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Pensieri di un papà

Valigia per la montagna, il mistero dell’armadio

valigia per la montagnaHo fatto la valigia per la montagna teleguidato. Il resto della family è dai nonni e prima di riunirci e partire tutti insieme per la seconda tranche di vacanze (ci troveremo a metà strada, con mio suocero che farà il trasbordo di tutta la famiglia dalla sua macchina alla mia) Anna aveva bisogno di altri vestiti da portare su.

Così siamo stati mezz’ora al telefono, con lei che mi diceva cosa mettere dentro il trolley. Alla fine ce l’ho fatta, ma mi sono accorto di una cosa: per me gli armadi di casa (tranne il mio) sono uno spazio sconosciuto, terra di nessuno, no man’s land. Ignoro radicalmente quale sia il loro contenuto.

Se lei dovesse partire per un mese (o anche una settimana) e lasciarci a casa da soli, noi tre uomini, probabilmente il gnappo e The Second andrebbero in giro nudi. O uno con i vestiti dell’altro. Io in quegli armadi non so dove mettere le mani.

C’è da dire che lei, a differenza mia, è ordinatissima. Divide tutto per età, per stagioni, per capo di abbigliamento (i body da una parte e le tute dall’altra, in un cassetto le polo, in un altro i pigiami…). Infatti nel trovare le cose oggi ci ho messo davvero poco. Quello che non era nei cassetti dell’armadio era in alcune scatole, anche quelle divise per età e stagione e tutte etichettate per sapere cosa c’è dentro.

Ma, sinceramente, anche se era tutto riposto alla perfezione, per me ogni vestito, ogni maglietta – a maniche corte o lunghe – è stata una scoperta nuova. Come se non le avessi mai viste prima in vita mia. “Ah ecco dov’è quella maglietta che ogni tanto vedo addosso al gnappo. Ah, dorme qui lei?”.

E’ ufficiale: io non so come i miei figli vanno vestiti in giro. Non so che vestiti abbiano. L’abbigliamento è affare da donne. Da mamme. Io al massimo so dove sono le mutande, ma solo perché c’è su l’Uomo Ragno o le Tartarughe Ninja. Ma se devo trovare una maglietta a maniche corte già ho serie difficoltà (sarà a maniche lunghe? Ma che taglia è? Questa è del gnappo o di The Second?).

Io non gli ho mai comprato nessun vestito. Il loro guardaroba è opera, nell’ordine, di: Anna, i miei suoceri, i miei genitori, amici e amiche vari. Sono loro i compratori/donatori. Io non credo di aver mai scelto neanche un calzino. La pratica vestiti, gestione guardaroba & co. è appaltata alla mamma. In toto.

Così oggi mi sono trovato un po’ spiazzato. E, mentre lei, a distanza, si ricordava esattamente a memoria quali magliette e quali pantaloni ci fossero in quel determinato cassetto (con prove d’abilità non indifferenti del tipo: “Nel secondo cassetto trovi i pantaloni blu del gnappo, li vedi perché sono nuovi, ancora con su l’etichetta”…) io che li avevo davanti agli occhi brancolavo nel buio.

“Quali pantaloni dici?? Uhm, ma questi blu? Oppure i jeans? Ma sei sicura che gli vadano bene?”

“Prendi su quattro magliette taglia nove mesi anche…”.

“Nove mesi? E dove si vede la taglia? Ma scusa il nano piccolo non ne ha sette di mesi? Aspetta che devo ancora capire quali sono a maniche lunghe e quali a maniche corte e se sono al telefono con te c’ho solo una mano da usare…”.

Frana totale.

Il vertice però è stato quando ho dovuto cercare alcune cose nel suo armadio. Che, per la cronaca, contiene almeno quattro volte la quantità di vestiti che ho io. Miliardi di mutante, centinaia di calze (collant e non), gonne, pantaloni, maglie, magliette, giacche. Un negozio di abbigliamento praticamente. Ovviamente sempre ordinatissimi. Perché il suo ordine è mentale (a differenza del mio). E lei è ordinata sia dentro che fuori (i cassetti). A me l’ordine piace fuori, a vista. Nei cassetti ho un merdaio che neanche vi immaginate. Ma tanto non si vede, perché sistemarli…

“Prendi su il mio maglione leggero bianco ghiaccio…”.

“Bianco che??”. “Scusa ma che bianco è il bianco ghiaccio?”. “Io qui ne vedo uno beige, uno grigio tendente al blu, uno bianco bianco e uno marrone. Scusa ma il bianco ghiaccio intendi quello bianco bianco o quello beige?”.

“No, non è quello bianco ottico, è l’altro!”.

E alla fine si scoprì che il bianco ghiaccio era quello che io pensavo fosse grigio, ma in realtà non lo era. Forse… Mah… Chissà… Boh… Ne avrò la certezza quando lei lo tirerà fuori dalla valigia e lo vedrà dal vivo. Non so mica se le ho preso su quello giusto… Ci sono colori come il bianco ghiaccio, l’ottanio, il malva, che ancora devo capire cosa sono.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto