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Il Bosco di Fede

Una buccia vuota, l’albero di Alba

Bosco di FedeChi legge questo blog da un po’ (e non capita qui per caso solo perché cerca su Google cose sconce su Carolina Benvenga o Fata Ariele) sa che c’è una rubrica a cui tengo tantissimo: il Bosco di Fede.

Non mi ricordo come è nato, ma è un posto sempre bello, tranquillo, tra la luce del sole che penetra tra i rami degli alberi.

Ogni tanto capita qualcuno pianta un piccolo albero. Ed è per me sempre un grande regalo. Perché il bosco vuol dire speranza. Perché mi piace far sentire anche il suono silenzioso di tanti alberi che crescono e non solo di un albero che cade.

Poi io mi faccio un sacco di paranoie. Sul perché ho iniziato a scrivere qui. Sul perché, se e come continuare. Sul tempo che manca sempre per fare le cose a cui tengo di più. Per un sacco di seghe mentali che ogni tanto saltano fuori.

Poi arriva una mail. Inaspettata. E mi fa riconsiderare tutto. E sapere che, nel mio piccolissimo, sono stato (non so come) d’aiuto a qualcuno.

Il grazie è il mio quindi. Sincero. A chi, ogni tanto, si ferma a piantare un altro albero nel Bosco di Fede. Come ha fatto Alba. Che, forse inconsapevolmente, mi ha dato una svegliata.

***

Ciao Federico,

 ti leggo da tantissimo tempo, da quando ti sei ritrovato alle prese col montaggio di un passeggino, o giù di li.

Ti scrivo per dirti grazie. Ti ho sentito tanto vicino in più di una occasione – il braccio di un amico cui aggrapparsi nei momenti di mancamento, la spalla di un amico su cui piangere nelle difficoltà, il sorriso di un amico che ti comprende quando tutti intorno ti guardano senza capirti.

Sono diventata mamma più di due anni fa. Avevo sempre desiderato diventare madre ( pensa te, da piccola giocavo a “partorire”…… diversamente dalle mie amiche, che vestivano le barbie da spose o da principesse, io giocavo a fingere di partorire……).

Nel momento in cui ho scoperto di essere incinta, però, è scattato in me qualcosa. La PAURA.

Paura che le cose andassero male, che il bambino non stesse bene, paura di non essere all’altezza, di non farcela, di milioni di cose che fino ad allora neanche mi avevano sfiorata. E queste paure si sono decuplicate con il parto.

22 ore di dolori allucinanti, al di là di ogni immaginazione, 22 ore in cui mi sono sentita morire e poi rinascere, morire e poi rinascere, morire e poi rinascere….. e quando finalmente tutto è finito e il mio piccino e’ venuto alla luce, io ero MORTA.

Una buccia vuota.

Tralascio qui cosa possa voler dire ‘depressione post partum’, ci passano tante donne purtroppo e certo non voglio tediarti con le mie lamentazioni. Io so solo che è come IMPLODERE mentre tutto ti ESPLODE intorno.

Per mesi non mi sono riconosciuta, mi sembrava di essere calata in una realtà aliena da me, non avevo né forze fisiche né forze mentali per reagire, il mio bambino mi chiedeva tante attenzioni e io volevo solo dormire…… meglio se per sempre…

Con mio marito (da me sommamente pazzamente amato) è stato come ritrovarsi all’improvviso a parlare due lingue diverse senza più capirsi…. solo litigi urla ripicche musi….

Per mesi è stato come vivere un incubo grottesco, una climax discendente sempre più intricata e aggrovigliata, resa ancora più complessa dall’inasprirsi dei rapporti interfamiliari, da crescenti difficoltà sul lavoro (io e mio marito abbiamo una attività nostra), dalla totale assenza di intimità tra noi due (aspetto delicatissimo e ahimè fondamentale al buon funzionamento di una coppia…).

E’ stata durissima, non voglio farla lunga. E il tutto è stato reso ancora più complicato da una serie  di situazioni che ti giuro, mai e poi MAI avrei pensato di dover vivere nella mia vita.

L’odio tra mio marito e i miei genitori, ad esempio, che mi fa stare malissimo e che in effetti non si può dire mi abbia aiutata a stare meglio in questi anni . L’avventuretta extraconiugale di mio marito, comprensibilissima per carità (io ero ridotta ad un’ameba piagnona, lei era una dea greca bellissima e intelligentissima e disponibile…) ma comunque un bello smacco per me…..

Vabbè, ognuno ha le sue croci, io mi auguro di aver almeno imparato qualcosa dalle mie….!!!!!!!!!!!

Adesso, ciò che conta, ciò che deve contare prima di tutto, è quel piccoletto che scorrazza qua e là parlando tutto il giorno ininterrottamente di ruspe escavatori caterpillar bobbicat cantieri camion-movimento-terra, quel turbine di simpatia che ci affascina ogni giorno con le sue trovate e la sua luce………

Diventare genitori e’ qualcosa che davvero vale la pena vivere……

E per fortuna esiste ogni tanto un genitore che decide di aprire un blog e riesce ad essere di conforto e di aiuto a tanti altri genitori!!!!!!!

In tutti quei mesi di delirio, sappi che sei riuscito a far comparire più di una volta un sorriso sul mio viso.. Il tuo humour innato, la tua capacità di sdrammatizzare, più volte hanno avuto su di me un benefico effetto.

E poi mi sono sentita capita. Tante dinamiche che tu narravi le vivevo ogni giorno , e mi faceva bene vederle dal punto di vista maschile, capire che non erano nulla di così strano, ma forse erano solo le tappe necessarie di quel percorso assai irto eppur meraviglioso che si chiama diventare genitori….che si chiama VITA…

Grazie Federico per aver deciso un bel giorno di condividere i tuoi pensieri, grazie per la tua lucidità, grazie per la tua simpatia, grazie per le tue analisi acute e per lo sguardo puro che rivolgi al mondo. Grazie per aver saputo costruire una famiglia così bella (il gnappo e The Second sono incantevoli….. e Anna è così tosta!!!!! Li adoro…..!) e per tutti gli sforzi che quotidianamente fai per essere sempre il loro punto di riferimento, la loro ROCCIA!

Continua così, sei un babbo fantastico!!!

Ti mando un grande abbraccio

Alba

Di Fede

Blog di un papà imperfetto