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Noi quattro

Post vacanze 2015

gnappo e the second sullettoneE anche quest’anno la pratica vacanze l’abbiamo archiviata. E scatta il coretto: “Alleluja allelu-allelujaaa, alleluja, alleluuuu-jaaaa. Alleluja, allelu-allelujaaa, alleluja, alleluuuuu-jaaaaa“.

Come sempre le vacanze sono una bella prova del nove per un papà che, come me, è abituato ad appaltare i figli all’80% (facciamo 90?) alla mamma. Restare h24, 7 su 7 con loro è sempre una bella prova. Divertente anche, ma comunque una prova. E anche quest’anno, non si sa come, l’abbiamo sfangata…

Punto numero 1. Le vacanze con i figli piccoli non sono vacanze. Non ci si riposa una cippa. Non si dorme, soprattutto quando c’è il cambio di letto e di stanza e The Second ci mette almeno cinque giorni per abituarsi al cambiamento. Così dopo la prima notte con almeno 12 risvegli per non si sa cosa, parti già in salita e provare a riposarti per i giorni successivi è sempre dura.

Punto numero 2. Il mare è andato meglio della montagna. Primo perché nella vacanza a fine luglio ha sempre fatto bel tempo, mentre sotto Ferragosto no. E quando piove per un giorno intero, preghi che quella giornata passi presto e che torni il sole. Ma quella giornata non passa mai. Al mare poi eravamo in albergo, mentre in montagna nella casa (piccola) dei miei. E se col gnappo in qualche modo riuscivamo a starci, adesso con The Second la convivenza è stata po’ più dura. Tanto che l’anno prossimo valuteremo se tornarci tutti e quattro insieme.

Punto numero 3. La coppia ha tenuto. Le vacanze sono sempre un terreno di prova per due che stanno insieme. Lo sono per due fidanzati alle prime armi, figuriamoci chi sta insieme da un po’ di anni, con un nano di otto mesi nel lettone e l’altro su una brandina pronto a tuffarsi vicino al fratello. Dopo due settimane di solitudine in casa tra il mare e la montagna, quando Anna è stata due settimane a casa dei suoi, sono partito di gran carriera con gli “assalti alla diligenza”. Alcuni riusciti, altri respinti. Altri nemmeno tentati perché lei negli ultimi giorni di montagna si è presa un mega squaràus. Colpi di coda della maledizione di Montezuma. Però per fortuna abbiamo ritrovato quel po’ di intimità, fatta anche di semplici baci, che nei mesi scorsi avevamo perso causa stanchezza. Speriamo di non riperderla quando la routine ritornerà. Non sarà facile.

Punto numero 4. I nani crescono. Il gnappo sta diventando grande. E’ sempre più bello, tenero, cocciuto e minkione. Ma in ogni vacanza è riuscito senza problemi a giocare con nuovi amici che ha trovato o ritrovato. Quando era con loro a noi non ci cagava proprio. Un adolescente che si vergognava se davanti agli altri provavamo a dargli qualche bacio. E io lo capisco, anche se sua nonna no. The Second invece piange sempre continuamente. Anche lui quando vuole sa essere simpatico. Ma gli girano le balle in tempo zero e se qualcosa non è perfettamente come vuole lui strilla. Vorrebbe stare in braccio sempre, ma non da seduto, sempre con qualcuno in piedi. Vorrebbe la tetta in bocca ancora ogni due ore. L’autosvezzamento procede a rilento e lui non sembra intenzionato a mollare il capezzolo tanto facilmente. Il mantra che mi ripeto – visto che lo leggo sempre su blog e siti – è: “Non sta piangendo, sta solo esprimendo un disagio”. Ma sticazzi, è un bello scassamaroni quello là, antroché: Ha un caratterino che te lo raccomando. Voglio vedere quando camminerà e parlerà. Quello sale su un balcone in piazza Venezia e arringa la folla, te lo dico io.

Punto numero 5. In realtà le mie vacanze non sono finite. Anzi, quelle vere continuano. Perché Anna, in attesa che riparta l’asilo nido per uno e la scuola materna per l’altro (RIT: alleluja, allelu-allelujaaa…), è tornata dai suoi una settimana con nani al seguito. E quindi shambala. Torna la vita da single anche se non posso cazzeggiare più di tanto perché oltre al lavoro dovrei anche studiare. Ma almeno la notte dovrei dormire sereno.

Insomma, come sempre cercherò in qualche modo di farmela passare, provando a non pensare troppo a loro. Non vedo già l’ora di rivederli. Tra una settimana, certo.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto