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Noi quattro

Bello e impossibile

ma belloBello. The Second è proprio bello. Lo so che ogni scarrafone è bello a papà suo. E’ vero. Ma tra l’anno e l’annoemezzo i bambini sono bellissimi. Non sono troppo piccoli, visto che hanno superato la “fase neonato”. Ma non sono neanche troppo grandi. Sono dei barattoli di ciccia da annusare sotto al collo. Piedini da mordere e baciare. Tempeste di baci. Primi e ridicoli dentoni che spuntano fuori.

The Second adesso è così. E io so che rimarrà così bello ancora per poco. Più o meno fino ai due anni. Sei mesi “d’oro” in cui il tempo dovrebbe fermarsi. I bambini secondo me dovrebbero restare sempre così. Soprattutto se sono sorridenti come lui, quando vuole. Ride, mette i denti e sta muovendo i primi passi. Tira anche i capelli al fratello quando lui gli gira attorno.

Ma The Second è anche impossibile. Bello e impossibile. Ed è una bella lotta. Perché se di giorno ride come pochi, quando vuole ha un caratterino che nel giro di mezzo secondo gli fa cambiare espressione. E si salvi chi può. Incazzoso è dir poco. E’ iracondo. Basta che una cosa non sia come vuole lui che si mette a strillare e ti guarda arcigno. Di sfida addirittura.

Anche di notte è impossibile. Perché vuole ancora la tetta nonostante dietro al capezzolo non ci sia più latte ormai. Così si sveglia e si mette a urlare come un forsennato. Lo portiamo porto nel lettone (ormai da più di un anno a questa parte, sic), ma lui si incazza lo stesso. Piange, piange e piange. Ma io lo so che non ha niente. Neanche i denti. Gli girano solo le balle e allora deve farsi sentire.

A un certo punto ieri l’ho riportato nel suo lettino. E lui si è messo buono per un attimo. Voleva dormire. Ma voleva anche piangere. Così ogni tanto ricominciava con qualche strillo. Ma non perché avesse nulla. Voleva solo piangere. Tenerci in riga. Farsi sentire. Rompere i cosiddetti. Conosco i miei polli. Mi basta vedere lo sguardo. E so già che ne vedremo delle belle nei prossimi mesi/anni. Non vedo l’ora.

Con quello lì non si scherza. The Second è uno che sa cosa vuole. Lo ha sempre saputo. E fa di tutto per ottenerlo. Ti prende per sfinimento. Knock out tecnico. Ha una resistenza, una costanza, e una testardaggine nel raggiungere il suo obiettivo davvero invidiabili. Proprio un’altra pasta rispetto a me e al gnappo. Ma anche ad Anna. Chissà da chi ha ereditato. Fa comunque ridere, perché preso nelle giuste dosi (tipo come faccio io, che di giorno mi riposo andando a lavorare e la sera torno a casa per cena) è fantastico.

Mi è diventato simpatico The Second. E io sono diventato simpatico a lui. Anche se a volte lo prendo in giro, lo strappo alle braccia della mamma dicendogli che il papà è uguale alla mamma (almeno, così sento dire in giro adesso…). Ma lui non ne vuole sapere e continua a preferire la sua mamma a me. Me ne devo fare una ragione in qualche modo, ma è difficile.

Ogni tanto però gli vado a genio anch’io. Soprattutto quando gli faccio battere le mani a tempo con una canzoncina che ho inventato. Una canzone assurda che è entrata in testa anche al gnappo. “Le manine, di Matteo, battono insie-e-me”. E lui ride. E batte le mani. Un successone proprio, da depositare in Siae: testo e melodia.

E come tre scemi ci divertiamo così dopocena. Tanto, per quello che danno in tv, non è che ci perdiamo granché.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto