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Io lei e l'altro

Bambini grandi, primi passi e l’indice panoramico

indiceIeri ci è venuta  a trovare una mia amica che ha un figlio di 5 anni. Lo avevo visto appena nato e non credevo che i bambini potessero diventare così grandi. Cioè, ancora non sto realizzando che il gnappo sta crescendo e che in men che non si dica me troverò a chiedermi le chiavi della macchina per uscire coi suoi amici. Incredibile.

Ma il bello è stato vederli insieme. Il figlio della mia amica, vivace, che correva per casa un po’ provando i giocattoli del gnappo e un po’ guardando i cartoni che gli avevo messo in tv. E il nano, estasiato da quel compagno di giochi più grande di lui, che lo seguiva a gattoni manco fosse la sua ombra. A un certo punto i due marmocchi si sono pure allontanati da soli in corridoio, sfuggendo alla nostra vista. Fantastico come socializzano i bambini, anche se hanno età diverse.

Detto questo il nostro gambero sta provando a camminare. Ora qualche passettino lo mette insieme prima di lanciarsi in avanti o cadere di sedere. E gli piace proprio. Quando ci mettiamo a farlo camminare sul tappeto ride un casino, come se fosse un bel gioco.

Così come quando lo prendiamo per mano per fare due passi in casa. Si impegna tantissimo. Altro discorso per quanto riguarda il parlare. Se mesi fa provava a dire “baaa baaaa” adesso si è chiuso nel silenzio più totale. L’unico verso che emette è un indefinito urlo incazzoso che accompagna il dito puntato su qualcosa a caso che vorrebbe in mano.

In realtà quel dito (il “dito panoramico” l’ha chiamato mio suocero) scatta da quando è appena sveglio e per per tutto il giorno indica chissà cosa. Quando è sul seggiolone, pur di cazzeggiare mentre mangia, punta il dito su cose a caso sul tavolo. Se gli chiedi: “Vuoi questo?”. Lui ti guarda con una nuvoletta con un punto di domanda sopra la testa tipo fumetto. “Allora vuoi questo?”, riproviamo. E mica ti fa capire cosa vuole. No, a lui basta indicare. Forse è un gioco che vuole provare con noi: “Indovina cosa non voglio”.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto