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Cartoni animati

In cucina io starò…

gnappi sul divanoUno dei piaceri della giornata è svaccarmi sul divano la sera insieme al gnappo a guardare i cartoni animati. Di solito prima di cena, verso le 6. Accendo la tv, scanalo i titoli nell’hard disk pieno di vecchi cartoni Disney e via. Ogni tanto ci raggiunge anche Tatteo che smette di piangere solo se lo metti coricato su un fianco con la testa appoggiata al mio braccio. Ovviamente ciucciomunito. Altrimenti parte la sirena.

Al gnappo i cartoni piacciono. Essendo lui un abitudinario (tutto suo padre) va in fissa con alcuni titoli che guarda fino alla nausea. E anche in questo va a periodi.

shrekC’era stata la fase Shrek. Gli piacevano soprattutto l’uno e il due. Il tre non tanto, il quarto lo schifava. Così maratone di Shrek due (non più di una volta al giorno, almeno quello). Lo alternava a Cars (l’uno o il due senza preferenze).

Adesso Shrek è passato di moda (probabilmente gli è venuta la nausea), ma Cars è rimasto. E se prima guardava l’uno (che praticamente è la trama di Doc Hollywood con Michael J. Fox, per chi l’avesse visto), adesso il suo preferito è il secondo, quello con la gara internazionale di macchine (il World Gran Prix, sponsorizzato Allinol). Cars 2 ha una trama che in confronto Beautiful ti sembra i Teletubbies (a proposito, che fine hanno fatto i Teletubbies? Su Rai YoYo adesso vedo solo una roba bianca, pelosa e inutile che si chiama Mofy… bah).

Comunque, Cars II è la sua passione. Ha pure le macchinine di Saetta MCQueen, Cricchetto e il mitico Finn McMissile (che lui chiama “Fillmissail”, o una roba del genere che è difficile trattenersi dal ridere). Fa addirittura la gara tra le sue macchinine, proprio come nel cartone. Le mette in fila, una dietro l’altra, per terra o sul mobile della tv.

macchinine gara cars A volte va in super fissa e deve farle correre anche alla mattina prima di andare all’asilo, imbastendo il solito serpentone. Peccato che siamo sempre in ritardo, ma se gli dici di no è peggio e il ritardo lo fai lo stesso per i suoi capricci. Vabé.cars 2

A parimerito con Cars II da un po’ di mesi c’è L’era glaciale. Questo gliel’ho fatto scoprire io, perché figurati se mi chiede di guardare un cartone nuovo! “Vediamo L’era glaciale? Guarda che è bello!”. “No!!”. Poi glielo fai partire lo stesso e lui, dopo le prime scene in cui rimane sul chivalà non ne può più fare a meno. Droga pesante.l'era glaciale

L’era glaciale per noi è detta anche “bubusettete!”. Dalla scena in cui Diego (“Gdsègo”), la tigre preistorica zannuta, vuole far smettere di piangere il bimbo e gli fa “bubusettete”. Ecco, non potete immaginare quante volte al giorno il gnappo reinterpreti la stessa identica scena con Matteo. Solo senza zanne. E il nano bis non smette di piangere, anzi, piange di più, più o meno come nel cartone.

Insomma, bubu7te è un altro must. Ho provato a fargli vedere L’era glaciale  due, tre e quattro, ma non c’è stato verso. Anzi, con il tre, a un certo punto, quando c’è una scena con Diego che insegue da cattivo una specie di gazzella il gnappo si è messo a piangere disperato. Sensibilone lui. Un po’ come nel Re Leone, quando Mufasa muore o Simba lotta alla fine con suo zio Scar. Il gnappo scoppia in lacrime che gli scendono sulle guanciotte ancora paffute. Quindi censurati L’era glaciale 3 e il Re Leone.

il libro della giunglaMa c’è un altro cartone che in questo periodo gli piace un sacco: Il libro della giungla (“Jungaa”) che lo fa ridere un sacco. Soprattutto quando Ka vuole ipnotizzare Mowgli e quando spunta fuori Baloo. E in effetti come dargli torto. Proprio oggi me lo sono rivisto tutto. Quel cartone è uno spettacolo. Colonna sonora fantastica, una trama ben fatta (tipo Shere Khan che viene nominato all’inizio del film ma compare solo verso la fine creando suspence), personaggi fighi e un finale che è il top dell’antifemminismo: la ragazzina – di cui il gnappo è innamorato e che gli ricorda la sua maestra dell’asilo giovane – che mentre va a prendere l’acqua canta

“Mentre a caccia va mio padre
mamma è in casa a cucinar
io che ancora son piccina
alla fonte devo andar
fino a che crescerò
devo andare a prender l’acqua
finché grande non sarò…

Ma un giorno avrò un buon marito
e una figlia anch’io avrò
la manderò a prender l’acqua
e in cucina io starò
la manderò a prender l’acqua
e in cucina io starò…”

Ecco, decenni di lotte femministe buttate nel cesso, in un finale che si può riassumere con il noto adagio “tira più un pelo di…”. Alleluja.