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Pensieri di un papà

Vieni a ballare in Puglia

alberobello trulliTornati. Tutto bene. Matrimonio, vacanze annesse, ritorno a casa. Sani e salvi, riposati al punto giusto e contenti. Abbronzati poco, visto che di sole non ne abbiamo preso tanto. Nell’unico giorno in cui volevamo andare in giro per spiagge ci ha seguito la nuvoletta fantozziana e abbiamo dovuto ripiegare su un paio di mete alternative Gallipoli e Manduria. Ma del tour ci sarà tempo di parlare nei prossimi giorni, magari con un po’ di foto. C’è da dire una cosa invece: di solito, quando le vacanze finiscono, si è sempre giù di morale. Questa volta no. Perché ad aspettarci c’era il gnappetto. Che in una settimana dai nonni ha mangiato, dormito, giocato con i gatti e fatto dimagrire un po’ il nonno che gli stava dietro. Te pareva. Un santo, con loro.

Quando siamo entrati in casa non si aspettava di trovarci lì. All’inizio si è quasi spaventato vedendo salire dalla scala due loschi figuri provati da un viaggio di circa 8 ore tra macchina, aereo, navetta e treno. Ma poi, appena abbiamo messo piede in casa, era al massimo della gioia. Agitato ed esagitato. Con gli occhi che gli sorridevano. E anche la bocca ovviamente. Tanto felice che la notte, dopo una settimana di sonno quasi ininterrotto, è tornato ai suoi classici risvegli con pianto. Così, giusto per darci il benvenuto e farci capire che la vacanza era finita. Ma va bene così.

Quando eravamo andati a Firenze un week end di febbraio senza di lui, al nostro ritorno ci aveva accolti nella totale indifferenza. Freddo. Impassibile. Come si dice dalle mie parti, non ha fatto neanche una piega. Adesso invece feste a go go. Fosse un cane avrebbe scodinzolato a manetta con tanto di zampe addosso. E anche noi, dopo sette giorni senza di lui, non stavamo più nella pelle. In così poco tempo, come sempre, lui è così cresciuto che ancora un po’ e manco lo riconoscevamo. Un altro bambino. Che cammina spedito e ha cambiato ancora espressioni. Io ci ero abituato a dir la verità, le volte che Anna torna dai suoi per qualche giorno. Per lei invece era la prima volta. E finalmente ha provato la stessa sensazione. Che all’inizio ti lascia un po’ così. Ci devi fare l’occhio. Ma poi quando lo guardi bene, in ogni fossetta, lo riconosci e ti chiedi come sia possibile un’evoluzione così grande in così poco tempo.

La vacanza pugliese è andata alla grande. Il meglio è stato il matrimonio, con l’arrivo di tutti gli amici che non vedevo da tempo, la cerimonia, la festa e l’inizio della nostra vacanza vera e propria quando sia gli sposi che gli amici si sono dileguati e ci hanno lasciati alla libera scoperta dello splendido Salento. Città, un po’ di mare e grandi mangiate. Chiedere anche un po’ più di caldo sarebbe stato troppo. E’ andata comunque benissimo così.

Prima di partire ero curioso di sapere come la mia dolce metà ed io avremmo gestito la vacanza a due. Era dall’agosto del 2011, prima dell’arrivo del gnappo, che non andavamo in giro da soli. Per diversi giorni almeno. Pensavo che avremmo parlato solo di lui o al massimo dell’asilo. E invece no. Il dialogo c’è ancora. Su tutto, come una volta. E non è poco. Certo, del gnappo abbiamo parlato ogni tanto. Ma per fortuna non siamo stati monotematici. Ci siamo invece goduti un po’ di giorni tutti per noi, guida alla mano, con ristoranti da provare, paesi da scoprire, cene con una puccia e una birra davanti al mare e notti finalmente per dormire.

Sì perché ovviamente, oltre al fatto che arrivavamo a sera stravolti, puntuale come le tasse, l’ora legale e il Santo Stefano dopo il Natale, anche il ciclo è arrivato. Il giorno prima di partire. E se n’è andato solo l’ultimo giorno prima di tornare. Quello in cui abbiamo visitato Lecce. Una notte sola. Ma ho cercato di recuperare. Per una volta un letto che non cigolava. Non so quando ci potrà ricapitare.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto