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Pensieri di un papà

Rassegnato ad Halloween e ai fanti… ma lascia stare i Santi

stop halloweenE anche questo Halloween se lo semo levato dalle palle. Seppur questa tavanata del dolcetto-scherzetto, delle zucche con dentro la candela, degli scheletrini e delle streghette col foruncolo sul naso, mi lasci piuttosto perplesso, so che ormai non possiamo farci più nulla. Ormai mi sono rassegnato.

Una volta era Ognissanti. Poi è arrivata l’America, i commercianti che devono vendere (quelli che si lamentano sempre perché sotto Natale sono in magra), i fruttivendoli che devono smerciare un po’ di zucche e via a mettere in pista un’altra carnevalata. Una in più una in meno…

Anche all’asilo del gnappo si è festeggiato il santo Halloween. Bimbi vestiti da scheletrini, fantasmini & co. Carini, ma perché sono carini loro, in qualunque modo li vesti.

Da quest’anno però, sarà che sto invecchiando e quindi rincoglionendo, ma ormai comincia ad andarmi quasi bene anche Halloween. Perché pure se non è una nostra tradizione ormai la è diventata. La crociata contro il trick o treat è inutile. Tanto vale adeguarci. Della serie: non capisco, ma mi adeguo.

Quindi non mi fanno granché effetto le bimbe che girano per Milano vestite da streghette, né le feste a tema. A dir la verità, anni fa, alle feste in discoteca del liceo (la prima appunto cadeva ad Halloween) ci sguazzavo abbastanza. Ad Halloween, tutti mascherati e abbruttiti, si cucca anche di più. Un po’ come a carnevale. Ho amici che si sono messi insieme ad Halloween sui banchi di scuola e sono ancora fidanzati.

Che poi Halloween (All-Hallows-Eve) vorrebbe proprio dire la notte prima di Ognissanti, quindi alla fine i santi c’entrano sempre, anche se il fantasmino e la ragnatela hanno più attrattiva su chi deve vendere e comprare. Vuoi mettere un bello scheletrone al posto di un vestito da San Francesco? Sarebbe bella una festa con una bimba vestita da Madre Teresa, uno da sant’Antonio, una da Santa Caterina da Siena, un altro ancora da padre Pio. Sarebbe sicuramente meno macabro, ma non funzionerebbe: scherza coi fanti ma lascia stare i santi, lo dice anche il proverbio.

E comunque le feste e le tradizioni vanno e vengono, quindi adesso ce la teniamo. Una volta c’era la festa del Sol Invictus e poi è diventata Natale, ora i Santi sono diventati Halloween. 1 a 1 palla al centro anche se la “partita” è un po’ in affanno: l’Epifania è diventata la Befana e la Pasqua la festa dei coniglietti e delle uova, l’Assunta = Ferragosto con i gavettoni.

La Chiesa ci ha provato a riprendersi il Primo Maggio con la Festa di San Giuseppe lavoratore, ma figurati se ha funzionato: a Roma ci hanno fatto pure il concertone. Il lunedì dell’Angelo è diventato Pasquetta con la gita fuori porta, mentre Santo Stefano = cinemino + spazzolamento degli avanzi del giorno prima. Forse ci è rimasta solo l’Immacolata concezione, l’8 dicembre, ma vuoi mettere se in montagna è nevicato? Taaac, scatta il ponte sugli sci a Marilleva!

Insomma, ste feste vanno e vengono. Ognuno gli dà il significato che vuole. Più che relativismo è realismo, anche se delle cose importanti non ci si dovrebbe mai dimenticare. Ricordarsi un po’ dei santi (quelli del calendario, ma anche quelli che abbiamo conosciuto di persona e non sono più tra noi) non farebbe male.

Anche i nostri morti sono già dei santi. Ci hanno solo preceduto. Mi piace pensare che ci guardino da lassù e che quando sarà il nostro turno, ci correranno incontro abbracciandoci come facevano quando erano con noi. E il bello è che non sono morti. Sono e li sentiamo sempre vivi. Nonni, amici, figli, parenti, persone con cui abbiamo condiviso un pezzo di vita quaggiù, a cui vogliamo ancora un mondo di bene e che prima o poi rivedremo, anche se in un modo che ancora non sappiamo.

E loro sono con noi non solo il 2 di novembre. Alla faccia del dolcetto e anche dello scherzetto.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto