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Io lei e l'altro

Primo giorno a casa, è tutto sotto controllo (speriamo)

Il gnappo e Anna sono tornati a casa ieri mattina dall’ospedale. Il primo giorno è andato bene, tra poppate, nanne e zero cacca. Il peggio è stata la notte. Tra pianti ogni dieci minuti, poppate svogliate e poco sonno. Insomma, praticamente notte in bianco. Vabbé.

Io per fortuna sono riuscito a dormire 3 ore dalle 6 alle 9. Anna neppure quelle. Poi ho fatto un pisolino nel pomeriggio, mentre abbiamo affidato il pupo ai nonni che per fortuna domani torneranno a casa loro (ci hanno dato una gran mano, per carità, Dio li benedica, ma averli tutto il giorno sui piedi, con le loro ansie ogni volta che il gnappo frigna non è il massimo della vita). Anche Anna ha provato a schiacciare un pisolo, ma non è riuscita neanche a prendere sonno. E’ agitata. Ogni tanto piange. E’ normale.

Per me è tutto sotto controllo (o quasi), devo cercare di mantenere io la “barra a dritta”: I miei suoceri invece, più emotivamente coinvolti, a vedere piangere loro figlia già avevano il cuore spezzato e volevano fermarsi a dormire da noi invece che in albergo. “Assolutamente no”, ho detto io tramite l’ambasciatrice. “Grazie e a domani”.

Comunque, se non fosse per il sonno arretrato (Anna, mentre sto scrivendo, dormicchia in camera da sola) tutto andrebbe alla grande. Ma che dico, tutto va alla grande! Abbiamo un bimbo meraviglioso, sano, che mangia e dorme (almeno di giorno!) e caga (pochino a dir la verità, ma aspettiamo il latte “strong” a momenti, per ora c’è stato solo colostro). Cosa volere di più dalla vita? Un Lucano?

I piagnini di Anna sono normalissimi. Come da manuale. Ho cercato di rassicurarla e tranquillizzarla, tutto è sotto controllo. Mia suocera invece, appena vista una lacrimina, pensava già alla depressione post partum! Macché, solo un po’ di ormoni in giro qua e là e tanta stanchezza.

Quindi, visto che oggi ho dormito più io che Anna, cerco di stare un po’ sveglio e darle il cambio. Ora vediamo come va la seconda notte, poi, come si diceva a Rossella O’Hara, “domani è un altro giorno”.

Nota poetica. Quando io e Anna ad aprile scorso andammo in vacanza (quella in cui abbiamo concepito il gnappo) vedemmo delle rondini in un nido sul soffitto dentro una chiesa. Mamma rondine restava con i piccoli e papà rondine andava avanti e indietro dal nido, portando cibo e chissà cos’altro. Avrà fatto in mezz’ora una ventina di voli almeno. Ecco, dopo aver girato in scooter mezza Milano avanti e indietro per pannolini, vitamine, guaine, forbicine per le unghie, tessera sanitaria e iscrizione dal pediatra, mi sento un po’ come quella rondine. Una rondine non farà primavera, ma la natura è davvero meravigliosa.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto