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Pensieri di un papà

Non abituiamoci alle cose belle

libretto matrimonio chiesa nozzeEd è passato un altro anno. Il quarto, dal giorno in cui ci siamo sposati. Mi sono andato a risentire la predica del frate che ci ha sposato. Un mio amico aveva registrato tutta la cerimonia e mi ha regalato il cd. L’ho riascoltato e sbobinato.

Festeggeremo l’anniversario a cena, quando ci vedremo. Adesso siamo lontani (Anna è ancora col gnappo dai nonni, li andrò a prendere domani l’altro per il loro rientro definitivo a casa), ma da stamattina ci siamo mandati un po’ di messaggi e mail a tema (qualche foto assurda, qualche frase celebre…).

E’ da ieri sera che ci penso. Pensavo a quel giorno, al fatto che sia nato il gnappo e che “il nuovo” sia in arrivo. E ci pensavo anche oggi, mentre riascoltavo le parole di chi ci ha sposato…

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Viaggi

Salento, il viaggio e il matrimonio

Il giorno della partenza, sembrava pieno autunno tendente all’inverno. Pioggia battente, più o meno 10 gradi. Andiamo a prendere la navetta per Malpensa a piedi, sotto l’acqua. Scarpe e calze fradicie. Mani in tasca per il freddo. Marciapiedi allagati.

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Arriviamo in aeroporto in orario. Per una volta senza la levataccia delle 4 di mattina in stile Ryanair-BergamoOrioalSerio. Riusciamo a prendere un EasyJet per Brindisi ad orario quasi umano. A Malpensa non piove, ma il cielo è sul plumbeo.

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Pensieri di un papà

Coinquilini miei

Ieri c’è stato un momento revival con i miei ex coinquilini. E’ dal gennaio del 2010 che non viviamo più insieme, da quando, per andare a convivere, ho abbandonato il mio vecchio appartamentino su due piani in condivisione che ha visto tante e grandiose feste con gnoccame vario.

Pian piano sono andati via da quella casa anche gli altri tre, e due di loro sono tornati nello loro città, uno a Vicenza e uno a Taranto. Ieri ci siamo trovati per una pizza visto che erano tutti a Milano per lavoro. A un certo punto, tra una chiacchiera e l’altra, mi sembrava di essere in un film. Uno di quei film alla Pieraccioni in cui c’è la voce narrante che racconta la storia dei singoli personaggi che vengono inquadrati in primo piano, prima che parta il flash back. Forse l’ho vista ne “I Laureati”, o forse me la sono inventata…

…erano ancora insieme, uniti, dopo cinque anni di vita passata sotto lo stesso tetto, a condividere il cesso, le cene tirate su alla bell’e meglio, le serate accese di dibattito politico davanti a “Porta a Porta”, i calzini e le mutande scambiati dopo la lavatrice che chissà perché riuscivano sempre a mescolare. E poi le mattine rincoglioniti davanti al caffé dopo la seratona in discoteca, o dopo le tante feste per le quali ancora li riconosce gente che non hanno mai visto.

Ormai non si vedono quasi più. Quante volte all’anno? Boh, si possono contare forse sulle dita di una mano. Stasera però ci sono, sono loro. Seduti a un tavolo, davanti a una birra. Ognuno con le sue storie, con le sue strade che ha preso dopo quel periodo post università passato insieme. Si lavorava certo, ma era un po’ come se fossero tutti ancora studenti. L’obiettivo era uno, forse due: alcol e fighe. Forse il primo finalizzato al secondo. Semplice, onesto. Poi pian piano ognuno ha trovato la sua. L’amore, a volte, è in competizione con l’amicizia. Anche se la vera amicizia rimane per sempre. Bisogna fare delle scelte: crescere un po’ o rimanere adolescenti.

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Io lei e l'altro

Alla ricerca del ristorante perduto

Cena del secondo anniversario andata. La scelta del ristorante è stata come sempre difficile. I casi sono due: o vai sull’usato sicuro in un posto dove già sei stato, oppure tenti la novità.

Siccome nel ristorante che avevo pensato all’inizio Anna c’era già stata due volte (una con me e una con le sue amiche) ho deciso per la novità. Avevo solo un paletto: volevamo un posto all’aperto, per goderci questi ultimi sprazzi d’estate.

Quindi nel pomeriggio mi metto a smanettare googolando banalmente un generico “ristoranti con giardino Milano” e subito mi è apparsa la top ten del buon critico gastronomico del Corriere. In un paio c’eravamo già stati, quindi, togliendo dalla lista quelli in culo ai lupi per noi, la ricerca si è ristretta a tre o quattro posti.

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Pensieri di un papà

Matrimoni, dimmi che regalo fai e ti dirò chi sei

Sabato siamo stati al matrimonio di un mio ex compagno di classe. E’ il primo che si è sposato dopo di noi e che ci ha invitato a sua volta. Al nostro tavolo ci conoscevamo più o meno tutti ed è sembrato di stare a una serata tra amici.

Per fortuna non è successo come in certi matrimoni dove ti trovi al tavolo con degli sconosciuti e ti devi arrampicare in discorsi assurdi per intrattenere i commensali parlando del più e del meno (del tempo, di calcio, di come hai conosciuto gli sposi…). Già mi ero preparato psicologicamente a fare discorsi in inglese (visto che il matrimonio era international) o peggio ancora a sfoggiare le mie tre parole di tedesco per far ridere tutti (so dire solo Volkswagen, Kartoffeln, Guten morgen, Eins Zwei Polizei, Ein Bier bitte e poco altro). Questa volta invece ci è andata bene.

Anche per il regalo ce la siamo cavata con il minimo indispensabile (100 euro a testa) e non fare brutta figura, con una colletta per la lista-viaggio degli sposi insieme ai miei ex compagni di classe. Tra poco invece andremo ad altre nozze, dove Anna sarà la testimone della sposa (la sua migliore amica) e lì non ci è andata così bene (almeno per il mio portafoglio).