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Pensieri di un papà

Il marito stalker

lo stalker su facebook messengerC’è un mio amico (quando inizio con “c’è un mio amico”, non sono io che per nascondermi dico “c’è un mio amico…”, è davvero un mio amico) che ha uno stalker personale.

Pensavo che gli stalker perseguitassero solo le donne. Ma mi sbagliavo. Gli stalker sono stalker inside.

Ma perché il mio amico ha uno stalker? In due parole è andata così…

Succede che lui inizia a flirtare via Facebook Messenger con una 40enne che ha conosciuto per lavoro. All’inizio lui faceva il carino come fa con tutti. Ma evidentemente lei l’ha preso sul serio. Così hanno iniziato a scambiarsi messaggi sempre più appassionati.

Lei è in crisi. Il suo matrimonio sta finendo. Sono praticamente “separata in casa”. Ha dei problemi col marito e inizia ad aggrapparsi al mio amico. A fargli capire di volere avere una relazione con lui.

Lui, che attraversa una fase di stallo con la sua storica fidanzata, sta al gioco. Anche lui ha bisogno di affetto e di avere una persona che lo considera. Così il flirt continua. Lei è una donna più esperta e matura. Lui ne è sicuramente attratto e affascinato. Anche perché lei è molto benestante e gli parla di case comprate apposta per le loro “fughe d’amore”, weekend insieme da mille e una notte ecc.

Chattano ogni notte e lei gli manda anche foto abbastanza provocanti (tipo in mutande e reggiseno). Lui sta al gioco e rilancia. Per un po’ il gioco va avanti e a un certo punto scatta il bacio. Nient’altro. (Che sei pure un po’ cojone, caro mio, perché tutto ‘sto cinema per un bacio solo? ti devo proprio spiegare tutto a papà…).

Poi succede quello che era prevedibile succedesse. Il marito apre il computer e becca tutte le loro conversazioni hot. E da lì inizia la persecuzione.

Risale al numero di cellulare del mio amico e inizia a tempestarlo di telefonate in anonimo, di insulti al telefono, dice che gliela farà pagare, che gli rovinerà la vita come ha fatto lui mettendosi con sua moglie. Raffiche di telefonate durante il giorno, senza risposta. Lo stalker chiama e butta giù.

Minaccia che dirà tutto alla sua fidanzata (ignara della vicenda) e a sua madre che conosce di vista. Dice che parlerà con il suo capo al lavoro e gli rovinerà la carriera. E poi i vari “ti taglio la gola”, “ti rovino la vita”, “non te la sei scopata perché sei un frocio” e insulti vari.

Telefonate e messaggi continui. Anche su Facebook, aprendo degli account fake. Arriva a scoprire dove abitava sua madre, si intrufola nel palazzo e scrive insulti sull’ascensore. Gli manda a casa un biglietto di auguri anonimo con insulti pesanti e deliranti.

Il mio amico è terrorizzato. Ha paura di essere scoperto dalla fidanzata e va in ansia. Un due settimane di persecuzione perde due chili. Interrompe subito ogni rapporto con la donna, la elimina da Facebook e non la chiama né risponde più alle sue telefonate. Quello che sembrava una fuga d’amore diventa un incubo vero.

Anche perché lo stalker continua con le minacce, dice che scoprirà dove abita e che dirà tutto alla fidanzata così si divertirà lui alle sue spalle, come il mio amico ha fatto chattando con sua moglie.

La persecuzione va avanti per settimane. E il mio amico non ha il coraggio di reagire perché si sente in torto, in colpa, è si mette a fare il gioco dello stalker. Che gode a terrorizzare la vittima e più la vittima è terrorizzata e più va avanti. Nascondendosi dietro a telefonate, messaggi, scritte sui muri.

L’altra sera prendiamo un aperitivo. Perché il mio amico ha bisogno di parlare e sfogarsi. Lo vedo teso, molto teso. Continua a mordersi le dita. Non sa cosa fare e mi chiede un consiglio. E’ già andato da un avvocato per capire come denunciare lo stalker. Raccogliendo tutti i suoi messaggi e le sue telefonate ossessionanti.

Io lì per lì gli ho detto che deve chiarire la questione da uomo. Che deve incontrare il suo persecutore e guardarlo in faccia. Non dandogli un appuntamento – perché non si sa mai come potrebbe reagire – ma cercando di intercettarlo per caso, senza che se lo aspetti.

Dirgli che se andrà avanti con le telefonate e le minacce andrà e denunciarlo e che la relazione con sua moglie è stata più virtuale che reale. E che comunque non andrà mai più avanti, né messaggiandosi né a vedendosi. Ma che lui deve smettere di tormentarlo.

Non è facile essere lucidi quando si è coinvolti direttamente in queste cose. E non è facile neanche dare consigli. Mi dispiace per il mio amico, che ho visto molto giù di morale, e mi dispiace anche per lui e lei, che non conosco, ma di sicuro non stanno attraversando momenti facili. E spero che a lei non succeda niente, visto che il marito è fuori di sè.

Mi sono immedesimato in una situazione del genere. Non so io come avrei potuto reagire. Ma trovartici in mezzo è brutto. E’ un incubo. Da cui spesso è difficile uscire.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto