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Io lei e l'altro

Il ritorno dalle vacanze, in attesa delle prossime

Il bello di non vedere tuo figlio per una settimana intera è che, quando ritorna, è talmente cambiato che quasi non lo riconosci più. In 7 giorni di mare il gnappo è cresciuto a dismisura. Si è allungato, abbronzato e inciccionito, ed ha pure cambiato espressioni. Pesa un quintale. La vacanza gli ha fatto bene.

Lo stare fuori casa, sempre in giro, con un sacco di gente che gli passava davanti e gli sorrideva, lo ha svegliato di brutto. Era diventato la mascotte dell’hotel, mi hanno detto. Non c’è niente da fare, lo stare rinchiuso tra 4 mura non è il massimo per lui.

Si vede che ha bisogno di vedere gente, di incontrare altri bambini, di relazionarsi col mondo. Fosse facile: finché non ci mettono in graduatoria all’asilo nido la vedo dura. Al massimo gli possiamo concedere l’ora d’aria al pomeriggio con giro al parchetto. Per fortuna tra qualche settimana inizieranno le nuove vacanze in montagna. Piuttosto che niente è meglio piuttosto.

Ieri sono stato tutto il giorno da solo in casa con lui. All’inizio ero abbastanza spaventato. Poi per fortuna lui è stato bravissimo e tra un cambio di pannolino, una poppata, una pappina sapientemente preparata con le mie mani (abbondando un po’ con il parmigiano, visto che sta crema di riso fa abbastanza schifo) la giornata è passata.

Da quando è tornato dal mare ha aumentato anche la produzione di cacca. Sì, lo so, sono monotematico, finisco sempre a parlare di quello. Ma ieri, oltre ad averla fatta tre volte al giorno in quantità industriali, è riuscito pure a metterci un piede dentro. Chissamai che gli portasse fortuna. E come se non bastasse, io non mi sono accorto che il sacchetto del mangiapannolini era finito e  al ritorno di Anna mi sono pure preso la cazziata.

Certo, aprire quel coso di plastica da cui usciva una puzza indescrivibile non dev’essere stato bello. Come neanche dover spostare i pannolini uno per uno (riuscendo anche a sporcarsi un dito). Vabè, ho poi recuperato alzandomi io di notte tutte e quattro le volte per andare in camera del gnappo piangente e farlo smettere.

Quando alla mattina è suonata la sveglia, non avendo quasi chiuso occhio, mi è venuta quasi voglia di rispedirli al mare. E’ la legge del contrappasso: vuoi tuo figlio bello e ciccioso in casa da baciare e saccagnare? Il prezzo è non dormire. Tutto non si può avere, c’est la vie.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto