come dice, mi pare di ricordare, il vangelo di Matteo, quando Gesù chiama i suoi apostoli e gli dice: ‘Via i sandali, via la cintura, via la bisaccia. Vai, andate in mezzo alle persone, vedete’. Ecco io in questo momento sono senza sandali, senza cintura, senza bisaccia. Ma mai come in questo momento il mio cuore è così vivo, è così pieno… Io non prego per me, perché Lui, il mio papà lassù, prego, chiedo a lui di poter intercedere per le persone che amo. E sono tantissime. E a volte passo la notte intera in bianco. E tanti mi amano. L’amore, l’amore. Se non abbiamo amore non abbiamo un beato nulla di nulla ragazzi. E’ un messaggio non di speranza… non di speranza. E’ un messaggio di certezza: che se perdiamo la nostra anima perdiamo noi stessi. Dolce notte a tutti”.

Se volete aggiornamenti di Mauro e dei suoi progetti li trovate su Facebook a questa pagina. Per piantare il vostro albero nel Bosco di Fede la terra è qui.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto