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Noi quattro

Pasqua e Pasquetta

gnappo al fiumeE anche questa Pasqua e Pasquetta, se le semo levate… Potevano andare peggio però, alla fine siamo sopravvissuti anche alla rottura (di uova) e alla colomba con i canditi.

Abbiamo fatto una due giorni dai miei, con il gnappo innamorato della zia che non ha mollato un attimo. “Ziaaa, ziaaa”, continuava a chiamarla. E lei giocava con lui e gli leggeva i fumetti dell’Uomo Ragno. Praticamente hanno passato due giorni in simbiosi. E quando siamo tornati a casa nostra, appena spenta la macchina, lui si è messo a piangere con i lacrimoni chiamando ancora la zia e dicendo “casa brutta” davanti al nostro portone.

The Second invece è stato bravissimo. Te pareva. Con i nonni che lo cagavano h24 e non gli facevano mai mancare attenzioni non ha quasi mai pianto. E così, quando io racconto che lui piange disperato tutto il giorno mi hanno preso per pazzo. “Ma come? Guarda com’è bravo!”. Certo certo. Provate voi a sgnaccarlo nella culla per una mezz’ora senza dargli retta e poi ne riparliamo.

E’ così. Lui vuole attenzioni. Giustamente anche. A 4 mesi ne ha diritto. Vorrebbe qualcuno che lo tenesse in braccio sempre. E poi lo mettesse giù quando ha sonno. Tra l’altro questo qualcuno dovrebbe essere sempre in movimento perché se ci si ferma o ci si siede lui piange. Ci vorrebbe una tata full time solo per lui. Dovrebbero inventare un robot per tenere in braccio i bambini. Deambulante però, in moto perpetuo.

La mattina di Pasquetta io e Anna siamo andati a fare una passeggiata soli col gnappo (a cui per forza di cose dedichiamo meno attenzioni dopo l’arrivo del fratellino). Così per recuperare lo abbiamo portato a vedere un po’ di animali in una fattoria didattica e poi a un parco giochi in campagna con un sacco di scivoli e castelli. Poi siamo andati in riva al fiume a tirare i sassi. Ci siamo divertiti e lui più di noi.

Le mini vacanze servono a staccare. Due giorni e mezzo secondo me è il tempo giusto per rimanere a casa dai nonni. Ci si riposa (le notti sono sempre state piene di risvegli, ma vabé), ci si fa coccolare e si cerca di appaltare un po’ a loro i nani, visto che durante l’anno non li vedono così spesso. Avere i nonni in un’altra città ha i suoi pro e i suoi contro. Ma da come siamo abituati noi i pro sono molti di più.

Oggi si ricomincia. E speriamo che il gnappo non prenda la varicella. All’asilo c’è stata l’epidemia. Ben 11 contagiati. A distanza di due settimane. Prima uno. Poi cinque. E poi altri cinque. Manca Momo all’appello. Così tutti i giorni gli controlliamo la pelle per vedere se salta fuori qualche foruncolo strano (quelli che Anna chiama con lui “i puntini della Pimpa”). Io incrocio le dita, ma so che servirà a poco. Tra l’altro io la varicella non l’ho passata. E non vorrei prendermela proprio adesso. Ma visto che lui mi fa le pernacchie in faccia e mi sta sempre addosso non credo la scamperò. Varicell man walking.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto