Categorie
Io lei e l'altro

Il teatro della tosse

tosseNon gli passa più. La tosse intendo. Ce l’ha ormai da 15 giorni e questa maledetta non se ne vuole andare via. Di solito arriva a raffiche. Che durano anche mezz’ora. Povero gnappo, mi fanno male i polmoni e la cassa toracica per lui. I picchi sono alla mattina, dopo il pisolo e di notte. Forse per il cambio di posizione da sdraiato a in piedi. Boh. Sta di fatto che tossisce peggio di un fumatore incallito.

Maledetto inverno. E’ iniziato tutto con un raffreddorino. Poi il muco sarà sceso verso i bronchi e adesso è lì, che balla tra naso e gola. E lo tormenta. Il brutto è che non è neanche una tosse katarrosa. E’ secca, la stronza. E ogni rimedio per ora non ha avuto granché effetto. Aerosol, sciroppi vari omeopatici, rimedi della nonna tipo latte e miele, camomilla e miele. Macché.

Categorie
Io lei e l'altro

La mano finta, la nostra ultima spiaggia

mano fintaHo visto che in commercio ci sono le mani finte. Non solo quelle che vendono per gli scherzi di carnevale o Halloween. Le usano anche le estetiste, per fare pratica per la ricostruzione unghie. Io pensavo di regalarne una al gnappo. Sembra un po’ macabro, ma sarebbe un utile stratagemma per farlo addormentare nel suo lettino e riaddormentare durante uno dei suoi soliti risvegli durante la notte.

Sì perché quello lì ha preso l’abitudine, per tranquillizzarsi, di accarezzarci la mano (noi coglioni che per primi lo abbiamo abituato, sia chiaro). Adesso quando si sveglia di notte (l’ultima volta erano le 5.48 poche ore fa) chiama la mamma, una delle uniche parole che sa dire a due anni suonati, oltre a papà, nonno e nonna. La chiama a mo’ di lamento, se non addirittura piangendo, fino a che qualcuno non va da lui.

Quel qualcuno il 90% delle volte sono io. E per farlo riaddormentare ho diverse tecniche:

Categorie
Io lei e l'altro

Il temuto ritorno dalle nostre vacanze di Natale

hard resetSto ancora cercando i tasti per fare un hard reset del gnappo. Perché dopo due settimane passate dai nonni si è abituato a un mood che non è proprio quello standard. Ogni anno il ritorno dalle vacanze di Natale è sempre da raccontare.

Prima siamo andati a casa dei genitori Anna, dove lui giocava con la gatta e si faceva spupazzare dalla nonna. La povera micia non ne poteva più. Lui che voleva accarezzarla ad ogni minuto con i suoi modi non sono proprio delicati. Lei che portava pazienza e che quando lui esagerava gli faceva capire bene che stava oltrepassando il limite. Tipo quando si è girata di scatto e gli ha dato un mini-morso sulla manina. Scena fantastica. Lui non sapeva se ridere o piangere. Ma per precauzione si è allontanato. Mica scemo.

Categorie
Io lei e l'altro

Svomitatio, cronaca di una notte insonne

stand by me palla di lardo vomitoPrima o poi doveva succedere. E anch’io ero un po’ stupito dal fatto che al gnappo non fosse mai venuto prima. E invece ieri notte, puntuale come Babbo Natale la notte del 24 dicembre, è arrivato  anche lui: lo svomitazzo.

Da qualche settimana, (forse mesi?) il nano ha ripreso a svegliarsi la notte. Ultimamente, complice la febbre che gli è venuta dopo il nostro giro al Christmas village, è sempre molto agitato, nonostante la febbre gli sia passata dopo solo un giorno e mezzo. Così a turno (la media è 4 turni io e 1 Anna) faccio scattare la “pratica brandina” per andare a dormire in camera sua vicino al suo lettino. Perché altrimenti è un viavai continuo con lui che piange disperato nel cuore della notte e urla: “Mammmmmmaaaaa!”.

Comunque. Va a letto alla solita ora. Dopocena niente giochi movimentati. Si addormenta quasi subito visto che già la sera prima si era svegliato innumerevoli volte. Dalle 10 all’una almeno 4 o 5 risvegli. Ahia. La partenza non era delle migliori. Anna doveva svegliarsi presto per andare a fare una visita medica. “Basta lasciamolo piangere, non ha niente”, le dico alla quinta alzata dal letto. Ma lei non riesce a resistere alle sue urla disperate, così si butta giù di soprassalto, accende le luci all’improvviso, va in camera sua incazzatissima, sbattendo la porta che per poco non viene giù. Per una volta va lei a dormire da lui.

Categorie
Io lei e l'altro

All’asilo gira il virus che ti svuota

gatto con gli stivali vomita shrekAll’asilo c’è un’epidemia: cacarella a gogo e svomitazzo. Che dai bambini è passata anche ai genitori. Dev’esserci in giro un virus. Anche alcuni miei colleghi (che hanno figli piccoli in altri asili) sono stati colti dal fuggi fuggi verso il cesso.

Il gnappo per ora sta bene. Non lo dico troppo forte, anzi facciamo finta che non abbia detto niente, perché la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Quella messa peggio al momento è Anna, che ieri notte è rimasta a lavorare al computer in sala fino a mezzanotte e mezza. Io alle 11 già ronfavo stremato. C’è da dire che in casa stiamo creando il microclima giusto per i pinguini. Il riscaldamento condominiale si spegne a una certa ora e in questi giorni di gelo dopo le 10 di sera la casa si trasforma in congelatore. L’unico che sembra non patire è il nano che si scopre sempre di notte. Anzi, se lo copro, lui si toglie tutte le coperte e i piumoni di dosso in men che non si dica.

Anna viene finalmente a letto e dal freddo non riesce a prendere sonno. Poi verso l’1.30 inizia a bofonchiarmi qualcosa: “Ho freddo, non riesco a dormire”. Io, già nella fase R.e.m., mi avvicino a lei meccanicamente per scaldarla con il mio calore umano, un po’ come facevano in Laguna Blu. Nel mentre, visto che lei era girata di schiena verso di me, il mio “migliore amico” tenta una repentina erezione notturna, ma il sonno ha la meglio su di me e su di lui.

Categorie
Io lei e l'altro

Il gnappo e i suoi capricci, la fase del no

no“Tato, andiamo a ninna?”
“Na!”
“Prepariamo la pappa?”
“Na!”
“Andiamo di là a giocare?”
“Na!
“Sei un bravo bimbo?”
“Na!”
“Guardiamo la tv?”
“Na!”
E via così…

Potrei continuare all’infinito. Alla soglia dei due anni, i temibilissimi terrible two, è iniziata una nuova fase. Quella del no. Per qualsiasi cosa. Così per partito preso. Giusto per fare il bastian contrario.

Di solito il no è accompagnato dal movimento con la testa. Il gnappo non parla ancora, ma adesso dice sì e no. Il più delle volte a caso. Altre volte invece ci prende. Sul “Vuoi bene alla mamma?”, la risposta è sì. Che però non dice a voce, ma lo mima con la testa. Invece il no, che di solito si abbina a tutto il resto, lo sillaba proprio: “Na!”. Una sagoma, se non fosse che dopo la raffica di no a tutto, un po’ di nervoso ti viene.

Categorie
Io lei e l'altro

“Ogni bambino ha i suoi tempi” (biblici…)

aereo parco giochiNon solo bastian contrario. Ha anche il culo pesante quel fagotto lì. Le maestre non sanno più che pesci pigliare. Tu gli dici di fare una cosa e lui fa tutto il contrario. E’ l’unico della classe a comportarsi così. Quando vedo le foto che gli scattano all’asilo, con tutti i bimbi in gruppo che pendono dalle labbra dell’educatrice, chi è che si fa beatamente i fatti suoi, girato nelle posizioni più improbabili? Il gnappo ovviamente.

“Farà l’artista”, dice ottimisticamente mia sorella. “E’ piccolo!”, lo giustifica sempre mia mamma. “Sa tze dür!”, esclama mio suocero in dialetto. Sta di fatto che lui, il piccolo primate senza pelo, ancora “non risponde ai comandi”. Lui compensa tutto con la simpatia. Perché, come ci aveva fatto intuire nei suoi primi mesi di vita, è davvero un gran paraculo. E questo post, scritto una settimana dopo la sua nascita, lo conferma. Blog canta e gnappo non dorme (ancora).

Categorie
Io lei e l'altro

Odi et amo, dall’abbraccio al capriccio

baby herman roger rabbitQuando il gnappo mi vede uscire di casa piange. Succede più spesso la sera. Mi si attacca alle gambe e si mette tra me e la porta. Non nego che questo attaccamento mi fa piacere. Forse è affezionato anche a me, non solo alla mamma. Certo, con lei è tutta un’altra storia. Una volta che è uscita a cena con le sue amiche, il nano era disperato. E’ rimasto cinque minuti in anticamera, con un pianto inconsolabile. Scena straziante: voleva infilare le sue ditine nella porta blindata chiusa per cercare di aprirla.

Ci ho messo del bello e del buon per calmarlo e metterlo a letto. Neanche la scopa, oggetto feticcio che gli piace tanto, è servita a farlo smettere di piangere. Ce l’ho fatta solo con un libro di favole che abbiamo sfogliato sul lettone. Ovviamente la mamma è sempre la mamma.

Però quando mi vede tornare a casa, quando sente la chiave che entra nella porta, più o meno al solito orario, mi corre incontro. Si attacca alle gambe, all’altezza delle ginocchia e ride contento. Poi, un secondo dopo, si mette ad indicare il mio casco per cui va matto. Magari quel giorno non l’avevo neanche preso su, visto che ero andato al lavoro in bici, ma lui lo indica lo stesso. Perché di solito, quando rientro a casa ce l’ho ancora in testa.

Categorie
Io lei e l'altro

Togliere il pannolino, prove di spannolinamento

Ci stiamo lavorando, ma c’è ancora molto da fare. Siamo solo agli inizi. L’input è arrivato dall’asilo. Io al momento neanche ci pensavo. Il gnappo messo sul cessetto a fare i suoi bisognini. Cacca prima di tutto. Quando ho visto la foto che mi hanno mandato dall’asilo sono scoppiato a ridere. Fantastico. Lui seduto sul water da nani, come fanno i grandi. Che storia.

water asilo piccoliCosì, subito entusiasmato dall’idea, ho mandato Anna a comprare l’occorrente. Un riduttore d’asse, a misura di chiappette. Fare la cacca seduti su Topolino e Paperino. Son soddisfazioni eh.

Peccato che il collaudo non sia andato proprio nel migliore dei modi. E nel migliore dei tempi anche. Sì perché, preso dall’entusiasmo della novità, ho voluto subito ritentare l’esperimento a casa. “Se all’asilo ci sono riusciti, perché non dovrei riuscirci io…”, ho pensato. Solo che là, al nido, le maestre hanno anni di esperienza, con sederini, cacche e spinte di tutti i tipi. Per tanti bambini, più volte al giorno. Io invece sono un esordiente totale. Ho solo il gnappo ed è la prima volta che faccio l’esperimento. Che purtroppo non è andato come avrebbe dovuto.

Categorie
Io lei e l'altro

Un pomeriggio all’insegna dell’ottimizzazione

bagno papà bimbi ikeaLa parola d’ordine da un po’ di tempo a questa parte è “ottimizzazione”. Cerco di ottimizzare il più possibile. “Io e Annie”  ci siamo trovati a casa alle 4 e dovevamo andare a prendere il gnappo all’asilo. Verso sera le avevo promesso che avremmo fatto un salto all’Ikea per comprare un tappeto da mettere in soggiorno. Da qualche giorno incombeva anche un giro in qualche outlet per comprare la roba invernale del nano.

Ho il guizzo: “Facciamo così, vai tu a prenderlo al nido, io finisco due cose, poi vengo in macchina a recuperarvi. E’ presto e quindi possiamo andare anche all’outlet, poi all’Ikea e cenare là”. Ottimizzazione, ovvero guadagnare sui tempi e sugli spostamenti.  E possibilmente anche un po’ di dindi. Ecco la mia nuova way of life.

Così li raggiungo davanti all’asilo. Parcheggio la macchina davanti a un passo carrabile. Il portinaio mi cazzia subito: “Faccia il favore, me la sposti”. “Guardi che non devo scendere, rimango su”, provo a spiegargli. “Ah, scusi, pensavo dovesse andare a prendere suo figlio!”, mi dice. “No, c’è già mia moglie, non si preoccupi”. Mi cazzia sempre quel portinaio lì, per qualsiasi cosa. Anche per il passeggino sulla moquette per arrivare alla porta dell’asilo.

Categorie
Io lei e l'altro

I terrible two si avvicinano

ciuchinoE’ arrivata una nuova cazziata dall’asilo. Perché il gnappo sembra essere sempre più mulo. Le ultime sono: “Non mette a posto i giochi e non mangia da solo”. Perfetto, la tecnica del gambero è tornata in azione. Ora, a me viene anche un po’ da ridere per non piangere. Perché se già all’asilo le maestre cominciano a dire che non va bene, immagino alle elementari e alle medie. Il buongiorno si vede dal mattino.

Adesso ogni volta che vado a prenderlo all’asilo c’ho un po’ di patema. “Avrà fatto il bravo oggi?”, mi chiedo tra me e me. E incrocio le dita. Sì perché non è una bella sensazione andare a prenderlo e sentirti dire dalla maestra: “Tuo figlio non fa niente”. E mentre te lo stanno dicendo, lui fa lo gnorri e cerca di buttarsi tra le tue braccia. Annamo bene!

Così, un povero papà, esce dalla porta, in un pomeriggio qualsiasi, annichilito, con le orecchie basse e con la promessa: “Ci lavoreremo anche a casa, adesso gli faremo mettere a posto i giocattoli e lo faremo mangiare da solo”. Fosse facile. Meno male che dopo l’asilo c’è il parchetto. Per dimenticare la cazziata l’ho subito sguinzagliato e me lo sono sbaciucchiato un po’ mentre gli davo la merenda sulla solita panchina: un bicchiere di latte e una banana.

Categorie
Io lei e l'altro

Il corso di acquaticità

corso acquaticità bebè neonati bambiniFinalmente l’ho provato anch’io. E non vedevo l’ora. Ho fatto di tutto per riuscire ad accompagnare il gnappo al temibilissimo “corso di acquaticità“. Alla fine ero più stanco io di lui. La sera a cena mi sono appoggiato sullo schienale della sedia con la testa ciondolante e la palpebra che si chiudeva. E lui invece arzillo. “Almeno stanotte dormirà!”, abbiamo sperato, pensando che la mezz’ora in acqua a fare tuffi e a giocare con palle colorate e pupazzetti sarebbe servita a stancarlo per bene. Macché. Come se niente fosse. Io sono crollato a letto alle 9 e mezza. Lui le sue 4 o 5 si è sempre svegliato. Vabè.

Il corso di acquaticità dicevo. Io e il gnappo in costume adamitico (lui con lo slippino, io con l’inseparabile boxer ascellare) nella vasca dei bambini della piscina vicino a casa nostra, dove l’acqua tocca una temperatura che è a metà tra quella di un geiser islandese e di una sauna finlandese. E’ talmente calda da farti sudare in acqua per poi uscire in modalità uovo alla coque. Fuori il caldo umido dell’aria della piscina ti sembra quasi freddo. Arrivando negli spogliatoi non vedi l’ora di buttarti sotto la doccia calda.