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Noi quattro

Back to school

lavarsi-i-dentiPensavo andasse peggio a dir la verità. Perché far riprendere ai due balossi l’asilo dopo quasi due mesi di vacanza poteva essere un’impresa ardua. E invece è andata meglio di quanto immaginassi. Per ora…

Il gnappo ha ritrovato la sua classe con le stesse maestre e gli stessi compagni. Il che è rassicurante. Infatti non ha neanche pianto e in questa settimana non ha fatto capricci per uscire di casa al mattino.

The Second invece è sempre un po’ più rognosetto. Perché lui è sempre mammadipendente.

Quando lo porto io al nido, tipo stamattina, c’è sempre da lottare un po’. Poi durante il tragitto si rassegna, ma lui è comunque abbastanza tignoso. Quindi è capace di chiamare la mamma, come un mantra, urlando lungo la strada fino a quando non siamo arrivati.

Ora io gli sto un po’ più simpatico di prima. Almeno sembra. Ma quando vuole sa essere stronzetto inside. Oggi, quando non mi ha neanche degnato di uno sguardo dopo averlo mollato in braccio alla maestra. Se la lega al dito lui.

Il back to school (che poi chissà perché adesso tutti dicono back to school, perché è inglese e fa più figo? boh…) è sempre un momento critico, soprattutto quando si cambia scuola. Per fortuna quest’anno ci è andata bene.

Adesso dobbiamo capire cosa far fare al gnappo nel post school. Qualche attività per sfogarsi un po’ perché lui all’asilo si trattiene molto ed è sempre molto teso. E’ timido, emotivo. E infatti da lunedì ha ripreso a balbettare. Quest’estate era migliorato, ma da lunedì, quando ha ricominciato l’asilo, fa ancora fatica a parlare. Vedremo cosa ci diranno alla prossima visita.

Anche The Second a quasi due anni non spiccica parola. Ma lui ha un carattere opposto a quello del gnappo. E’ uno che sa cosa vuole e sa come ottenerlo. E’ un balosso allo stato puro.

Comunque il gnappo a calcio non lo prendono perché è ancora troppo piccolo. Nuoto ci abbiamo provato l’anno scorso, ma aveva paura del maestro (quello con le spalle larghe che piaceva ad Anna invece).

Possiamo provare con judo, oppure ritentare col nuoto sperando che ci sia una maestra donna. Se no tutto l’anno sarà ancora asilo-parchetto-casa in estate, primavera, autunno e asilo-casa in inverno.

Intanto però siamo partiti finalmente. L’estate è bella, per carità, ma è sempre lunga da far passare. Perché le vacanze non sono mai “vere” vacanze. Sei sempre in pista. Anche se ci è andata di lusso perché per un paio di settimane li abbiamo mollati ai nonni senza troppi sensi di colpa, ma eravamo comunque a casa a lavorare. Però non ci si lamenta, anzi.

In Svizzera un amico mi ha detto che gli asili nido sono aperti anche ad agosto. Chiudono solo a Natale due settimane. I bambini stanno lì dal mattino presto e fino alle 7 di sera volendo. E in tutto ciò l’Unicef non ha ancora aperto una controversia contro la Svizzera. Fa’ te… Alla faccia del nostro #fertilityday.

E ci va ancora bene, perché comunque gli asili chiudono dopo e aprono un po’ prima delle scuole elementari. Tra un paio d’anni non so come faremo. Se non mollarli ancora di più dai nonni. Perché l’Italia è una Repubblica fondata sui nonni, altro che sul lavoro.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto