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Io lei e l'altro

Da soli in casa con l’iceberg di latte

Ieri Anna è andata di nuovo a cena con le sue amiche e ci ha lasciati in casa da soli. Per carità, w la parità dei sessi, però ieri mi sono un po’ girate le balle. C’è la sua migliore amica che a luglio si sposerà e quindi le sue uscite con le amiche si sono intensificate.

Così, ancora in casa da solo con lui, (l’ultima volta era stato sabato quando ho lasciato andare la mia dolce metà al Salone del Mobile) mi sono sentito come in “uno scapolo e un bebé” (gli altri due scapoli non pervenuti).

Purtroppo stavolta è stato un semi disastro. L’ho fatto piangere disperato per una mezz’ora. Il problema è stato il tempo di scongelamento del latte che Anna ha tirato fuori dal freezer prima di uscire, verso le 8. Il gnappo alle 9.45 aveva già una fame da lupi. E il latte era ancora un iceberg troppo grande per passare dal contenitore alla bocca stretta del biberon.

Ho dovuto così accelerarne lo scongelamento. Il problema è che ci è voluto un po’ e il gnappo era già in lacrime. Allora armato di (poca) pazienza, ho messo il contenitore di plastica nel pentolino, provando i diversi livelli di acqua per non farlo rovesciare (mannaggia al principio di Archimede) e ho aspettato che il tutto si scongelasse con una mano sul fornello e una sul pupo (stando attento a non mettere il pupo sul fornello).

Disperato. Quando ha fame il gnappo è davvero disperato. E non riesce ad aspettare. La fame è una brutta bestia. Alla fine, dopo lunga attesa, sto benedetto iceberg si è scongelato e sono riuscito a metterlo nel biberon.

Ok, ce la possiamo fare. Prendo il gnappo paonazzo, con la vena della testa che sta per esplodere e in lacrime, gli do il biberon. Piange perché è troppo freddo. Minkia, per la fretta non l’ho fatto scaldare abbastanza. Ok, sangue freddo, rimetto il biberon a scaldarsi con il pupo sempre più urlante. Poi torniamo sulla sedia ad allattare.

Ma lui si strozza perché, mannaggia a noi, gli abbiamo cambiato la tettarella del biberon e, per far scendere più velocemente il latte, gli abbiamo preso la 3+ regolabile della Avent. Mio figlio, non amando i cambiamenti come suo padre e non essendo molto “svelto” con le novità, rischia così di annegare nel suo latte. Non avrà respirato per 10 secondi, non avevo mai visto uno strozzamento del genere! Il pianto torna a dirotto inconsolabile.

Fanculo alla nuova tettarella. Rimetto su la vecchia. Usato sicuro. Finalmente, con il latte alla giusta temperatura e la tettarella coi tre buchini standard, il gnappo inizia a poppare sereno. Deo gratias.

Finita la poppata, giochiamo un po’ insieme. Lui, dopo il ruttone sulle mie ginocchia, sorride ed è felice come una Pasqua. Sembra non abbia mai pianto. E’ però anche sveglio come un grillo e per farlo addormentare, dopo il cambio di pannolino talmente pieno di pipì che sarà pesato 3 chili e mezzo, c’è voluto come sempre del bello e del buono. Anna è tornata verso mezzanotte. La parità dei sessi mi ha rotto un po’ i coglioni. Basta cene fino allo svezzamento. Sè, come no…

Di Fede

Blog di un papà imperfetto