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Noi quattro

Il ritorno degli Jedi

ritorno jediSiamo quasi a due mesi di The Second. Come sempre il tempo vola. E quando Anna emigra per 10 giorni dai suoi con i due nani, il tempo vola ancora di più. Perché poi quando tornano la domanda sorge spontanea: “E questi figli di chi sono?”.

Tutti e due infatti sono cresciuti di bestia. Il piccolo è quasi irriconoscibile, il grande ha nuove espressioni facciali. E il non vederli per un po’ di giorni fa sempre uno strano effetto. Sicuramente dà la carica per goderseli ancora di più, salvo stancarsi dopo una mezza giornata di full immersion. Ma ce la possiamo fare.

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Io lei e l'altro

Da soli in casa con l’iceberg di latte

Ieri Anna è andata di nuovo a cena con le sue amiche e ci ha lasciati in casa da soli. Per carità, w la parità dei sessi, però ieri mi sono un po’ girate le balle. C’è la sua migliore amica che a luglio si sposerà e quindi le sue uscite con le amiche si sono intensificate.

Così, ancora in casa da solo con lui, (l’ultima volta era stato sabato quando ho lasciato andare la mia dolce metà al Salone del Mobile) mi sono sentito come in “uno scapolo e un bebé” (gli altri due scapoli non pervenuti).

Purtroppo stavolta è stato un semi disastro. L’ho fatto piangere disperato per una mezz’ora. Il problema è stato il tempo di scongelamento del latte che Anna ha tirato fuori dal freezer prima di uscire, verso le 8. Il gnappo alle 9.45 aveva già una fame da lupi. E il latte era ancora un iceberg troppo grande per passare dal contenitore alla bocca stretta del biberon.

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Io lei e l'altro

G. sotto osservazione (la mia).Ah, mi mancavano gli zampilli

In questi giorni sto osservando G. per capire di che pasta è fatto. Anche se ha solo due mesi credo che il carattere venga fuori subito, addirittura già nella pancia.

Dopo i primi giorni in cui non sapeva (quasi) di essere al mondo, adesso sta iniziando a guardarsi molto di più intorno, a piangere “a comando” per essere preso in braccio, a studiarsi le manine, a mettersi il dito in bocca. Ma ancora non interagisce con il mondo esterno nel vero senso della parola.

Io ogni tanto provo a mettergli davanti i giochini penzolanti della sdraietta. Niente, sembra quasi che lo infastidiscano. Ieri gli abbiamo messo quasi davanti al naso un vero cucciolo di coniglio nano. Niente. Sguardo perso nel vuoto.

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Io lei e l'altro

Rigurgito da neonato, quando il bimbo fa l’esorcista

Da un po’ di tempo una nuova espressione corporale si è impadronita del gnappo. Il rigurgito. Praticamente quasi dopo ogni poppata (che nelle ultime settimane sono molto migliorate a dir la verità, molto più “sostanziose” e senza più ragadi) scatta il vomitino bianco.

Si va dal “rigagnolo lungo la spalla di Anna” al getto furente tipo l’Esorcista. Quando è davvero in forma il pupo riesce a unire entrambi i tipi: sbrodolata lungo la schiena della mamma che, essendo vestita in casa quasi sempre di nero ormai sembra una zebra, e pozzanghera di latte semi-lavorato per terra che io prontamente cerco di asciugare.

Il gnappo ad ogni rigurgito sembra stupito. Non riuscendo a sputarlo tutto, se ne tiene un po’ in bocca. Povero! Sembra quasi che dica: “Questo è mio, me lo rimangio io!”.

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Sesso, questo dimenticato

La castità dopo il parto, che fatica

C’è una cosa che un po’ adesso mi manca. Il sesso. All’inizio della gravidanza tutto era fantastico, non mi sembrava vero. Poi, pian piano, la pancia ha iniziato a crescere sempre di più. All’inizio era gestibile, in alcune posizioni non ci dava neanche fastidio. Poi negli ultimi mesi, un po’ per il pancione e un po’ per la gnappa che è diventata ipersensibile e “intoccabile”, la situazione è andata pian piano assumendo le forme del monachesimo cenobitico, nonostante il mio priapismo notturno.

Poi è arrivato il parto. La gnappa è stata tagliuzzata. Da allora non l’ho più vista. Sigh. Ho un po’ di paura a vederla con le “ferite di guerra”. Anna dice che per i primi 40 giorni non si può usare e che prima deve fare la visita dalla ginecologa. Io ogni giorno, ingrifato come un cinghiale in amore, le chiedo: “Quand’è che si può usare?”. Ma intanto devo portare pazienza.

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Tagliamoci le vene

Un sabato da papà, tra parquet e passeggini

Jane sincro vision telecamera bambinoIl sabato, quando non lavoro, amo dormire, leggere, magari fare un aperitivo o una cena fuori. Odio invece fare ogni tipo di shopping, in particolare andare nei centri commerciali (dove ancora per fortuna non ho mai messo piede) all’Ikea o simili. Sabato scorso invece mi è toccato fare il classico tour casa-famiglia per cercare i materiali della casa che stiamo comprando (e che poi da gennaio, dopo la nascita del pupo dovremo ristrutturare) e un altro giro per avere un’infarinatura su passeggini, trio, fasciatoi ecc. di cui non avevo la minima idea.