Categorie
Pensieri di un papà

Non abituiamoci alle cose belle

libretto matrimonio chiesa nozzeEd è passato un altro anno. Il quarto, dal giorno in cui ci siamo sposati. Mi sono andato a risentire la predica del frate che ci ha sposato. Un mio amico aveva registrato tutta la cerimonia e mi ha regalato il cd. L’ho riascoltato e sbobinato.

Festeggeremo l’anniversario a cena, quando ci vedremo. Adesso siamo lontani (Anna è ancora col gnappo dai nonni, li andrò a prendere domani l’altro per il loro rientro definitivo a casa), ma da stamattina ci siamo mandati un po’ di messaggi e mail a tema (qualche foto assurda, qualche frase celebre…).

E’ da ieri sera che ci penso. Pensavo a quel giorno, al fatto che sia nato il gnappo e che “il nuovo” sia in arrivo. E ci pensavo anche oggi, mentre riascoltavo le parole di chi ci ha sposato…

Oggi siamo tutti contenti. Soprattutto Federico e Anna sono molto contenti. Oggi, come sicuramente negli ultimi tempi, forse non da subito, dall’inizio, quando vi siete conosciuti, avete pensato che la vostra felicità potesse realizzarsi insieme, in questo matrimonio, su questa vita. E di fatto è così, è il sogno di ognuno di noi, è il vostro sogno.

E tutti noi siamo qui e speriamo, e preghiamo, e vogliamo essere convinti che questo sia per sempre, per tutta la vita. Ci accorgiamo però che guardando gli uomini, guardando il mondo, guardando tutte le altre realtà di coppia, spesso non avviene così.

Per tutti sicuramente il giorno del matrimonio è il giorno più bello ed è il giorno che voglio di più e voglio che duri per tutta la vita. Ma a volte non va così. Ecco allora, quello che voglio dire, questa è solo una promessa, è che c’è qualche cosa che può abbatterla o farla crescere. Possiamo esplicitarlo con la parola “tempo”: il tempo può annullare o far diventare più grande ciò che oggi stiamo vivendo. I posteri ce lo diranno…

Iniziate una nuova vita. Da oggi iniziate ad essere sposi, da oggi. Da oggi, come un bambino piccolo, dal concepimento, iniziate a vivere come sposi. E allora bisogna evitare, secondo me, almeno tre minacce di questo tempo: la prima minaccia è il fatto che ci si abitua. Ci si abitua a stare insieme, come ci si abitua a qualsiasi altra cosa, anche alle cose più belle di questo mondo. A un certo punto ci si abitua. Siamo fatti così, è il nostro istinto. Il tempo ci fa abituare.

E se ci si abitua – seconda minaccia, sicuramente collegata – ci si siede, ci si ferma, non si va più avanti. Insieme a questo, sicuramente, la terza minaccia da evitare, nel tempo, è il fatto che tendenzialmente l’uomo, anche il più santo su questa terra, tende a ripiegarsi su se stesso, a usare dell’altro per se stesso. Essere fondamentalmente egoista, quindi c’è anche questa terza minaccia del tempo. All’inizio magari non appare, non si vede, perché è molto facile donarsi all’altro quando si hanno sensazioni belle. Nel tempo bisogna continuare a risvegliare queste sensazioni altrimenti ci si abitua, ci si siede, ci si piega.

Come facciamo a sconfiggere queste cose? Il tempo oltre a queste minacce ci dà anche delle buone opportunità. La prima cosa per non abituarsi è continuare a conoscersi. Il salmo dice che “il cuore dell’uomo è un abisso”. Significa che l’uomo, nel tempo, con l’esperienza, col crescere e col passare degli anni, per quanto abbia di fondo un carattere, abbia formato una personalità, c’è sempre bisogno che ogni giorno vi conosciate. Vi fermiate qualche volta per vedere a che punto è la conoscenza di voi stessi, l’uno dell’altro. Seconda cosa, oltre a continuare a conoscervi, è il costruire. Fermarsi vuol dire: “Che cosa stiamo costruendo?”. Se oggi inizia il vostro amore, se oggi inizia questa nuova vita, ecco che allora c’è bisogno di farlo crescere questo amore, farlo maturare, farlo diventare grande.

Adesso ci si ferma ai primi anni quando è facile. Qui i vostri genitori che sono sposati da tutti questi anni sanno i passaggi di vita. Magari all’inizio è facile, quando poi il bambino diventa un adolescente, comincia a staccarsi, (io mi occupo degli adolescenti in parrocchia e conosco le fatiche delle famiglia) e allora bisogna continuare a costruire.

La terza cosa è il fatto che il matrimonio è una potenza d’amore, una potenza che abbraccia tutti. Non riguarda solo voi due, riguarda il mondo intero, riguarda i figli che avrete, riguarda le persone che conoscete, le persone che conoscerete. Riguarda tutti. E’ una potenza. Quando due si amano hanno bisogno di parlare con tutti. Esce. Per la loro vita il vostro amore si riverserà sugli altri. Insieme si crea una potenza, contraria al chiudersi. E solo nel tempo si può esprimere questa potenza. Il tempo dà o toglie, a voi la scelta.

Però vorrei dire ancora qualche cosa… Il vangelo di oggi: “Cercate piuttosto il Regno di Dio e tutto il resto ve lo darà in più”. Potreste sposarvi in qualsiasi luogo. C’è una differenza, abissale. Vuol dire in chiesa, sposarsi, che siete sposati anche con Lui. Siete in tre… e allora, eh, anche qui, bisogna mettersi e cominciare. Si comincia con oggi. I punti fondamentali, al di là di come possa essere il cammino di fede personale, tutti voi sapete che Federico e Anna hanno diversi accostamenti alla fede, c’è chi vive in un certo modo, c’è chi magari è più in difficoltà, distante. Poco conta questo oggi.

Ciò che conta è che oggi iniziate con Dio un cammino. Un cammino che ha bisogno di preghiere insieme, un cammino che ha bisogno di discernimento continuo, insieme, un cammino che ha bisogno di affidamento, continuo. Nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia. Non potete assolutamente fare forza per tutta la vita solo su voi stessi. E oggi voi siete qui anche a testimoniarlo.

Iniziate questo percorso comune qui, oggi. Ognuno con le sue capacità, ognuno col suo punto di fede, dove è arrivato. E per noi – come ultimo pensiero – è un impegno grosso. Siamo qui. Abbiamo fatto dei regali, faremo dei regali. La cosa più bella è che noi, dobbiamo essere consapevoli, che siamo custodi di questa coppia che oggi si sposa. E’ una cosa che riguarda tutti. Non è un fattore personale.

Noi, Federico e Anna. Noi siamo dei custodi, rispettosi, silenziosi, siamo custodi di questa coppia. Non solo i genitori, tutti quanti. Nella preghiera, nell’affetto, nell’amicizia, nella vicinanza, nella gioia e nel dolore, anche noi, insieme con loro. Chiaro “tra moglie e marito non mettere il dito”, questa è la prima cosa fondamentale… Ma noi oggi siamo anche testimoni – insieme ai testimoni – testimoni di questo matrimonio. Custodi. Dipenderà anche dagli altri, e anche dalla vostra capacità di affidarvi agli altri, che questo matrimonio vada bene, che questo matrimonio vada avanti.

Dicevo a loro qualche mese fa: “Nel tempo c’è la possibilità che, diventando vecchi, diventi vecchio anche il matrimonio”. In realtà dovrebbe essere il contrario. Tenendo presente quello che ho appena detto diventeranno sempre più giovani. Invecchia il fisico, si diventa brutti, ma l’amore cresce, diventa sempre più grande, e diventa sempre più fresco, diventa sempre più nuovo, diventa sempre più bello. E abbraccia tutti quanti. Sia lodato Gesù Cristo…

Ero con la mente a quel bellissimo giorno e ripercorrevo la strada che abbiamo fatto insieme in questi anni, quando un’altra mail di Anna dal titolo “Isee”, mi ha riportato alla realtà.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto