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Io lei e l'altro

La gnola, gli alpini e un week end tranquilli

Cappello_AlpinoUff. Che fatica. Il gnappo è in modalità gnola (stato d’animo che nasce dall’unione tra Lagna, Tigna e Noia). Gnola di giorno, quando torna a casa dall’asilo. Ma soprattutto gnola di notte, con una media di circa 10 risvegli. E’ così da mercoledì e dopo la seconda notte insonne, passata a cercare di consolare l’inconsolabile, sono un tantino provato. Come sempre le abbiamo tentate tutte. Camomilla, a letto con noi, io con la brandina vicino al suo lettino, Dentinale sulle gengive, un po’ di Tachi, (perché non si sa mai che abbia male da qualche parte).

Niente, di giorno è intrattabile e di notte disperato. Se prima, quando si svegliava, era relativamente facile farlo riaddormentare rimettendogli il ciuccio, adesso il ciuccio non lo vuole più e si incazza quando provo a rimetterglielo. Urla disperate da svegliare mezzo quartiere. L’unico modo è prenderlo in braccio, svegliarlo, e dopo un bel po’ (magari anche accendendo la luce) si calma.

Ok, torniamo al solito mantra: “Saranno i denti”. La dentizione è ormai causa anche del buco dell’ozono, del fallimento di Lehman Brothers, dell’estinzione dei panda. “Saranno i denti”. Saranno i denti che lo rendono intrattabile quando gli diciamo di non darci gli schiaffi in faccia. Con le buone. E continua. Con le cattive. E continua ancora, per sfidarti. Con le cattivissime (ieri l’ho alzato di peso dal letto e gli ho dato un’urlata in faccia). E allora (forse) piange. Perché il gnappo è un duro, oltre che un testone. Non piange facilmente. Tiene tutto dentro. Non ti dà la soddisfazione di farsi vedere con le lacrime.

Per fortuna dopo poco dimentica tutto e gli torna il sorriso. In questo ha preso da me. Il sereno fa in fretta a tornare. Però poi arriva la notte. E anche lì perdere la pazienza al quarto risveglio è un attimo. Ieri era Anna che stava sclerando e ho fatto io da paciere. “Un conto è quando ci arrabbiamo di giorno, ma di notte, quando lui dorme, se si sveglia, non è colpa sua”, le ho detto. Così, dopo le 2, ci siamo dati il cambio. Sono andato a dormire da lui sulla brandina. Si è svegliato ancora ovviamente. L’ho messo allora vicino a me. Lui mi ha messo me mani in faccia e si è riaddormentato. Mi veniva da piangere. Un po’ dalla stanchezza e un po’ dalla frustrazione. Guardando alle 5.20 l’orario dal cellulare e non avere ancora chiuso occhio.

Questo week end volevamo andare dai miei. C’è il raduno nazionale degli alpini (in città, non in casa dei miei). Ci sarebbe piaciuto vedere com’era e avevamo già mobilitato tutto e tutti. Ma stamattina ne abbiamo parlato ed è partito il contrordine. Lo sballottiamo troppo sto pupo. Il 25 aprile dai miei, poi dagli altri nonni, poi una settimana d’asilo e adesso si sarebbe fatto un altro week end fuori casa. Senza contare che a fine maggio tornerà per una settimana dagli altri nonni perché io e Anna saremo in Puglia.

Ok, week end saltato, riprogrammiamone uno più tranquillo. Sperando che anche lui si tranquillizzi e passi la gnola. Proviamo a passare un po’ più tempo con lui, magari senza arrabbiarci. Con due ore di sonno non è facile, ma ce la possiamo fare. “Sarà una fase”. Alè.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto