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Noi quattro

Benvenuto tra noi

the secondNon sono ancora in grado di scrivere un post sensato su quello che ci è capitato in questi due giorni. Troppe emozioni, troppe cose da fare, troppa stanchezza mista ad euforia (e se sono stanco io non immagino neanche quanto possa essere stanca la mamma).

Solo tre foto.

La prima, poco dopo l’uscita di The Second.

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Sesso, questo dimenticato

Prostaglandine e induzione del parto dopo la 40esima settimana

candelette induzione parto“Ciao, come state?”. “Hey, ma… nessuna news?”. Sono alcuni dei messaggi che stanno arrivando a me e ad Anna in questi giorni. “E’ nato?”, mi chiedono anche gli amici al telefono.

No, non è nato. Siamo, come si suol dire, in attesa. Il termine era il 30 novembre. Ma The Second si fa aspettare. Nuota felice nel suo liquido amniotico (che, ci hanno detto, è abbondante). Non vuole mettere il naso fuori perché ha capito che qua c’è un gnappo quasi treenne pronto a spaccargl ii timpani (e non solo).

Probabilmente ha sentito le sue urla durante tutti questi nove e rotti mesi e quindi ha già capito tutto dalla vita: “Col cazzo che esco!”, starà pensando.

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Pensieri di un papà

Un mese al lancio, la valigia e il girotondo

tutine bimbo piccoloLa borsa per l’ospedale è pronta. Ok, manca più o meno un mese al lancio, ma non si sa mai. Meglio farsi trovare preparati. Anna ha riesumato le tutine del neo-gnappo, quelle che avevamo usato per lui appena nato. Forse le uniche dell’ospedale non azzurre o rosa.

In quelle minuscole tutine ci stava pure un po’ largo. Vedremo come vestiranno The Second. Adesso che manca poco all’abbandono della navicella madre (cit. Machedavvero) mi sta salendo un po’ di curiosità mista ad ansia. Come sarà il nuovo nano? Ma soprattutto, “chi” sarà? Sarà fin troppo facile fare paragoni con il fratellone, con le somiglianze del tipo “anche il gnappo faceva – o non faceva – così…”.

Quante osservazioni dovrà sopportare… Già per nove mesi non lo abbiamo considerato un granché, speriamo solo di recuperare in attenzioni quando sarà fuori. Dubito…Ma di mani ne abbiamo due e cercheremo di darne una a testa. Almeno ci proveremo.

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Da 0 a 9 mesi

Il gas esilarante per il parto, e vai di ossido di azoto

corso pre parto buzziE via, si ricomincia. Siamo stati al primo incontro del nuovo corso preparto. In realtà il corso vero e proprio partirà a settembre e questa era solo una introduzione. Praticamente il corso pre pre parto.

The Second, detto anche “Il Nuovo” nascerà in un ospedale diverso da quello del gnappo. Dopo aver cambiato casa abbiamo optato per il più vicino. Così Anna ha scelto di smazzarsi un nuovo corso, un po’ per fare un ripassino del primo e un po’ per vedere com’è la struttura. Questo infatti è organizzato direttamente dall’ospedale, mentre il primo lo avevamo fatto al consultorio.

Al primo incontro, praticamente una mini conferenza su tutti i loro servizi e sul percorso che faranno le partorienti, sono andato anch’io. Mi ha fatto strano rivedere tutte quelle pance messe assieme. Non ero più abituato. Vedere donne di età diverse, outfit diversi, alcune accompagnate dai futuri papà e altre no. Mi piace la dinamica “scuola guida”, cioè quel momento in cui ti trovi con persone che mai e poi mai avresti conosciuto in vita tua. A parte il militare e le lezioni di teoria per dare la patente è difficile conoscere persone di tutti i tipi, dai neopunk ai radical chic, dai frikkettoni un po’ vegan ai fighetti di provincia. Il bello della maternità è che rende tutti uguali.

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Pensieri di un papà

Spazio revival grazie agli amici che diventano mamma e papà

ospedale buzzi ingresso

Sono andato a trovare una coppia di amici diventati papà e mamma da un giorno. Il piccolo Marco è nato l’altra notte, dopo 24 ore dalle prime contrazioni. Erano tutti in stanza quando sono arrivato all’ospedale, durante l’orario di visita. Stanchi, ma felici. Bellissimi. Con il microbimbo attaccato alla tetta, la mamma con ancora la pancia del post partum, il papà anche lui stravolto dopo un giorno e mezzo senza sonno. La felicità fatta persone.

Grazie a loro sono tornato indietro con la memoria, quando anch’io facevo il pendolare tra casa e ospedale e non vedevo l’ora che uscissero tutti e due. Andavo a prendere pizze e focacce in panetteria da portare ad Anna, visto che il menu dell’ospedale non era proprio da alta cucina. E poi morivo dalla voglia di rivedere il musetto del gnappo, per imprimermelo bene nella memoria. Lo avevo visto per qualche ora, ma il rivederlo il giorno dopo era sempre un’emozione unica. Una droga.

Mi ricordo ancora come se fosse ieri, la prima notte che ho passato da solo, con il gnappo e Anna ancora in ospedale, prima che venisse dimessa. Non riuscivo a prendere sonno tanta era l’emozione. Ho impressa nella memoria quando ho scritto di getto questo post, a poche ore dal parto, con l’adrenalina ancora in corpo. E quell’emozione l’ho provata anche ieri, entrando in quella stanza nel reparto maternità e incontrando i miei amici all’apice della loro felicità.

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Pensieri di un papà

Lacrime e sangue, il suo primo prelievo (e il mio)

Attenzione: questo post descrive le emozioni di un papà che ha assistito al primo prelievo di sangue di suo figlio. Non è adatto a persone sensibili, impressionabili, facilmente emozionabili o a chi dà fastidio il sangue. Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.

prelievo sangue bimbo ambulatorio bambinoSono ancora un po’ scosso. E c’ho pure le balle girate. Stamattina siamo andati a fare il prelievo del sangue al gnappo per vedere se ha la celiachia. Ma andiamo con ordine.

Prequel: risparmiare oppure no?
L’esame ce l’aveva consigliato il pediatra privato, da cui andiamo ogni tanto visto che per beccare quella della mutua nel momento del bisogno bisogna avere la fortuna di ammalarsi i lunedì, mercoledì o venerdì mattina, prima delle 8. Perché poi è irreperibile visto che inizia con il giro di visite in ambulatorio. E se il gnappo mi si ammala il venerdì pomeriggio chi chiamo? Il mago Zurlì? Almeno l’altro è sempre reperibile al cellulare e per un genitore col figlio malato che vuole un consulto, o soltanto un suggerimento, non è male.

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Io lei e l'altro

Un giro al pronto soccorso

SuppostoneIo sono uno abbastanza ipocondriaco. In generale. Ho anche un po’ la sindrome del medico mancato. Nel senso che mi piace fare diagnosi, leggere tutti i bugiardini dei medicinali, cercare la terapia di automedicazione migliore. Per il gnappo però cerchiamo di seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra. Anche se a volte, con un po’ troppa fiducia e una voglia irrefrenabile di rispedirlo all’asilo, rischiamo l’effetto ricaduta.

E così è andata la settimana scorsa. Febbre, sciroppo. Passano tre giorni. La febbre non passa. Antibiotico. La febbre passa. Due giorni in casa senza febbre. Si torna all’asilo. La febbre ritorna. Li mortacci sua. E più forte di prima. L’antibiotico non funziona più. La tachipirina neanche. Il pediatra dice che più di antibiotico e tachipirina nun se po’ fa. Sabato mattina, dopo due notti insonni, c’ha 39.7. Minkia. Gnappo steso piangente che manco riesce ad alzarsi. Che si fa?  Vabè, portiamolo in ospedale. Ultima spiaggia.

E così, dopo aver cercato di sciogliere il dilemma senza soluzioni, dopo l’ennesima supposta infilata tra le chiappine bollenti, andiamo al pronto soccorso del Buzzi. Sappiamo che sarebbe meglio andarci solo per cose veramente gravi, ma, non funzionando più le medicine, ormai sfiniti, non abbiamo trovato altra strada. Fuori diluviava. C’era una specie di monsone. Ma per fortuna riusciamo ad arrivare tra i primi. Ed erano le dieci, mica le sette. Subito dopo di noi, la sala d’attesa si riempie di bambini più o meno malati. Eh sì perché cosa si può fare il sabato mattina? O la spesa, o un giro al mercato, magari andare a vedere una mostra, lavare la macchina, oppure portare tuo figlio al pronto soccorso.

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Pensieri di un papà

Coprocoltura, questa mi mancava!

C’è una nuova parola che ho aggiunto al mio vocabolario da puerpero: coprocoltura. Che non è la coltivazione di una strana specie di soia geneticamente modificata, né una nuova misura del governo sui co.co.pro (sarebbe infatti cocoprocoltura). E’ semplicemente un esame della cacca.

Ce lo hanno chiesto al nido come esame obbligatorio per ammettere il gnappo (anche se non è urgente e lui all’asilo ci sta andando già) per scongiurare il rischio salmonella. E vabè, fin qui ci può stare. La salute prima di tutto. Il bello è venuto però nella raccolta e la consegna del prezioso prodotto di quel piccolo ma produttivo intestino.

“Ok, prima ho poi s’ha da fà”, ho detto ad Anna. “Sì però aspettiamo almeno quando fa lo stronzetto, così è più facile da raccogliere”, mi ha suggerito lei. Così l’altra sera, non appena è arrivato quello strano sorriso che neanche la Gioconda riesce a fare e che preannuncia una nuova produzione, eravamo in fibrillazione per sapere di che tipo sarebbe stata.

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Io lei e l'altro

Fotostory, travaglio parto e nascita

Secondo giorno. Il pupo sembra abbastanza bravo. Ma non lo dico troppo forte, potrebbe presto smentirsi. Domani forse li dimettono e torneranno a casa. Questa potrebbe essere la mia ultima sera da single, come ai vecchi tempi. Pensavo di andare a ubriacarmi con gli amici, ma in giro non c’è nessuno. Quando servono gli amici non ci sono mai. Sarà perché anche loro hanno messo su famiglia? Può darsi.

Ecco un po’ di foto che documentano il nostro (o meglio il suo) travaglio, parto e nascita che ho scattato ovviamente a sua insaputa.

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Da 0 a 9 mesi

Il tracciato, i padri inutili e le mamme in ansia

Ieri Anna è andata in ospedale a fare la mitica “visita a termine” con relativo tracciato. Ecco le sue mail mentre era in attesa.

—-Messaggio originale—-
Da: Anna
Data: 4-gen-2012 9.50
A: Federico
Ogg: 2^ piano: Macedonio Melloni

Se avessi twitter questo posto lo taggerei come #genteconlavaligia oppure #ciaosonoansia! Non hai idea delle facce allucinate che vedo: balene allucinate con compagni ancora più stravolti. Intere famigliole al completo che osservano la porta della stanza tracciati in attesa di saltare addosso all’ostetrica. Noi siamo principianti! Ovviamente le più tranquille sono le extracomunitarie; ce n’è una addirittura da sola, come me! #solidarietà.

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Pensieri di un papà

Travaglio e parto, la lista per la mamma dell’ospedale

Ecco la lista dell’ospedale dove vogliamo partorire (uso sempre il plurale maiestatis anche se io al massimo durante il travaglio e il parto posso tenerle la manina e incoraggiarla un po’ a spingere). Abbiamo comprato più o meno tutto (tutine, body, copertina ecc ecc.) e anche se non abbiamo ancora fatto la valigia siamo (quasi) pronti al lancio.

Ovviamente io di tutte le pratiche burocratiche, acquisti vari, corredini, esami ecc. non mi sono occupato minimamente. L’unica cosa che ho fatto in gravidanza è stato andare a ritirare degli esami del sangue. Per il resto il tutto è stato sulle spalle della mia dolce metà. D’altronde se sono nato uomo non è colpa mia! La mia funzione è solo di supporto (e cose pratiche tipo seggiolino per la macchina, montaggio del passeggino ecc.).

Dalla “lista per la mamma” che ci hanno dato in ospedale ci sono alcune cose curiose: