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Pensieri di un papà

Sul sentiero

sentieroE sono sette. Già. Ci siamo dentro. Siamo entrati nella crisi del settimo anno. Che poi, a ben vedere, se calcoliamo dalla data del primo bacio (quello della festa) saremmo all’undicesimo anno quasi. Ma vabé, gli anniversari non sono mai stati il nostro forte diciamo…

Abbiamo festeggiato il settimo anniversario di matrimonio. Già sette anni che sono volati. Lo abbiamo festeggiato in un altro giorno ovviamente. Perché, come ormai d’abitudine, il giorno esatto eravamo lontani. Ma chìssene…

La cena l’abbiamo fatta il giorno prima, da soli, senza gnappi. Il ristorante era carino, quindi non stiamo a formalizzarci troppo.

Sette anni di te e di me, non cantava più o meno così Baglioni? Più o meno… O anche Alex Britti con “Una su un milione”. Insomma, da quelle parti là…

Adesso dobbiamo superare questo maledetto settimo anno. O benedetto… Insomma quello della famosa “crisi del settimo anno”. Che se passiamo 365 giorni indenni, da lì in poi sarà una pacchia, perché se passiamo l’anno della “crisi del settimo anno” alla crisi le facciamo marameo. Mmm…

Non è che mi convinca tanto sta cosa. Ma di un’altra sono più o meno certo.

Non so questa montagna quanto sarà alta. Un po’ di strada l’abbiamo già fatta. Poca. Un passo alla volta. E la vetta ancora non si vede.

Il sentiero è pieno di sassi. Passa in mezzo ai dirupi. Un sacco di crepacci anche. Mortacci ai crepacci guarda. Dovrebbero crepare i crepacci.

Mettere un piede su un sassolino e scivolare è un attimo. Come sempre non abbiamo le scarpe giuste, l’equipaggiamento giusto. Tu vai in montagna con la borsa da città. Io jeans e scarpe da ginnastica. Li vedi quelli che hanno fatto man bassa alla Decathlon? Ecco, non siamo noi…

Sto sentiero è bastardo. Il panorama è anche bello, ma è un attimo distrarsi. Un piede in fallo e hop: adieu, ciao, baci, fine, te saludi.

Siamo in cordata doppia qua. Se uno per sbaglio o per colpa sua scivola, l’altro deve essere abbastanza forte da non lasciarlo cadere. Oppure chi è avanti deve far vedere bene il sentiero. Avvertire se ci sono sassi, buche, ostacoli, ghiaccio. Insomma, parlarsi. E non guardare troppo il paesaggio, che è bello, sì, ma rischia di far perdere il sentiero.

Dietro di noi adesso ne abbiamo altri due in cordata. Credo siano due gnomi che ci hanno seguito fin dalla foresta. Quelli sono cozze, altro che gnomi. Non si schiodano per il momento.

Ma sono bellissimi anche se camminano adagio e il sentiero a tratti con loro è più faticoso. Ma vuoi mettere quanto ci fanno divertire? E cheppalle sarebbe sto sentiero senza la loro compagnia? Camminare con loro è proprio bello.

Ok, la strada è ancora lunga. Non vedo la fine. E anche se la vedessi sembrerebbe più vicina di quanto in realtà è. Anche se poi, una volta arrivato in fondo ti giri indietro e ti dici: “Bhe, tutta qui? All’inizio sembrava più lunga!”.

Sul sentiero, qua e là c’è qualche rifugio. Qualche escursionista davanti a noi ci ha raccontato più meno com’è la strada. Il sentiero è ripido a tratti, bastardo a volte, ogni tanto sale, poi c’è la pianura. Ogni tanto scende anche, per poi risalire ancora.

Ma vuoi mettere che aria pura che si respira da qua? E il cielo com’è azzurro? E l’acqua delle fonti che è fresca e limpida?

Non so come camminerei su un’altra strada, magari in asfalto, piena di macchine e camion. Anche qui rischi tra i boschi rischi la vita a volte, ma ne vale la pena. Siamo due escursionisti della domenica, ma pian piano, un passo dopo l’altro, un po’ di strada alle spalle ce l’abbiamo. E dobbiamo continuare.

Arriveremo in cima? E chi lo sa!

La stanchezza a volte si sente e bisogna riposarsi. Perché se vai avanti e non te ne accorgi della stanchezza poi va a finire che cadi. Le più brutte cadute dagli sci si fanno al pomeriggio, quando la neve è molle e le gambe sono stanche.

Noi dobbiamo stare al nostro passo, ma chi va più svelto deve aspettare un po’ e chi va piano accelerare. O almeno provarci, senza mandarci a quel paese.

Non chiedermi perché mi sono messo a camminare sul sentiero, non te lo saprei spiegare. Ma come vorrei arrivare là in cima! Arrivarci con te però, visto che siamo partiti insieme. Con te, e con chi vorrà camminare con noi.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto