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Tagliamoci le vene

Maturità

maturità 2014Non li invidio, se non per l’età che hanno. Perché la Maturità è una delle prove più difficili che uno studente possa affrontare nella vita. Inizi a rendertene conto verso la fine del penultimo anno delle superiori. Ma è solo un pensiero lontano. Poi arriva il quinto anno e l’ansia inizia a crescere con i mesi che passano. Perché i prof da subito te la menano con la matura. Tutto il programma è finalizzato al mega esame.

Arriva giugno. Sei cotto, ma devi tenere duro. Le prove scritte sono le più difficili. Poi ci sono gli orali, ma già lì inizi a vedere la luce in fondo al tunnel. Anche perché dopo sarà tutto finito e ci saranno finalmente le vacanze, le più spensierate della tua vita. Allora non c’era Facebook e neanche Twitter o Instagram, né i telefonini che facevano i “selfie”. Preistoria.

Quindici anni fa c’ero io seduto in una di quelle lunghissime file di banchi. Avrò dormito più o meno come stanotte. Almeno la sensazione di rincoglionimento mattutina è la stessa. Come un condannato al patibolo vado verso la scuola, la mia amata scuola. Dopo aver salutato un po’ di gente mi metto ai blocchi di partenza, fuori dal portone d’ingresso. Quando si apre parte lo scatto forsennato per non finire nei banchi davanti, quelli vicini alla cattedra.

L’agitazione sale, gli zuccheri nel sangue scendono. Alla Eli, seduta nel banco a destra del mio, scappa la cacca prima della consegna delle tracce. Chiede se può alzarsi e andare in bagno. Ok, ma la mia prof di matematica e fisica la deve accompagnare. Che vergogna. Gliel’ho ricordato anche nel giorno del suo matrimonio. Ci siamo messi a ridere.

Poi partono i temi. Le tracce nel 1999 sono queste. Vado per esclusione e scelgo il tema di ordine generale: “Numerosi bisogni della società trovano oggi una risposta adeguata grazie all’impegno civile e al volontariato di persone, in particolare di giovani, che, individualmente o in forma associata e cooperativa, realizzano interventi integrativi o compensativi di quelli adottati da Enti istituzionali. Quali, secondo te, le origini e le motivazioni profonde di tali comportamenti? Affronta la questione con considerazioni suggerite dal tuo percorso di studi e dalle tue personali esperienze”.

Ma che ne so io quali sono le motivazioni e le origini del volontariato? Cosa volete che ne sappia di queste robe uno studente che ha preso da poco la patente e che nell’ordine pensa: alle ragazze, agli amici, a dove andare la sera a divertirsi… Ma in sei ore qualcosa mi invento e alla fine il tema, che è sempre stato il mio scoglio più grosso in tutti i 5 anni, è la prova in cui riesco a prendere il punteggio più alto.

Esco stremato. Fuori da scuola un giornalista mi chiede com’è andata. Vuole sapere il mio nome e cognome, ma io non glielo voglio dire. Così, scocciato, va a chiedere informazioni a un altro. Fuori fa caldo. La testa è pesante. Vado a casa, mangio e mi butto sul letto a dormire. Il tema non è la prova più difficile, ma è il primo scoglio, la partenza della salita, quella che ti stanca subito le gambe non ancora allenate.

Ogni anno, nei giorni della Maturità ci penso. Penso a quel periodo della mia vita, con un po’ di nostalgia. Forse è per questo che mi piacciono così tanto il film Immaturi e Immaturi il Viaggio. Forse è perché mi mancano i miei compagni di scuola. Mi mancano gli anni ’90. “Quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè”, cantava J. Ax in “2030“. Al 2030 non manca poi così tanto. Siamo a metà, altri 15 anni e ci siamo. Speriamo solo che Ambra non sia il primo presidente donna.

In bocca al lupo ragazzi, da un collega un po’ più grande di voi. Non vi invidio. Anzi, forse un po’ sì.