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Io lei e l'altro

I papà e le missioni impossibili

Cosa ci fa un uomo sulla trentina, da solo, al buio, in un parco giochi, con un bastone in mano? Qualcuno avrebbe anche potuto chiamare la polizia per identificare quel soggetto che camminava in modo strano. Al giorno d’oggi, non si è mai sicuro neanche sotto casa. Ogni individuo è un potenziale pericolo.

Questa foto è un indizio per capire chi è quel losco figuro che, alle 19.30 di un tranquillo martedì sera, si aggirava senza pace in un parco giochi di Milano.palla in fontana missione impossibile

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Pensieri di un papà

Parchetti d’Italia e cinture allacciate

Quando qualcuno mi scrive via mail per segnalarmi qualche iniziativa mi fa piacere. Prima di tutto perché vuol dire che mi hanno trovato in qualche modo, cercando qua e là nel web e poi perché mi fa piacere, nel mio piccolo, dare voce a cose che reputo interessanti.

Progetto parco giochi
welcome_my_playgroundLa prima riguarda un posto dove ormai mi ritrovo a passare un bel po’ di ore alle settimana. Il parco giochi. Mi ha scritto Mary (mamma di Riccardo e Alberto, di Reggio Emilia) per segnalarmi un suo interessante progetto. In questi mesi sta lavorando ad un’idea che le è venuta dopo un viaggio tra Stati Uniti e Canada. “I playgrounds – mi scrive – i nostri parchi giochi, che all’estero sono spesso originali, segnalati e ben tenuti, nel nostro bellissimo Paese purtroppo sono spesso trascurati, anonimi, uguali gli uni agli altri e non ci sono informazioni sul loro posizionamento o dotazione”.

“Io credo il parco giochi possa rappresentare una buona soluzione sia per fare giocare il bambino quando è in viaggio con mamma e papà sia per dare l’opportunità al bambino di giocare e al tempo stesso allenare creatività, fisico, relazioni.. non c’è bisogno di trascorrere un’intera giornata a Gardaland o in un mini club, spesso la soluzione potrebbe essere dietro l’angolo”.

E come darle torto? Come faremmo se non ci fossero nelle nostre città i parchetti dietro casa? Anch’io, ogni volta che vado a prendere il gnappo all’asilo mi ci fiondo per almeno un’ora e mezza. Almeno per arrivare a tirare all’ora di cena. Magari passando prima al supermercato a fare la spesa se c’è tempo.

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Pensieri di un papà

Le 10 regole per il parco giochi

cartello regole parco giochiIn questi giorni ho un po’ più tempo per stare col gnappo. Così, quando riesco, lo vado a prendere all’asilo e poi andiamo a fare un po’ di giri, a piedi o in bici. Destinazione preferita, il parco giochi, dove lui si fa un po’ di scivoli, di altalena, si fa la sua seconda merenda per tirare fino all’ora di cena e si diverte come può. Magari tirando calci ai palloni degli altri che gli capitano casualmente tra i piedi. Così, uno di questi pomeriggi, mentre lo stavo spingendo sull’altalena, assorto nei miei pensieri, ho pensato ai “must have” di un perfetto genitore al parchetto. Ecco i miei:

1) fare un po’ di pre-tennistica. E’ come la pre-sciistica, solo che questa mi servirebbe per tenere allenato un braccio, quello che serve a spingere l’altalena. Dopo diverse sessione di spinte, il mio braccio si indolenzisce. Sarebbe meglio prepararlo con un po’ di stretching e flessioni su una mano (see, magari ci riuscissi a fare le flessioni su una mano). Poi, per spingere dritta l’altalena, senza farla sculettare troppo, serve coordinazione. E’ indispensabile avere il polso fermo.