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Pensieri di un papà

Un anno di The Second

compleanno un anno“Al peso di 3 kg e 140 gr, inizia da oggi il suo percorso di vita con noi. Mamma, papà e fratellino lo terranno d’occhio…”. Con questo sms, un anno fa, alle 12.40, avvisavo gli amici e parenti più stretti della tua nascita, caro The Second.

Oggi è il tuo primo compleanno. E, comunque, mi fa sempre strano.

Se all’inizio non facevi che piangere, adesso sorridi. Ma a piangere continui perché il tuo caratterino è bello tosto. E io ti tengo d’occhio. Chissà quando inizierai a dormire tutta una notte filata. Chissà quando ti staccherai definitivamente dalla tetta di tua madre. Chissà…

Sei un bel personaggio tu. Proprio bello. E per fortuna c’è la mamma che stravede per te. Perché io, lo sai, non ti sono stato dietro più di tanto. Anzi, all’inizio, a dirla tutta, non ti potevo sopportare. Adesso, quando sorridi, mi sei simpatico. E io forse lo sono a te. Anche se è con tuo fratello che vai più d’accordo. Noi invece non abbiamo ancora capito come stare insieme. Chi siamo l’uno per l’altro.

Spero lo scopriremo, prima o poi. E spero che tu mi perdonerai per tutte le attenzioni che finora non ti ho dato.

Io e te abbiamo due caratteri profondamente diversi. E’ evidente. Non ci assomigliamo in niente. E, finora, non ci siamo neanche attratti troppo, anche se dicono che gli opposti si attraggono. Balle.

Tu sei bellissimo, lo ammetto. E vederti tutti i giorni, per quelle poche ore al giorno, mi dà una grande gioia. Che poi se ne va ogni volta che ti incazzi per chissà che cosa. O quando non mi vuoi nel letto con te per farti addormentare e mi dai gli schiaffi. O tutte le volte che, di notte, di devo portare nel lettone perché sei mamma-dipendente. Così come quando mi svegli alle 5 del mattino quando il tuo piedino, si appoggia sulle mie costole e spinge. Grrrr…

Ti aspetto al varco, lo sai… Vedremo quando inizierai a parlare cosa ti passerà per la testa. Sei uno polemico tu. E a me i polemici non piacciono. Se avrai da fare polemica troverai pane per i tuoi denti, sappilo. Perché io non sono bravo e paziente come la mamma.

Se ti voglio bene? E come non potrei… Certo, il tuo essere bellissimo e ciccioso aiuta eh… Madre natura come sempre ci mette una pezza. Mica scema lei. Non saprei descrivere il bene che ti voglio, perché ancora io e te dobbiamo conoscerci. Tu capire chi sono io e io capire meglio chi sei tu. E allora forse ci ameremo alla follia, oppure ci detesteremo. Poco importa. Dobbiamo fare un po’ di strada assieme e in questo tuo primo anno, io e te ne abbiamo fatta ancora poca.

E questo non mi fa piacere, sia chiaro, perché un anno lo si ha una sola volta nella vita. E quest’età è fantastica. Sei un tremendo barattolo di un anno, a cui stanno spuntando i dentini e che, poco alla volta, sta prendendo il suo spazio nel mondo, adesso alzandoti in piedi da solo, prima o poi camminando e parlando. Io ti aspetto.

Io sono qui caro The Second, anche forse ancora non hai capito cosa ci sto a fare. Perché con te gioco poco, purtroppo. Non sono un bravo allenatore. Devo ancora creare la nostra squadra. Io, te e il gnappo. C’è anche la mamma, ok. Ma la mamma è una femmina. La mamma è il tutto, l’assoluto. Ma noi tre possiamo essere una squadra “fortissimi”, lo credo fortemente.

Io ti ammiro sai? Davvero. Perché ti stai conquistando i tuoi spazi con grande determinazione. Si vede che sei un lottatore. E la tua caparbietà ti porterà lontano. Hai tutte le qualità che io non ho mai avuto. E questo è un bene. Ti consiglierò come sfruttarle al meglio, se vorrai.

Intanto ti faccio tanti auguri, di cuore. Da quando sei arrivato tra noi, io e la mamma siamo più incasinati, molto più stanchi, ma, fidati, anche molto più felici. E le risate che facciamo insieme tra uno sclero e l’altro te lo dimostrano. Anche grazie ai sorrisi che, già da appena sveglio, ci fai tu.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto