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Pensieri di un papà

l 10 peggiori risvegli di notte

sveglia risvegliUn’altra giornata da zombie per un’altra notte insonne piena di risvegli del gnappo. L’ennesima. Resistere, resistere, resistere è il grido di battaglia. E non è facile. Soprattutto quando non sai perché lui si svegli. Chiama la mamma, chiama me, frigna, non risponde quando gli chiedi se ha male da qualche parte. A due anni e otto mesi.

Non si dorme neancora. E anche oggi mi si incrociano gli occhi e il cervello fa fatica a connettere (già fa fatica di suo, figuriamoci quando  non dormo). Il nano ci ha tenuto in scacco. Piange, vuole bere, ha caldo, fa gli incubi, deve mettere i molari, sarcazzo che cos’ha.

Ma anche oggi devo reagire e dare un senso alla mia giornata. E sto pensando solo a questi fottutissimi alzatacce. Che vanno avanti da tanto, troppo tempo. Presto poi ne arriveranno altri grazie alle performance di The Second. Vabè, intanto pensiamo questi. A tutti questi maledetti risvegli che per un motivo o per l’altro mi tolgono il sonno. Ce ne sono di tutti i tipi. Ecco i peggiori.

1) Il risveglio prima della sveglia. Quando va bene è un quarto d’ora prima. Quando va male anche un’ora o un’ora e mezza. E’ pesante perché poi non riesci più a riaddormentarti. Ci provi ovviamente. Ma sai che tra poco suonerà la sveglia e ormai il sonno è bello che andato.

2) Il risveglio nel dormiveglia. Praticamente è l’opposto del risveglio prima della sveglia. Ed è altrettanto pesante. Hai abbandonato i pensieri della giornata, il respiro si fa più profondo, ti sei appena rigirato nel letto e ti sei messo nella tua posizione preferita. Morfeo è lì, a un passo, che ti corre incontro. I pensieri si stanno trasformando in sogni. Inizia a scendere un po’ di bavetta sul cuscino. “Mammmaaaaa”. Il gnappo si sveglia. vai da lui, torni a letto, e ricominci la procedura da capo. Che nel peggiore dei casi può andare avanti fino alle 2 o 3 di notte perché ormai hai perso il sonno.

3) Il risveglio nella fase REM. “They cried the other night, I can’t even say why”, cantava Michael Stipe in Daysleeper, una delle mie canzoni preferite. Loro piangono e io non so perché. Ma non so né dove né quando, se io sono già nella fase REM. Prima di realizzare chi sono, dove sono, perché esisto, passano almeno 30 lunghi secondi. Poi pian piano prendi coscienza. E lì per lì vorresti morire. Almeno così potresti dormire in eterno… Ti alzi, vai a vedere cos’ha il pupo (nel 90% dei casi non ha niente) e torni a letto. In questo caso di solito il riaddormentamento è quasi immediato. A meno che la pratica per far smettere di piangere il nano non si sia protratta troppo a lungo. In quel caso puoi rimanere sveglio altre 3 ore.

4) Il risveglio da pipì. Da qui in poi il gnappo non c’entra. Non sempre è sua la colpa dei miei risvegli. Se bevo un bicchiere d’acqua prima di andare a letto prima o poi mi devo alzare. La mia prostata non è più quella di una volta purtroppo. Sto invecchiando. E se bevo molto, o mangio il minestrone alla sera, un salto in bagno lo devo fare. E il risveglio non è mai piacevole. Senti che ti scappa, realizzi che non stai sognando e quindi non puoi fartela addosso come quando eri bambino. Pensi: “No, ma la tengo, la tengo, non ho voglia di alzarmi”. Ma la pressione nella vescica è ormai a livelli altissimi e rischia di esplodere. Rassegnato ti butti giù dal letto, per un mesto pellegrinaggio verso la tazza.

5) Il risveglio da pulizia delle strade/svuotamento dei cassonetti. Se non ci fossero gli spazzini (altrimenti detti operatori ecologici) bisognerebbe inventarli. Oppure fare tutti come i pesci pulitori dell’acquario. O anche non sporcare e non produrre rifiuti come si faceva una volta, quando tutto era riutilizzabile e  il resto si buttava nel camino. Impossibile. Quindi, per carità… Però il bordello che fanno sotto le mie finestre nel cuore della notte o all’alba è insopportabile. Soprattutto quando c’è da svuotare la campana del vetro. So che state facendo un lavoro utile alla società, ma in un orario più umano no?

6) Il risveglio da priapismo notturno. Mi capita ancora. E negli ultimi tempi sempre più spesso. Nel sonno mi sfilo i pantaloni del pigiama e le mutante e mi ritrovo nudo nel letto con effetto “tenda canadese“. Sempre nel sonno mi avvicino con movimento pelvico a mia moglie in cerca di qualcosa. L’altra sera le ho messo anche una mano sul sedere e l’ho pure svegliata. Io invece mi sveglio quando lei mi spinge via, quando realizzo che siamo nel cuore della notte, e soprattutto che non c’è trippa per gatti. Il peggio qui è andare alla ricerca delle mutande e dei pantaloni del pigiama e trovare il verso giusto per infilarseli al buio. Altrimenti la tenda canadese non scende. E con le mutande al contrario non riesco a dormire.

7) Il risveglio da polluzione notturna. E’ un corollario del risveglio numero 6. Di solito preceduto da sogno erotico. Sul più bello, mentre sei con una gnocca da cinema di solito molto disponibile (e il massimo è quando inconsciamente percepisci che è un sogno, e proprio perché è un sogno, ti lasci andare al piacere più totale) fai il patatràc. Ed è un po’ come farsi la pipì addosso, solo più piacevole. Ma dopo un po’, quando hai superato la fase refrattaria, quella sensazione di umido sul davanti ti impedisce di riprendere sonno. Ti alzi, cerchi un paio di mutande pulite (oppure fai senza e tieni solo il pigiama, ma c’è sempre l’effetto tenda canadese di cui al punto 6…) e torni a letto, sperando di continuare nello stesso sogno. Inutilmente.

8) Il risveglio per il cellulare che suona. Io metto sempre il cell silenzioso di notte. Oppure lo spengo. In questo sono maniacale (fosse solo in questo…). Proprio perché ho paura di svegliarmi per il telefono che squilla. Ma può capitare di lasciarlo acceso. E può capitare anche che qualche pirla chiami, magari sbagliando numero.

9) Il risveglio da secchezza delle fauci. Succede di solito quando hai mangiato la pizza. Se poi l’hai presa siciliana o romana con capperi, acciughe e olive è matematico. I più previdenti si preparano un botellòn de agua vicino al letto. Gli sprovveduti invece devono andare fino in cucina. Non è mai bello svegliarsi, ma se riesci a non alzarti e bere dal letto è meglio. In ogni caso anche qui il risveglio è lento e inesorabile. Da quando realizzi che non sei nel deserto da giorni, ma che hai solo mangiato una pizza, possono passare interminabili minuti.

10) Il risveglio che non è un risveglio. Capita quando in realtà tu pensi di essere sveglio, ma stai dormendo. O viceversa. Di solito mi capita quando la sveglia è puntata molto presto e sono in ansia per non svegliarmi. Così mi agito, cerco di calmarmi e di addormentarmi, ma è peggio. Tipo stanotte. A un certo punto mi sono ricordato che avevo lasciato acceso il condizionatore in camera del gnappo. Stavo dormendo, ero ancora sveglio? Vai a sapere. La sensazione non è quella del risveglio. Forse era un sonno con un occhio aperto e uno chiuso. Ma la sostanza resta quella. Di dormire non se ne parla. Non so se sono stato spiegato, ma stanotte non ho dormito e non sono proprio lucidissimo.

Sto crollando dal sonno, ma almeno mi sono un po’ sfogato. Avrò fatto un sacco di refusi. Glio occhi vanno per cotno loro. Ma chissenefrfega.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto