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Noi quattro

I secondi, le regole saltate e il sondino

Il malato immaginarioThe Second è un ciccione. Mangia, mangia, mangia. La tetta è la sua unica ragione di vita (su questo è in buona compagnia). E poi piange. Anzi, come dice il gnappo, “pange”. Pange, pange, pange e pange. Di giorno soprattutto. Tra una poppata e l’altra. Di notte sgrufola. Fa dei versi assurdi che il fratellone non faceva. A forza di sgrufolamenti cinghialeschi è riuscito nell’intento di svegliarmi tre quarti d’ora prima della sveglia. Poi lui ha continuato il sonno, il mio purtroppo era finito.

Mi sono accorto di una cosa. Gli stiamo dando tutti i vizi che al gnappo non abbiamo dato. Con lui all’epoca ci facevamo duemila paranoie su tutto. Non dormire nel lettone, non troppo in braccio, poppate distanziate per regolarizzarle… Con The Second tutto saltato. Facciamo un po’ alla cazzo, scusate il francesismo.

Di notte le sue poppate sono sempre nel lettone. Poi Anna si addormenta e se lo ritrova lì alla mattina a due centimetri dalla sua tetta al vento. Scene memorabili. L’effetto di tutto questo abbondare di tette al vento in casa (solo quelle di Anna, ma sono più fuori che dentro il reggiseno in questo periodo) mi ha portato a guardare il seno femminile con un occhio diverso. Praticamente è come guardare un tramonto. O una biro sul tavolo. O una macchina che attraversa l’incrocio. Niente di eccitante insomma. Come se fossi anestetizzato.

Il ciuccio gliel’abbiamo infilato in bocca appena tornati a casa dall’ospedale (col gnappo invece avevamo aspettato di più prima di darglielo). Ma a lui non piace tanto. Comunque cresce a vista d’occhio. Ha un super doppio mento e gli sono spuntati pure i rotolini intorno alle gambe. Tutti da mangiare, altroché.

Di giorno l’obiettivo è non farlo piangere. Perché c’ha un sacco di coliche che Momo non aveva. E’ un continuo mangiare, piangere, piangere, mangiare. Dormire, ma non troppo. La pediatra per le coliche ci ha consigliato una strana pratica: infilargli un sondino (o un cotton fioc) nel deretano per farlo “sfiatare”.

Appena ce l’ha detto mi sono messo a ridere come un pirla. E che è, un pallone?! La gomma di una bicicletta? Mah, io a casa ho provato una volta col cotton fioc ma avevo paura che il cotone rimanesse inside. Quindi riproveremo magari con il sondino da comprare in farmacia.

La scena mi ricorda quella de Il malato immaginario con Alberto Sordi. “Unguento degli angeli per introduzione…”, diceva il dottor Purgone Un grande Bernard Blier). Il risultato era questo…

Di Fede

Blog di un papà imperfetto