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Pensieri di un papà

Bambini che vanno all’asilo a luglio

miniera

Ci sono bambini che non vanno all’asilo perché hanno i genitori a casa, i nonni o un esercito di baby sitter. Ci sono i bambini che vanno all’asilo. E poi ci sono i bambini che vanno all’asilo a luglio.

Quello che io chiamo “asilo” come negli anni 80, che negli anni 90 si chiamava “scuola materna” e che adesso – visto che è bello cambiare i nomi alle cose – si chiama “scuola dell’infanzia” va da settembre (salvo inserimenti millenari) a fine giugno.

A luglio invece ci sono le cosiddette “sezioni estive dell’infanzia“, quando cioè la maggior parte dei bambini va in vacanza, mentre altri vengono accorpati da diverse scuole e diverse classi in poche classi all’interno di una scuola. Almeno così a Milano, da altre parti non so…

Il gnappo ha iniziato ieri la sua sezione estiva. Ed è anche fortunato perché farà solo due settimane, mentre altri bambini si smazzeranno l’asilo fino a fine luglio.

La scena del primo giorno è stata questa: lo accompagno io come quasi tutte le mattine, in scooter per fare prima. All’ingresso ci fermiamo a leggere i cartelloni con le classi e i nomi dei bambini per capire dove e con chi sarebbe stato.

Lui subodora subito la fregatura, che quel giorno ci sarebbe stato qualcosa di diverso rispetto al solito (è un abitudinario cronico).

Ancora prima di varcare la soglia dell’asilo scoppia in lacrime disperato. Lo fa spesso quando qualcosa non è come dovrebbe essere secondo la solita routine. Il cambiamento non gli piace. Tutto deve essere secondo i suoi pattern mentali.

io cerco di distrarlo, gli dico che magari ci sarebbe stato qualche suo amico in classe con lui, che adesso nella classe dei canguri si sarebbe divertito e avrebbe trovato nuovi amici…

Ma tanto aveva già disconnesso il cervello e farlo ragionare è molto difficile. Soprattutto quando in lacrime mi guarda e mi dice “voglio la mia classeeeee”, “voglio i miei amiciiiiii!!”.

Già lui all’asilo non ci vuole mai andare (il jingle della mattina è sempre: “io non vado all’asilo!”), figurati quando la sua classe non c’è più e si ritrova amici nuovi e maestre nuove. Tzé.

L’ho abbracciato forte, ho provato a consolarlo e a rassicurarlo. Una tenerezza infinita e il cuore che mi si fa piccolo piccolo.

Poi, visto che si era fatta una certa, l’ho accompagnato dentro e portato alla maestra che, santa subito, lo ha preso sulle sue ginocchia e consolato.

Alla sera, quando sono tornato a casa, mi sono fatto raccontare della sua nuova classe e di com’era andata la giornata. Come se niente fosse. Perché tanto so già che dopo il primo pianto iniziale si è divertito con i suoi nuovi amici dei canguri, quindi no problem.

Oggi, secondo giorno di sezioni estive, non ha pianto. Non ha neanche protestato. Ieri gli ho buttato lì che in classe ha una bimba carina di un’altra sezione che già conosceva e di chiederle di diventare la sua fidanzata (visto che al primo giro non gli era andata troppo bene…).

Prima di andare via l’ho guardato in mezzo alla classe. Stava in piedi fermo ed era un po’ perplesso. Forse perché ancora i suoi amici non erano arrivati. Per lui gli amici sono tutto. La sua ancora di salvezza. E ci mancherebbe.

Adesso ci aspettano due settimane di sezione estiva e so già che voleranno. Anche se per loro è dura perché sono stanchi, fa caldo e non vedono l’ora di andare in vacanza. Anche The Second adesso si pianta come un mulo sulla porta dell’asilo nido e dice: “Non voio andae all’asilo!”.

Ma la vita è così. Se non vai all’asilo le vacanze poi non le apprezzi neanche. Almeno, così mi hanno detto…

Di Fede

Blog di un papà imperfetto