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Pensieri di un papà

Scelta seggiolino auto, la vita di tuo figlio vale più di un capriccio

scelta seggiolino auto“La vita di tuo figlio vale più di un capriccio”. Lo leggo spesso sui cartelloni luminosi in autostrada. Per fortuna noi con i gnappi finora siamo stati fortunati. Sia il gnappo grande che The Second sono sempre stati volentieri nel loro seggiolino. Anzi, dopo i primi semafori, prima di uscire dalla città quando facciamo viaggi medio-lunghi, si addormentano di botto. Ed è un bel vantaggio viaggiare con loro silenziati.

I viaggi in macchina, tra l’altro, sono l’unico momento in cui io e Anna possiamo parlare delle nostre cose in santa pace. E non è poco. Mettiamo la radio in sottofondo e via. Chiacchierata da viaggio.

Ho degli amici e colleghi con figli piccoli che invece il seggiolino auto non lo usano. Né per viaggi brevi né per viaggi lunghi. Niente di più sbagliato. Anche se, per carità, la fatalità può sempre esserci. Ma perché andarsela a cercare?

Mi ricordo quando dovevamo scegliere il primo seggiolino auto per il gnappo: prima il 9-18 kg e poi il 15-36 kg. Li abbiamo presi una volta sola e sono ancora montati al loro posto. Passano da fratello grande a fratello piccolo e una volta fatto l’acquisto lo si ammortizza in fretta. Certo, la scelta del seggiolino non è delle più semplici. Bisogna sbattersi un minimo. Un po’ come quando si compra il passeggino o il trio. Bisogna confrontare i modelli, vedere quelli che possono andar bene per la nostra macchina, se c’è l’Isofx o no ecc..

Scelta seggiolino auto, il mistero dell'Isofix
Scelta seggiolino auto, il mistero dell’Isofix

La scelta seggiolino auto appaltata ai papà

Tra le poche scelte che un papà può fare per il proprio figlio (soprattutto quando è piccolo o ancora prima che nasca) c’è quella del passeggino e del seggiolino. Ed è infatti un papà quello che ha ideato il primo motore di ricerca per passeggini (Cercapasseggini.it) e ha da poco fatto il bis con un altro motore di ricerca, quello per seggiolini auto (Cercaseggiolini.it).

I siti funzionano e sono utilissimi. Ci sono le schede di tutti i passeggini e seggiolini e, udite udite, tutte le istruzioni di montaggio. Sì, proprio quelle che si perdono e che uno non sa mai dove le ha messe perché, una volta fatto il montaggio, si dimentica all’istante come si monta (e smonta). Un classicone.

Dopo il montaggio, che per alcuni modelli può non essere dei più semplici, diventano parte integrante della macchina. Metterci sopra i nani è un’abitudine come quella di mettersi le cinture ormai.

A noi è sempre andata bene. Soprattutto perché sia il gnappo che The Second (anche se il piccolo all’inizio piangeva molto, ma è migliorato quando siamo abbiamo abbandonato l’ovetto che era girato al contrario) nel loro seggiolino sono sempre stati tranquilli. Grandi ronfate dopo i primi chilometri. E questo sicuramente ci ha aiutato. Ma li avremmo tenuti legati anche se avessero strillato a più non posso. Perché, appunto, “la vita di tuo figlio vale più di un capriccio”. Il cartellone ha ragione.

Allacciare le cinture!
Allacciare le cinture!

Anche se uno non ci pensa. Perché tanto capiterà sempre agli altri. Ma se ci sono delle misure di sicurezza (obbligatorie) per i bambini, perché non rispettarle? Basta vedere questo video per capirlo. Incidente in Russia. Impressionante. E il bambino si è salvato per un soffio. Il video è a lieto fine, ma il rischio è stato enorme. Perché prenderselo quando basta montare un seggiolino e allacciare le cinture?

Poi ovvio, bisogna anche guidare con la testa. Perché se vai ai 220 all’ora con su i bambini tanto vale. E in questo, devo dire, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Non perché io vada forte, ma perché in città odio fermarmi ai semafori gialli (anche tendenti al rosso). E Anna, giustamente mi cazzia sempre perché in macchina non bisogna scherzare. Bisogna solo attivare la modalità radar e guidare bene.

Come diceva Nico Cereghini su Italia Uno a Grand Prix “…luci, accese anche di giorno, e prudenza, sempre!”.

In ballo c’è la vita nostra e di altre persone. Anche se uno non ci pensa mai.

 

Di Fede

Blog di un papà imperfetto