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Noi quattro

La rivolta delle macchine

charlie chaplin tempi moderniQuesta è una di quelle giornate in cui sarei volentieri rimasto a letto. In due notti avrò dormito sì e no sei ore. Non tanto per Tatteo che si fa le sue tre poppate notturne ma almeno non piange. Lui sgrufola. Fa versi tipo cinghiale. L’altra sera, tornando a casa tardi, li ho beccati a letto che dormivano.

Anna stravolta con una tetta ancora al vento e lui di fianco, nel mondo dei sogni, con il suo capezzolo in bocca a mo’ di ciuccio. Ah, che felicità.

Ma alla mattina mi hanno buttato giù dal letto troppo presto i montatori di mobili. Che hanno portato la cameretta del gnappo. Peccato che l’abbiano montata a metà.

Colpa nostra. Ehm… Abbiamo preso male le misure del soffitto e l’armadio non ci stava in altezza. Maledetto soffitto e pavimento irregolari. Vabè. Così loro hanno montato un pezzo di armadio e poi cambieremo la staffa dove si appoggiava il ponte che per forza dovrà venir più basso. Poteva andare peggio comunque.

Per fortuna che c’era mio suocero che essendo pratico ha pianificato insieme ai ragazzi come riuscire a salvare capra e cavoli (non mandare indietro l’ordine che ormai avevano trasportato fino in casa, non farmi spendere una barcata di soldi per il nostro errore, e avere comunque l’armadio che ci serviva anche se con una modifica, la prossima volta staremo più attenti con queste maledette misure).

Stanotte è andata ancora peggio. Avevo super sonno, ma ho spento la luce all’una perché prima ho letto delle cose per l’università. Anna e The Second, che dorme in camera con noi, già ronfavano. Finalmente spengo l’abat-jour e crollo anch’io.

Alle 3.46 (ho guardato l’ora dal cellulare) il gnappo si presenta nel lettone. Al mattino Anna mi dirà che si era già svegliato un paio di volte prima e che si era alzata lei (io ero in coma profondo si vede). Lui si butta in mezzo e non ho neanche la forza di riportarlo nel suo lettino. Ma ormai mi ha svegliato. Anche perché in camera nostra teniamo una luce soffusa che serve alla mia dolce metà per vedere il micronano durante le poppate.

Mi sembra di vivere al circolo polare artico… Praticamente non vedo mai il buio, neanche di notte. Io odio dormire con qualsiasi minima luce. Mi serve il total dark. Abitudini.

Il gnappo intanto occupa un sacco di spazio, io sono sul bordo del letto e a momenti cado giù. Figurati se riesco a dormire. Così dopo almeno un’ora buona, lo riporto nel suo lettino. Ma nel giro di una mezz’ora lui, imperterrito, ritorna.

E’ sveglio. Mi giro verso di lui. Mi guarda e ride. Cerco l’ora: sono le 5. “Vai nel tuo lettino?”, gli dico quasi supplicandolo. “No”, mi risponde con un sussurro. (Nel mentre Anna finalmente sta dormendo e The Second continua a sgrufolare).

Mi rassegno. Mi metto nell’estremo lato del letto, di fianco, e provo a dormire. Ovviamente si addormenta prima il gnappo di me. Il tempo passa. Guardo il cellulare: sono le 6.

Vabè, la mia sveglia dovrebbe suonare tra un’ora. Tento il tutto per tutto e riporto il gnappo ronfante nel suo lettino per la seconda volta. Provo a dormire almeno per quel che mi rimane. Macché.

Riguardo l’orologio e sono le 6.57. Prima di alzarmi guardo un po’ di notizie sulla Francia dall’app di Repubblica e poi butto giù le gambe dal letto. Mentre sono in bagno, dopo colazione, faccio il punto della situazione con Anna che nel frattempo si è svegliata su com’è andata la nottata. Praticamente una mini riunione da cesso. Mi dice che lei è stata sveglia fino alle 3 e poi si è addormentata. Abbiamo diviso la notte a metà. Ci siamo dati il cambio.

Mi vesto, cazzeggio un po’ in casa ed esco al freddo.

Lo scooter non si accende, ma è perché è giù di batteria. Io, previdente e astuto come un cervo, mi sono portato dietro il booster con i cavi per farlo partire lo stesso. Ok, parte come al solito. Dopo neanche un chilometro mi si spegne in modo brutto. Capisco che si è rotto. E infatti non riparte. Chiamo al lavoro che farò tardi e prendo i mezzi. Non impreco perché potrebbe sempre andare peggio.

Me lo sentivo. Stasera dovevo andare dal concessionario a vedere il nuovo scooter da comprare. Le macchine e le moto sono così. Si rompono perché si offendono. Sanno che le stai per sostituire. Lo fanno apposta.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto