Io lo so che non esistono giochi da maschio e giochi da femmine. O meglio, è quello che mi dicono tutti e pian piano sto provando a convincermene anch’io. E ho voluto fare la prova del nove quando ci hanno regalato il set delle torte Play Doh, la cosiddetta Torta pasticciona.
Scevro da ogni pregiudizio, una domenica mattina, provando a mettermi nel panni di un cake designer vestito da Nonna Papera, mi sono messo a fare le torte con il gnappo.
Abbiamo allestito il set di gioco sul nostro tavolo, mettendo sotto una orribile tovaglia impermeabile fermata da un sacchetto di mandarini e una bottiglia d’acqua che altrimenti sarebbe scivolata via sul tavolo di legno.
Ho aperto la scatola e ho provato a capire come “impastare” le torte con la pasta colorata.
Io per certe cose sono un vero precisino e quando gioco col Play Doh non mi piace mischiare i colori. Cosa che inevitabilmente succede visto che il gnappo mette tutto insieme. E infatti mi sono ritrovato a togliere briciole di azzurro dalla pasta arancione e viceversa. Ma vabé.
Io ho provato a mettermi d’impegno e usare tutto il mio estro per creare vere e proprie opere d’arte come quelle che vedi nella pubblicità.
Ma niente, non ce l’ho fatta. Al gnappo però è piaciuto lo stesso giocarci perché tanto lui le torte le fa di fantasia.
Anche a Matteo piace. Gliel’avevo messa in mano per tenerlo buono visto che come al solito piangeva e voleva attenzioni.
Ma nel giro di mezzo secondo ha provato a mettersela in bocca. Lesto come una faina gliel’ho tolta e lui è andato avanti a piangere. Te pareva.
Visto lo scarso successo che avevo avuto con le mie creazioni ho ribadito sconsolato la mia teoria: “Le torte sono una roba da femmine”, ho detto stizzito ad Anna facendole vedere l’opera delle mie sante manine.
E per avere la prova del nove ho chiesto a lei di mettersi a fare un po’ di torte.
E, come sempre, avevo ragione visti i risultati: “Le torte sono roba da femmine”.
Per la cronaca quella al centro è la mia, quelle laterali le sue. Insomma, alla fine il gioco era più per noi che per il gnappo, come sempre succede. E stavolta la sfida l’ha vinta lei.