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Noi quattro

La paura fa 90, ovvero: il gnappo ha paura di tutto

paura inside outE’ da diverse settimane che il gnappo sta attraversando una delle sue nuove fasi. Questa volta c’entra la paura. Adesso ha paura di tutto. Per carità, lui non è mai stato un cuor di leone. Ma la fifa in questo periodo sta raggiungendo livelli esponenziali.

La primavera scorsa abbiamo provato a portarlo sulle giostre. Ma mica il Blu Tornado o il Tagadà. Le giostrine innocue, quelle classiche con le macchine e i cavalli gestite dai sinti che dal microfono, da navigati dj, dicono ai bambini: “Prendi il codino campione”, “Ehi signorina, ti è sfuggito dalle mani, riprova…” ecc.

Il gnappo è salito su quelle giostre solo quando era molto piccolo, nell’età dell’incoscienza. Adesso non siamo più riusciti a fargli fare nessun giro, neanche con noi vicino. Gioia e tripudio invece quest’estate al mare quando, per la prima volta, gli abbiamo fatto fare un giro sulle macchinine elettriche. Ho gridato al miracolo.

Un paio di settimane fa abbiamo provato a portarlo al cinema. Eravamo in compagnia e tutti contenti, anche se io intuivo come sarebbe andata a finire. Appena apriamo la porta della sala (i trailer stavano già andando) lui si è bloccato e non ha neanche messo il naso dentro. Sono rimasto fuori io con lui, dicendogli che era normale avere paura, che però c’era il papà, che non succedeva niente ecc.

Le solite cose insomma per provare a tranquillizzarlo. Quelle cose che probabilmente Tata nazi-Lucia direbbe sono sbagliate, ma la prossima volta viene lei a portarlo al cinema. Dopo vari giri lungo il corridoio del multisala, quando i vestiti si stavano già impregnando dell’odore di popcorn lui si è convinto. Mi ha preceduto ed è voluto entrare.

Cosa andavamo a vedere? L’idea era per InsideOut (a proposito di emozioni…), ma c’era posto solo in quarta fila e uscire dal cinema con gli occhi pallati in una sala piena senza possibilità di muoversi agevolmente non mi sembrava l’ideale. Così abbiamo scelto i Minions, ultima fila in una sala semideserta.

Ok, il volume era alto, la sala buia, lui era seduto sulle mie ginocchia (non ci hanno fatto pagare il suo biglietto per fortuna). Nei primi minuti sembrava anche funzionare. Ma alla prima scena un po’ “paurosa” con qualche personaggio un po’ cattivo iniziava a piangere, a dire di no, a voler uscire. E allora prendilo per mano ed esci. Vabé, ricominciamo.

Ci sediamo per terra, sulla moquette azzurra e nera del piccolo corridoio di accesso alla porta del cinema. Quelli che si diramano dal corridoio principale in questi non-luoghi che sono i multisala delle nostre piccole e grandi città. Gli parlo, lo abbraccio, gli dico che è normale avere paura. Ma anche che non c’è da preoccuparsi. Che è tutto sotto controllo. Dopo altra opera di convincimento riproviamo a rientrare.

Ci risediamo, lui guarda un po’ di film con sospetto. Poi arriva la scena dell’orso cattivissimo che insegue i Minions ringhiando per mangiarseli. Ciao. Terrore puro. Addirittura lui fa un salto sulla poltrona vicino alla nostra si alza in piedi, fa come per voler scappare indietro, ma inchiodato alla poltrona e sempre guardando lo schermo. Lì mi si è stretto il cuore, siamo usciti e non siamo più rientrati. Cinema rimandato a data da destinarsi.

Così siamo andati nella sala giochi al piano terra del multisala. All’inizio lui era talmente tanto terrorizzato che non voleva neanche vedere i videogiochi con le macchine che gli piacciono tanto. Poi, pian piano, si è rilassato e siamo anche riusciti a fare una gara sul circuito virtuale, lui seduto sulle mie ginocchia.

Il fatto è che adesso ha paura anche della tv. Tipo il cartone dei pirati su Rai YoYo dopo Masha e Orso. Lì lo hanno spaventato quei due bambascioni di pirati in carne ed ossa che sbucano fuori dal video alla fine. Quindi appena vede la sigla dei pirati scatta a piangere. Idem con Il libro della jungla che tanto gli piaceva guardare nei mesi scorsi. Non vuole più guardare la scena finale, quando Shere Khan vuole mangiare Mowgli.

L’ultima scena è stata l’altro giorno. Quando Anna gli ha fatto fare la lezione di prova del corso di nuoto. A lui nuotare piace, ma stavolta a spaventarlo è stato l’istruttore. Quando lo ha visto entrare in acqua, tutto muscoloso, è schizzato fuori terrorizzato e non è più voluto rientrare. Con disappunto di Anna che avrebbe guardato volentieri il panorama di quel manzo nuotante, con le spalle larghe il doppio delle mie, che insegnava ai bambini le tecniche degli sport acquatici. Tiè.

L’altro giorno potevamo andare a Leolandia per la presentazione di non so cosa di Halloween. A parte la pioggia siamo rimasti a casa perché volevamo evitare altre scene di terrore. Speriamo solo che passi. Quel gnappo lì è sempre più un sensibilone. Forse è anche il fatto di essere un po’ più piccolo degli altri che lo fa sentire a disagio. Ma la paura gli porta anche molta frustrazione che sfoga poi su The Second o su di sè, dandosi dei pugni in testa. Non sono belle scene da vedere, ma come dice il mantra che mi ripeto da ormai quasi quattro anni: “Passerà”.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto