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Pensieri di un papà

Fiera giocattoli a Milano, la mia domenica a G! come Giocare

fiera giocattoli milano novembreDomenica mattina. Perché non andare alla fiera dei giocattoli? E così mi sono preso su il gnappo, direzione Fieramilanocity, per andare a G! come Giocare, salone internazionale del giocattolo. Ora, cosa ci sia di internazionale io non l’ho capito, ma si sa, in vista dell’Expo un internazionale non si nega a nessuno.

Io e Momo arriviamo in pullman, anzi, in buusc, come lo chiama lui. Scendiamo alla fermata più vicina e subito rimaniamo intrappolati nei lavori in corso. Cerchiamo l’ingresso dalla via principale, ma ci infiliamo in un vicolo cieco tra le grate metalliche del cantiere. Come noi, altri ignari papà e mamme con nani al seguito che si aggiravano spaesati vicino a quella cattedrale nel deserto che è la vecchia fiera di Milano.

Mettere un cartello per indicare l’entrata sarebbe stato troppo intelligente. Forse era una sorta di “selezione all’ingresso”. Solo i migliori e con più senso dell’orientamento potevano entrare. Voto zero comunque a quelli che si sono infilati nel vicolo cieco prima di me e neanche mi hanno avvisato. Mi hanno lasciato fare il loro stesso errore. Bastava dire: “Guarda che di lì non si va da nessuna parte”. Macché.

fiera giocattoli fieramilanocityFinalmente trovo l’entrata. E devo superare la fiumana di gente (papà, mamme, figli, carrozzine, passeggini) che si sta dirigendo verso la biglietteria. Pian piano la folla si compatta. Ci sono dei blocchi per far entrare scaglionata la folla scoglionata. Più o meno come in discoteca o a un concerto di Vasco. Amen, mi armo di santa pazienza, afferrando al volo per la collottola il gnappo che, nel mentre, stufo di aspettare, approfitta della sua altezza gnomica per infilarsi sotto le transenne.

E’ l’ora di punta. Le 11.30. Mannaggia, anch’io con i tempi sono proprio un disastro. Ma dopo un po’ di attesa (neanche troppa a dir la verità) superiamo tutte le barriere e siamo dentro.

fieramilanocityLa Fiera di Milano è un mastodontico parallelepipedo, una specie di casa dei giganti, calda, con dentro laqualunque, a seconda dell’esposizione in corso. Questa volta toccava ai giocattoli. Un bazar immane di bancarelle con giochi di ogni tipo, spazi per i bimbi dove farli scatenare, un sacco di cuscini per terra, sedie e tavolini dove far sedere un po’ di gente esausta, tipo per la pausa pranzo con l’immancabile panino (forza panino).

G! come giocare fieraDentro di tutto, c’era di tutto. Dal negoziante che si affitta lo spazio ed espone i suoi prodotti, alla grande multinazionale che ha lo stand grande con hostess, animatori, Power Rangers, figuranti travestiti da orsi gialli, personaggi di guerre stellari e da maxi Babybel (giuro, non mi ero fumato nulla, ho visto davvero due enormi dischi rossi con sotto le gambe che ballonzolavano qua e là).

fiera giocattoli milanoInsomma, un gran casino. Un po’ come per la fiera degli sposi al forum di Assago, quando ebbi la malaugurata idea di andarci con Anna prima del matrimonio. Perseverare diabolicum est.

padiglione fieramilano giocattoliPer capirci è un po’ come quando vai al Vinitaly, solo che lì almeno ti puoi ubriacare. Oppure quando facevo sega a scuola per andare al Motorshow di Bologna. Ma lì c’era tutta l’emozione di prendere il treno, non farsi sgambare dai genitori. Insomma, c’era l’avventura.

parcheggio passeggini fiera giocattoliDomenica invece l’avventura è stata prendere in braccio il gnappo, terrorizzato da un mega orso giallo che gli voleva dare la mano, prendere uno spicchio di formaggio molle che davano in omaggio due hostess (ho provato a darlo a Momo ma niente, per la crema Belpaese serviva un panino. Sempre forza panino, ma io in tasca non ce l’avevo…). Vedere i Power Rangers (ancora esistono i Power Rangers?!), e mettere il naso tra gli stand.area gioco g come giocare

Quello che mi ha più colpito è stato quello delle unghie pittate per le bambine (avete presente quelle unghie con disegnato su di tutto, righe, pois, ragnatele, ghirigori, zampine, orsetti… anche la cappella sistema riescono a farci stare su un’unghia, incredibile) dove “piccole donne crescono” andavano a provare la nail art (ah, che bello avere figli maschi…).

nail art per bambiniC’era poi uno stand di Assogiocattoli (esiste un’associazione proprio per tutto…) dove erano esposti giochi con cartelli un sacco di cartelli “non toccare!”. Siamo a una fiera, vengo apposta per te, e tu associazione di tutti i giocattoli e giocattolai del mondo, non mi fai toccare niente? Ma come, non ti hanno detto che siamo nell’era dell’experience?! E poi ‘sta fiera è “G! come giocare”, o “G! come guardare e non toccare?”. Arivabé.

non toccare giocattoliAh, c’era anche uno spazio per “un caffè con lo psicologo”. Ora, il nesso tra i giocattoli e lo psicologo un po’ mi sfugge, ma certo che se uno passa tutta la giornata in fiera, dallo psicologo un salto poi dovrebbe anche farlo. Anch’io potrei andarci e chiedergli perché mi faccio venire certe idee per passare la domenica mattina da bravo papà modello.

assogiocattoli caffè con psicologoComunque, a questa fiera giocattoli i prezzi erano nella norma (c’è chi dice che costavano meno, ma anche i muri sanno che i prezzi in qualsiasi fiera non sono mai granché convenienti). Tanta solidarietà alle standiste e agli standisti che si fanno una tre giorni sempre in piedi. Non vorrei essere nelle loro scarpe dopo una lunga giornata passata là dentro…

Insomma, nulla de che. Certo, ci sono modi peggiori di passare la domenica, per carità. In coda sulla A1 tra Rioveggio e Pian del Voglio, all’outlet di Serravalle il primo giorno di saldi, oppure allo stadio, quando la tua squadra perde 4-1. Ognuno, nel weekend, si fa del male come può.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto