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Pensieri di un papà

Notte prima dell’asilo

pinocchio scuolaE’ il primo giorno di scuola materna del gnappo. Fin qui il tempo è volato. E volerà ancora. Un altro piccolo passo per quel ragazzino in crescita che ci fa sclerare, ma che quando vuole riesce ad essere tanto tenero.

Come ieri sera, quando per l’emozione non riusciva ad addormentarsi. Era sveglio come un grillo. Emozionato. Si metteva nel letto e saltava giù. Poi veniva in sala, nascondendosi dietro al muro in corridoio. E rideva.

Ci abbiamo provato a più riprese. Prima io con diverse storie, poi Anna con un po’ di coccole. Abbatterlo è stata dura. Veniva di là e tirava fuori i suoi giochi dalla scatola.

“Ma cosa fai?”

“E’ gionno!!”

“Ma che giorno, torna a letto…”

In un numero infinito di volte e avanti-indietro dalla sua cameretta poco alla volta ce l’abbiamo fatta. Alla fine è crollato. Ma si è poi svegliato piangendo dopo una mezz’ora. E rifacciamo la pipì. Con Anna, rinco pure lei, che lo mette seduto sul water abbassandogli i pantaloni del pigiama, ma dimenticandosi di tirargli giù le mutande. E cambiagli le mutande bagnate…

Poi finalmente a letto, lui nel suo, noi nel nostro. Ma con The Second nel lettone perché aveva la tosse e non riusciva a dormire, povero. Piangeva ogni tre per due. Quando si è calmato c’erano i miei pensieri per il giorno dopo a tenermi sveglio. E così sono andato a dormire dal gnappo, tirando fuori il letto a scomparsa che è sotto il suo.

All’alba si è risvegliato. E’ venuto nel mio letto. Ha voluto bere. Sveglio. Era sveglio. Così mi sono messo nel suo letto e poco alla volta ci siamo riaddormentati. E’ stata dura. E la sveglia è stata implacabile nei miei confronti.

Ma ci sta. La sua emozione era anche la mia. Anch’io non riuscivo a dormire la notte prima di iniziare una nuova scuola. E mi dispiace non accompagnarlo oggi. Non varcare insieme a lui la soglia dell’asilo. Non stare un po’ insieme nella nuova classe e con le nuove maestre. Solo oggi eh, perché poi non vorrei cuccarmi tutto l’inserimento, sia chiaro.

Per fortuna che c’è la mamma. Che si fa in quattro, otto, sedici. Non vedo l’ora di sentire i loro racconti. Il primo giorno di ogni nuova scuola ha sempre un gusto speciale.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto