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Pensieri di un papà

“E anche questo Natale…se lo semo levato dalle palle”

Quest’anno ho deciso di raggruppare tutto.

Troppi post dal titolo “E anche questo Natale…”. Il primo nel 2011, prima che il gnappo nascesse.

E ogni anno, tranne nel 2013, dopo Natale, ecco il post immancabile: “E anche questo Natale, se lo semo levato dalle palle“.

Mi piace rispettare le tradizioni, un po’ come sapere che ogni vigilia di Natale su Italia 1 danno Una poltrona per due, anche se poi non riesco a guardarla.

Che poi ho scoperto che a Natale molti trovano questo blog proprio cercando la famosa frase dell’ingenger Covelli nel film “Vacanze di Natale”.

Insieme ad altre, non tutte edificanti, a dir la verità…

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Cartoni animati

Il quartier generale Paw Patrol, i regali (e i genitori) esauriti

paw patrol quartier generale cani
Paw Patrol quartier generale

Ci siamo. E’ partito il rush finale per la corsa ai regali di Natale. Ultimo weekend prima del 25 dicembre. Il delirio totale. Genitori di fretta si dirigono verso negozi di giocattoli. I più previdenti li hanno comprati online, ma settimane fa. Perché ora è troppo tardi. Se ordini adesso su Amazon rischi di non arrivare in tempo per mettere i pacchi sotto l’albero. E quindi? Eh, le provi tutte: chiami i negozi, speri nella botta di culo. Soprattutto per certi regali che sembrano introvabili. Tipo il quartier generale Paw Patrol.

Ebbene sì. Da settimane abbiamo abbandonato Mamma Rai (YoYo) per dirigerci verso Cartoonito dove prima di cena il gnappo si spara un po’ di puntate dei Paw Patrol. Avete presente quei cuccioli di cane in una squadra di soccorso comandati da un ragazzino di nome Raider? Loro. Quei cani lì. Ognuno con un colore diverso. E tutti riuniti, prima di ogni missione, nel quartier generale Paw Patrol.

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Cartoni animati

Masha e Orso al cinema a Natale con i nuovi episodi

masha e orso ultima puntataMasha e Orso al cinema a Natale. Eravamo tutti tristi perché sembrava che la serie tv fosse sospesa visto che la casa di produzione aveva annunciato lo stop ai nuovi episodi e invece ecco la notizia bomba.

Dal 23 dicembre al 10 gennaio, otto episodi inediti per l’Italia insieme ad altri contenuti speciali che finiranno tutti in un film. Il tutto grazie alla collaborazione tra Warner Bros, Animaccord e Ink Global.

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Noi quattro

Rodaggio

rodaggioSiamo in fase di rodaggio. Anche se in questo periodo è difficile fasarsi visto che siamo in pianta stabile dai nonni fin dopo Capodanno. Prima c’erano gli altri nonni a dare manforte a Milano. Poi il testimone è stato passato di mano appena sono scattate le mie ferie. E dopo un paio di giorni a casa, noi 4 per conto nostro, è scattato il trasferimento dai miei. Quindi il rodaggio è un po’ falsato.

Qui il gnappo va a letto tardi, si sveglia tardi, pisola come sempre al pomeriggio. Orari a canis cazzum (o mentula canis, come vorrebbe il latinorum correggiuto). The Second fa il suo dovere: mangia (è cresciuto di bestia dopo le dimissioni dall’ospedale, è sempre attaccato alla tetta), dorme il giusto e fa i suoi bisogni. Ogni tanto ci piazza anche un sorrisino da pancia piena. Di più non si potrebbe chiedere. Per non farsi mancare niente è già incatarrato anche lui. Chissà se sono stati i baci del fratello portatore sano di microbi oppure i vari spostamenti in macchina caldo-freddo freddo-caldo. Però al momento niente febbre quindi teniamo le dita incrociate.

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Pensieri di un papà

Quasi tre anni, affacciati alla finestra

collage ottobre 2014 - CopiaUltimo mese da figlio unico. Poi la vita cambierà anche per lui. E non poco. Noi ci saremo sempre ovviamente. Ma ci sarà un competitor a drenare energie e attenzioni per le quali finora ha avuto l’esclusiva. Lui è sempre più simpatico, birichino, pagliaccio, bello. Sta crescendo e si vede. E’ sveglio anche se parla ancora poco rispetto agli altri bambini della sua età.

Mi assomiglia. Fin troppo. Ha il mio carattere, anche se più testardo. Avanza sempre qualcosa dal piatto, come ho fatto io per anni. Fa il coglione come piace fare a me e gli piace stare in compagnia. Si addormenta tardi la sera e non vorrebbe mai svegliarsi la mattina. Pure il ritmo circadiano abbiamo in comune. Adoriamo i pisolini. Appena vediamo una superficie orizzontale ci corichiamo sopra. Il letto rimane il nostro spazio preferito.

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Io lei e l'altro

Il temuto ritorno dalle nostre vacanze di Natale

hard resetSto ancora cercando i tasti per fare un hard reset del gnappo. Perché dopo due settimane passate dai nonni si è abituato a un mood che non è proprio quello standard. Ogni anno il ritorno dalle vacanze di Natale è sempre da raccontare.

Prima siamo andati a casa dei genitori Anna, dove lui giocava con la gatta e si faceva spupazzare dalla nonna. La povera micia non ne poteva più. Lui che voleva accarezzarla ad ogni minuto con i suoi modi non sono proprio delicati. Lei che portava pazienza e che quando lui esagerava gli faceva capire bene che stava oltrepassando il limite. Tipo quando si è girata di scatto e gli ha dato un mini-morso sulla manina. Scena fantastica. Lui non sapeva se ridere o piangere. Ma per precauzione si è allontanato. Mica scemo.

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Capodanno 2013-2014 passato in scioltezza, evvai

capodanno 2013 - 2014 fuochi d'artificio

Ora è tutto in discesa. Passato Natale, passato Capodanno, arrivare alla Befana è un soffio. E potremo finalmente scavallare queste feste. Finora è andato tutto bene. Come sempre sono io che mi faccio delle seghe mentali inutili prima del tempo. Il mio è un lamento preventivo. Perché a ben vedere non c’è niente di cui lamentarsi. Anzi, soprattutto adesso che c’è il gnappo e tutte le attenzioni di amici e parenti vengono catalizzate su di lui. E’ quasi divertente.

Il Natale lo abbiamo fatto dai miei. Con tutto il parentame vario. Solito pranzo e scarto dei regali sotto l’albero. Con nonni, zii e un bisnonno. Poi io e Anna prima di Capodanno abbiamo fatto una toccata e fuga in quel di Venezia a trovare una coppia di amici. L’ultima volta che ci eravamo visti gli avevamo detto che Anna era incinta. Adesso sono loro che aspettano il secondo. Praticamente ogni volta che ci si vede qualcuna è rimasta incinta. Bene così.

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Febbre da shopping natalizio al Christmas village di Milano

Ecliss Christmas Home Village Milano villaggio Natale (16)Da Facebook a Instagram, passando per i blog, è un tripudio di foto di alberi di Natale, decorazioni, presepi peruviani, cupcakes e biscotti a forma di Babbo Natale, renne di Babbo Natale, piccoli aiutanti di Babbo Natale, mutande di Babbo Natale. Il mood di solito inizia dopo l’8 dicembre, se non prima. E, dite la verità che ci siete caduti anche voi.

Io invece sono anti Natale. A Santo Stefano sono la persona più felice del mondo. Ancora di più dopo la Befana. Ma se fino a ieri ero riuscito a tenere buona Anna e le sue voglie irrefrenabili di addobbi (me la sono finora cavata con un presepe fisso con statuine della Sacra family incollate a una base e niente albero), quest’anno ho dovuto cedere. “Ma come, niente albero di Natale in casa tua per tutti questi anni?!”. Sticazzi, no. Finalmente ci ha pensato però la mia dolce metà, stufa delle mie manie di austerity, reclamando il suo personale albero di Natale di casa. Si è appigliata al fatto che il gnappo sta crescendo e che un albero di Natale in casa ci vuole. E bla, bla, bla.

Un punto di non ritorno è il giro che mi ha fatto fare ieri, domenica, al Christmas Village sui Navigli a Milano, alla ricerca di palle, palline, addobbi vari, cagatine kitsch da appendere su quel chiaro simbolo fallico sempreverde che stanzia da secoli nelle nostre case durante le feste.

Io non ho parole. Posso solo farvi vedere le foto del posto che ho visto, un’americanata pazzesca, un tripudio di palle, corna, babbi natale, renne, velluti rossi, candele a forma di panettone, alberi di Natale faraonici da migliaia di euro, campanelline, statue di cagnolini argentate (che cacchio c’entrino col Natale ancora non mi è chiaro…), lampadari assurdi, e ogni tipo di gingillo a sfondo natalizio che vi possa venire in mente. Ho visto cose che voi umani…

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Io lei e l'altro

La vacanza dai nonni e il ritorno a casa

vacanza simpsonE anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. A superare indenni (o quasi) le feste di Natale. I primi tre giorni del 2013 li ho passati da solo col gnappo a casa dai miei. Si è divertito come un matto, visto che era sempre al centro dell’attenzione. Ha anche mangiato di più del solito, complice la pazienza dei nonni e di mia sorella nel dargli la pappa. Forse anche lo stare a tavola con tante persone ha contribuito.

Sto meditando di ripetere più spesso la pratica, visto che il breve soggiorno sia dai nonni (sia materni che paterni) è stato un successo. Mi sembra che stia meglio con loro. Perché loro, inevitabilmente, gli danno molte ma molte più attenzioni di quelle che gli diamo di solito noi. Hanno più pazienza e probabilmente sono anche meno stanchi e più “lucidi” di quanto non siamo noi.

In quei tre giorni ho finalmente ricaricato un po’ le pile (che già alle terme erano state già abbastanza messe sotto carica). Appena il gnappo si svegliava, verso le 8, subito lo davo ai miei e beatamente tornavo a dormire fin verso le 11. Poi, tra una preparazione di aerosol, un pannolino cambiato, una pappa, un antibiotico col misurino e un pisolino pomeridiano, sono riuscito addirittura a finire uno dei miei libri arretrati. Miracolo. Una vacanza all’insegna del total relax. E a spese zero.

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Altro Natale, Befana arriva presto

Babbo-NataleQuest’anno è stata una vigilia di Natale un po’ diversa. Non ho neanche acceso la tv per guardare una poltrona per due. Per la prima volta ho passato la sera del 24 dicembre a casa mia invece che dai miei, con Anna e il gnappo. Sono arrivato a casa tardi. Come sempre, appena entrato, lui mi ha sorriso e mi ha messo di buonumore, anche se di solito, durante queste feste, ho le balle girate di default.

Cena frugale, con olive ascolane e mozzarelline di antipasto. Orecchiette (che scadevano a breve) col pesto. Nel pesto che ci ha dato mia mamma c’era pure l’aglio. Dopo il letto che cigola, la vestaglia inguardabile regalata a gennaio ad Anna e l’aglio nel pesto inizio a sospettare che siano tutti escamotage per non farci più trombare. Non si sa mai che arrivi un altro fratellino/sorellina.

Dopocena Anna si è messa a preparare i nostri regali che daremo oggi al pranzone con tutte le due famiglie riunite. Visto che siamo arrivati all’ultimo, in mancanza di altre idee, abbiamo fatto per tutti un calendarietto da tavolo con una foto del pupazzo per ogni mese che gli abbiamo scattato, da gennaio a dicembre.

Averli fatti online ci sarebbe costato meno ma, tra la mia influenza e quella di Anna, oltre alla nostra cronica disorganizzazione, non avevamo i tempi tecnici giusti. Così sabato sono andato in scooter nel solito mobilificio svedese a prendere dei portafoto ad anello da 12 euro e 50. Ne ho presi 8, più carta da regalo, per una spesa totale di 105 euro circa. La spedizione nel gelo di dicembre non mi ha fatto bene. Alla sera avevo ancora 39 di febbre. Per fortuna stavolta è bastato un po’ d’Oki e un paio di notti tra brividi di freddo e sudate da cammello per tornare quasi in forma. Con l’antibiotico avevo già dato la settimana prima.

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A volte ritornano, e meno male

orologi tempoPile ricaricate. Casa pulita. Domani ritorna il resto della famiglia, parcheggiata per una settimana dai suoceri causa influenza di Anna. Quella che le ho attaccato io e che, dopo aver messo ko me, ha messo ko anche lei. L’unico che sembra averla scampata al momento è il nanerottolo che sembra avere finora degli anticorpi con gli attributi. Se li sarà fatti all’asilo, chissà. Speriamo che tengano.

Nella settimana dai nonni ha passato il tempo a inseguire i loro gatti, a mangiare poco come al solito, a provare a ballare con le musichette dei nuovi giochi, a smocciolare come una candela accesa. Domani la pacchia finisce anche per lui con il ritorno sotto la mia giurisdizione. Non farò più le ronfate da competizione in questi giorni, ma in compenso ho proprio voglia di saccagnarlo un po’.

Passato questo week end (tra l’altro andrà festeggiato anche il nostro 6° anniversario del giorno in cui ci siamo conosciuti) ci aspetta un “Natale in famiglia”. Manco fossimo in un telefilm. Quest’anno si va a pranzo da mia zia. Speriamo di levarcelo in fretta. Poi da Natale a Capodanno il passo è breve e se stiamo tutti bene pensavo di spararmi un paio di giorni alle terme, spa, o simili con Anna, lasciando il gnappo a qualche nonno che si offrisse volontario (dopo averlo avuto una settimana intera non sono poi così convinto che i miei suoceri siano così entusiasti!).

A Capodanno tornerò a fare il dj nel solito locale, questa volta, spero, senza le ansie dell’anno scorso, e poi passata la Befana, ci sarà da organizzare qualcosina per il primo compleanno del pupazzo. Già un anno. Mannaggia. Non è che Babbo Natale sarebbe così gentile da regalarmi qualcosa per fermare il tempo? O almeno per rallentarlo un po’. Perché io ormai faccio fatica a stargli dietro.

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Pensieri di un papà

Dove eravamo rimasti?

…ah sì, a kooly noody sul tappeto del gnappo in piena notte. Lo sapevo che non avevo più il fisico… Dopo qualche giorno infatti mi è arrivata l’influenza. Mal di gola, 39.4 di febbre, letto-divano divano-letto, suppostone di tachipirina 1000 (perché avevo pure la nausea, le pastiglie non riuscivo a digerirle). Insomma, uno straccio. C’è voluto l’antibiotico. E quattro giorni recluso in casa.

A dire la verità non mi sono ammalato per l’attività amatoria nel freddo della notte, almeno spero. No, sicuramente è stato quando sono andato a prendere la bottiglietta dell’acqua. Eravamo a casa di amici (con due bimbe piccole, di cui una, di sei mesi, pesa più del gnappo che ha quasi un anno). Lui voleva bere e ovviamente lui, il signorino, mica beve in un qualsiasi bicchiere di plastica rosa. No, il principino del pisello vuole il suo. Così sono dovuto andarlo a prendere in macchina e per la fretta non mi sono messo la giacca. Tac. Frittata fatta. Caldo-freddo, freddo-caldo e i virus hanno messo la loro bandierina.

Appena guarito io, la febbre è venuta ad Anna. Mi sa che gliel’ho attaccata visto che i sintomi sono gli stessi. L’unica differenza è che se io mi ammalo la casa va avanti lo stesso. Se lei si ammala posso anche chiudere la saracinesca e buttar via la chiave. Con lei ko, io che devo andare al lavoro e un gnappo a cui star dietro e che, tra l’altro, in questo periodo è pure abbastanza rognosetto, abbiamo dovuto chiamare il pronto intervento nonni.