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Cartoni animati

La bella lezione di Shrek 4

Dopo il terzo mi sono sparato pure Shrek IV (e vissero felici e contenti). Anche se non ho visto il primo, che come in tutte le saghe – da Rocky a Harry Potter – è quello più “fresco”, quest’ultimo episodio (ma sarà veramente l’ultimo?) mi è piaciuto. Secondo me è pensato più per i grandi che per i bambini. Se già Shrek III mi ha fatto scattare il meccanismo di identificazione nell’orcone verde (soprattutto quando gli sono nati i tre orchetti e lui è alle prese con pannolini, risvegli notturni & co.), stavolta micidiale è l’inizio del cartone.

Quando lui non ci sta più dentro con la routine familiare e arriva al punto in cui sclera alla festa di compleanno, andando poi a fare un patto col nano. Diciamo la verità, chi non si è sentito almeno per una volta come Shrek?

Chi non avrebbe voluto urlare come lui quando che gli impegni familiari hanno preso il sopravvento su di te e non riesci più a fare (o magari ad essere) quel che volevi?

Poi però quando la trama inizia a complicarsi e poi a svolgersi capisci tante cose. Alla fine la famiglia e i tuoi figli sono parte di te e anche se ogni tanto ti verrebbe voglia di tornare alla tua vita di prima, ti accorgi che non puoi più farne a meno. E’ bello tornare a fare l’orco cattivo (discoteche, aperitivi, cucco sfrenato?), ma poi ti accorgi che non solo il mondo che ti circonda è cambiato, sei cambiato proprio tu. E sicuramente sei cambiato in meglio, anche se non ti puoi più rotolare nel fango come una volta.

Insomma, quello che hai di più prezioso sono la tua compagna, i tuoi figli e i tuoi amici. Il fatto è che per capirlo a volte devi firmare il contratto col nano e magari senza clausola risolutoria. E là fuori è pieno di nani (e di streghe) che proprio mentre tu stai sclerando ti propongono contratti sui quali metteresti subito la firma. Ma le streghe alla fine si sciolgono con un po’ d’acqua, mentre quello che rimane e che salva è il bacio del vero amore. Solo che ogni tanto capita di dimenticarselo. Meno male che Shrek te lo ricorda: “… e vissero tutti felici e contenti“.