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Tagliamoci le vene

Post autunnale

L’autunno è arrivato e io sono un po’ così. C’ho un po’ le balle girate di default. Sarà il tempo, saranno le giornate che si accorciano. Uniscici che faccio duemila cose contemporaneamente, dormo poco, sono sempre di fretta, che nel giro di due giorni ho perso una fattura del meccanico, un giubbotto che ho perso per strada con dentro i documenti dello scooter di Anna (libretto, assicurazione, bolli) e il gioco è fatto.

Aggiungi che ieri l’altro mi si è pure rotto un dente iper otturato che andrà incapsulato per la modica cifra di 1170 euro (in quattro sedute dal dentista) e che devo pure passare alle Poste che con il servizio “Seguimi” (per farmi arrivare la posta dal vecchio indirizzo) hanno pure sbagliato numero civico, e il quadro è completo.

Però a parte questo, “la vita è una cosa meravigliosa”. Così come quasi meraviglioso è mandare il gnappo al nido e andarlo a prendere dopo 4 o 5 ore e trovarsi in casa da solo con Anna come non capitava da quasi nove mesi. Anche lei si sta riprendendo un po’ i suoi spazi e mi sembra un’ottima cosa. Un po’ meno per il mio portafoglio che si sta alleggerendo per la retta da pagare, ma finché c’è il lavoro e la salute c’è tutto. Che con l’autunno arriva anche la fiera della banalità l’avevo già detto? Ah, ecco.

Il gnappo comunque è sempre un cinemino. Adesso comincia anche lui a capire come va il mondo. L’inserimento all’asilo è finito e ha capito che lo stiamo “parcheggiando” per qualche ora in mani altrui. Ieri l’ho accompagnato io. Quando me ne sono andato aveva un faccino simil-rassegnato. Poi, quando Anna lo è andato a prendere, le ha piantato giù il muso per un po’. Poi con un po’ di coccole gli è tornato il sorriso. Sorriso che sta per evolvere con lo spuntare del suo primo dentino (con annessi pianti notturni).

Insomma, questo inizio di autunno va un po’ ad alti e bassi. Come sempre il tempo che non basta mai: le duemila cose da fare, il poco tempo per pensare e stare un po’ con me… Ma anche nella routine di tutti i giorni in fondo ci si sta bene. Ci sguazzo proprio e guai se me la togliessero. Anche se ogni tanto capita di avere “quell’Ovosodo dentro che non va né su né in giù”. Ma solo ogni tanto, giusto quando cadono le foglie.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto