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Un giro al pronto soccorso

SuppostoneIo sono uno abbastanza ipocondriaco. In generale. Ho anche un po’ la sindrome del medico mancato. Nel senso che mi piace fare diagnosi, leggere tutti i bugiardini dei medicinali, cercare la terapia di automedicazione migliore. Per il gnappo però cerchiamo di seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra. Anche se a volte, con un po’ troppa fiducia e una voglia irrefrenabile di rispedirlo all’asilo, rischiamo l’effetto ricaduta.

E così è andata la settimana scorsa. Febbre, sciroppo. Passano tre giorni. La febbre non passa. Antibiotico. La febbre passa. Due giorni in casa senza febbre. Si torna all’asilo. La febbre ritorna. Li mortacci sua. E più forte di prima. L’antibiotico non funziona più. La tachipirina neanche. Il pediatra dice che più di antibiotico e tachipirina nun se po’ fa. Sabato mattina, dopo due notti insonni, c’ha 39.7. Minkia. Gnappo steso piangente che manco riesce ad alzarsi. Che si fa?  Vabè, portiamolo in ospedale. Ultima spiaggia.

E così, dopo aver cercato di sciogliere il dilemma senza soluzioni, dopo l’ennesima supposta infilata tra le chiappine bollenti, andiamo al pronto soccorso del Buzzi. Sappiamo che sarebbe meglio andarci solo per cose veramente gravi, ma, non funzionando più le medicine, ormai sfiniti, non abbiamo trovato altra strada. Fuori diluviava. C’era una specie di monsone. Ma per fortuna riusciamo ad arrivare tra i primi. Ed erano le dieci, mica le sette. Subito dopo di noi, la sala d’attesa si riempie di bambini più o meno malati. Eh sì perché cosa si può fare il sabato mattina? O la spesa, o un giro al mercato, magari andare a vedere una mostra, lavare la macchina, oppure portare tuo figlio al pronto soccorso.

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Dentizione e cadute varie

gattinoSta spuntando. Anche il quinto dente. Dopo i due incisivi sotto e i due sopra adesso arriva quello accanto, in alto a destra (o a sinistra guardando dalla sua parte), per una fantastica dentatura asimmetrica. Almeno per qualche tempo. E così la notte è sempre tormentata. In attesa che l’avorio buchi la gengiva gli abbiamo messo su un po’ di Dentinale, consigliato da un mio amico farmacista invece del Vea Oris spray che ci ha dato la pediatra. Oltre al fatto che è più caro, come fai a mettergli uno spray spruzzandoglielo sul punto che gli fa male?

In questi giorni dunque il gnappo è noioso. Come un gatto in amore, dico io. Come un gatto attaccato alle balle, dice Anna. Chissà perché i poveri gattini sono presi come metafore delle rotture di coglioni. Piange, si dispera per niente, è noioso. E poi sta prendendo delle gran botte. La penultima per colpa sua. Mentre si stava alzando in piedi si è lanciato indietro con la spinta. Inevitabile l’impatto con la piastrella. Che non si è ancora rotta nell’impatto con la sua testa.

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Stitichezze, ovvero: portiamo a casa tutto

stitichezza bambinoE anche questa Pasqua 2013 ce la siamo levata… Oggi è Pasquetta, giorno della gita fuori porta. Ma noi credo staremo a casa visto sto tempo di m… Io e il gnappo siamo andati dai miei venerdì sera e Anna ci ha raggiunti in treno il giorno di Pasqua. Così se lo sono spupazzati per bene, gli hanno tirato fuori molti dei miei giochi che avevo da piccolo e altri nuovi gli sono arrivati da zii e amici vari. Adesso pure a Pasqua si fanno i regali? Pensavo bastasse Natale. Vabè, il gnappo apprezza sempre quando si tratta di giochi e noi idem quando si tratta di suoi vestiti.

In questa Pasqua c’è una cosa che merita di essere raccontata. E’ una storia un po’ di m…, come il tempo. Strano! C’è un detto che dice che la mela non cade mai lontano dall’albero. Talis pater e via dicendo. E secondo me un po’ ci prende. Innanzittuto quando i tuoi ti dicono che tuo figlio fa lo skizzinoso nel mangiare come lo facevi tu alla sua età. E quindi capisci cosa hai fatto passare tu ai tuoi quand’eri piccolo. Insomma, tutto ti torna indietro più o meno. Ma il gnappo non è solo schizzinoso nel mangiare. Lo è anche nel cagare.

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Bambini grandi, primi passi e l’indice panoramico

indiceIeri ci è venuta  a trovare una mia amica che ha un figlio di 5 anni. Lo avevo visto appena nato e non credevo che i bambini potessero diventare così grandi. Cioè, ancora non sto realizzando che il gnappo sta crescendo e che in men che non si dica me troverò a chiedermi le chiavi della macchina per uscire coi suoi amici. Incredibile.

Ma il bello è stato vederli insieme. Il figlio della mia amica, vivace, che correva per casa un po’ provando i giocattoli del gnappo e un po’ guardando i cartoni che gli avevo messo in tv. E il nano, estasiato da quel compagno di giochi più grande di lui, che lo seguiva a gattoni manco fosse la sua ombra. A un certo punto i due marmocchi si sono pure allontanati da soli in corridoio, sfuggendo alla nostra vista. Fantastico come socializzano i bambini, anche se hanno età diverse.

Detto questo il nostro gambero sta provando a camminare. Ora qualche passettino lo mette insieme prima di lanciarsi in avanti o cadere di sedere. E gli piace proprio. Quando ci mettiamo a farlo camminare sul tappeto ride un casino, come se fosse un bel gioco.

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Ma le famose cene con gli amici?

StargateI due trasfertisti sono tornati all’ovile. Il gnappo è cresciuto. Dai nonni ha mangiato, si è divertito, si è allenato per camminare e ha fatto divertire tutti. Di notte non ha fatto dormire nessuno. Soliti risvegli, ormai ci siamo abituati, anche se io, in sei giorni, mi sono facilmente disabituato e adesso tornare a vagare per la casa in piena notte stile zombie sarà dura.

Nel frattempo, visto che abbiamo un numero imprecisato di cene con amici in arretrato ho organizzato una full immersion di visite. Stasera due miei amici da noi per una pizza, sabato noi tre da altri due amici per cena, domenica una mia amica con figlio 5enne da noi. Sono talmente tante le cene da recuperare che questa full immersion nel week end era necessaria.

Dico era, perché il gnappo ha la febbre. Trentotto e otto (38.8). E io cosa devo fare se non tirare craniate contro il muro? Praticare esercizi yoga visti alla tv? Raparmi a zero e trasformarmi in monaco tibetano con tanto di fetta d’arancia in testa, tipo quelli di una vecchia pubblicità delle Halls Mentoliptus? Mettermi a fare le parole crociate? Andare ad acquagym per dimenticare?

L’ultima febbre era arrivata dopo che io e Anna eravamo andati a Firenze, quando era stato un paio di giorni dai nonni. La storia si ripete in quest’ordine: nonni-ritornoacasa-febbre. Quando si fa un mese d’asilo ininterrotto, con neve, freddo, bufera, niente. Sano come un pesce. I suoi compagni d’asilo saranno peggio degli untori di manzoniana memoria, ma i suoi anticorpi se ne fanno un baffo. Gli fanno un mazzo tanto.

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La sega elettrica e il trenino in arrivo

sega elettricaUno dei momenti più belli della giornata è quando metto a letto il gnappo. Soprattutto quando per addormentarlo non servono stratagemmi vari, attese interminabili, danze della pioggia, cullate infinite, canzoncine improbabili. A volte, dopo avergli messo il pigiama e averlo fatto strillare un po’ con la fisiologica sparata nel naso e l’aspira muco d’ordinanza per poi tranquillizzarlo col ciuccio, basta appoggiarlo nel suo lettino e abbandonarlo nelle braccia di Morfeo.

Ma l’altro giorno, dopo averlo messo a letto, dalla sua camera sono arrivati rumori strani. Sembrava ci fosse un treno in arrivo, preceduto da una sega elettrica. Il fischio era talmente bello che non ho potuto fare a meno di registrarlo a futura memoria.

Ecco il ronfatore da competizione in azione. Russa più di un orso in letargo.

ronfata con fischio ok

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Dal gambero al Moonwalker

moonwalkNCS. Non ci siamo. Il gambero si è trasformato in Moonwalker. Da un paio di giorni, dopo la settimana post febbre in cui l’antibiotico ha funzionato come sonnifero, le nottate sono tornate. Toste, tostissime. Non so perché. Forse perché il gnappo adesso lo lasciamo al nido più ore, dalla mattina fino alle 4. Forse perché l’ho cazziato una sera e l’ho mandato a letto piangendo dopo che mi aveva tirato l’ennesima manata sulla faccia. Forse perché sarà un’altra “fase”.

Se prima si svegliava e si riaddormentava quasi subito, magari perché perdeva il ciuccio o perché non riusciva a girarsi nel letto, adesso piange con il ciuccio in bocca. E non è un buon segno perché per calmarlo ci vuole del bello e del buono. Ieri, presi dalla disperazione, ho fatto scattare la “pratica brandina“. Non che avesse mai funzionato come pensavamo, ma tentar non nuoce e almeno mi sono risparmiato i chilometri a furia di fare avanti e indietro dalla nostra alla sua camera.

Adesso quando piange è sconsolato. Si calma dopo un po’ di carezze e shhh vari. Ma appena smetti, pensando che lui si sia riaddormentato, ricomincia disperato. E alle 4  e mezza di notte, dopo il secondo risveglio, non sei proprio lucidissimo per calmarlo come si deve. Ieri poi ci si è messa pure la tosse, che dalle 4.38 alle 6 non gli ha dato pace. Povero. Era stravolto anche lui. Dormiva e tossiva. Tossiva e dormiva.

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“E voi chi siete?”, ovvero “lo sguardo inquisitore del gnappo”

sguardo gnappoSabato, dopo che il gnappo si è finalmente sanato, siamo andati a festeggiare il compleanno di Anna. L’obiettivo era scegliere un ristorante giusto, possibilmente vicino a casa in modo da non dover spostare la macchina (e non dover sclerare per trovare parcheggio sia all’andata che al ritorno). Per questo ogni volta, la scelta del ristorante deve essere fatta accuratamente. Sono infatti talmente poche le volte che usciamo a cena che trovarsi nel posto sbagliato sarebbe un disastro. Una volta individuati un paio di locali mi sono così affidato alle varie recensioni su TripAdvisor e dopo una meticolosa lettura di tutti i pareri ho scelto.

La scelta del ristorante è sempre stata appaltata a me. Di solito ci azzecco, ma la sòla è sempre dietro l’angolo. Le recensioni mi fanno morire. Perché anche se l’80% dei pareri è favorevole ci dev’essere sempre il rompiminkia a cui non va bene niente. Per carità, può succedere di capitare nella serata sbagliata, ma a volte leggi stroncature tipo: “Un locale dozzinale, con le pareti gialle…”, “La sedia era scomoda…”, “Il vicino di tavolo aveva la barba lunga…” e via così. L’unica soluzione, oltre a capire i tipi di critica e di elogio, è vedere la percentuale di persone che consigliano il locale. Così, dopo aver passato in rassegna i vari commenti, sempre utili, abbiamo prenotato in quello con l’82% di consigli contro l’altro che totalizzava uno scarso 53%.

Così, grazie a TripAdvisor e un po’ di fortuna, abbiamo passato una bella serata. Antipasto con capesante, cozze e vongole gratinate, un fritto misto io e una grigliata mista di pesce lei. Vino bianco sfuso (io l’avevo chiesto fermo a dir la verità e loro me l’hanno portato frizzante, mmm… potrei stroncarli su TripAdv!) e acqua. Pane, focaccine e olive già sul tavolo. Apprezzatissimo è stato il seggiolone che, grazie alla mia prenotazione (“siamo in due con un bambino di 13 mesi, arriviamo per le 8”) e alla cortesia dei proprietari, ci avevano già messo al tavolo.

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Tutti i giocattoli della prima infanzia

Ho fatto un po’ di foto ai giochi del gnappo. Il tempo qua passa sempre più in fretta e voglio ricordarmi dei suoi primi giocattoli, quelli che gli abbiamo dato quando era appena nato, quelli che lui preferisce, e quelli con cui gioca ancora. Ognuno ha una piccola storia.

Cominciamo da Gertrude. E’ stato il regalo del mio ex coinquilino che si sposerà quest’estate in Puglia. Ci è venuto a trovare con la sua fidanzata quando il gnappo aveva pochi giorni. Il suo primo regalo. Gertrude è il nome che le ha dato la nonna di Anna. Non so perché. Io ancora devo capire se è maschio o femmina (la bambola, non la nonna). Sta di fatto che il gnappo c’ha giocato un casino. Per un po’ è stato il suo pupazzo preferito.Gertrude

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La nostra pediatra ha la gioia interiore

Stetoscopio pediatraLa nostra pediatra è una donna che ha la gioia interiore. Una di quelle sempre contenta, ma totalmente disorganizzata. E’ brava, perché ha molta esperienza. Peccato che non ci sia mai. E’ più facile parlare col Papa che con lei. Ha solo un’ora al mattino a giorni alterni in cui risponde al telefono ai poveri genitori con un figlio malato. Poi si tuffa nelle visite. Da poco ha cambiato studio per andare in uno più grande. E per non farsi mancare nulla ha assunto una segretaria. Peccato che sia totalmente imbranata. Brava donna, per carità, ma imbranata. Chissà, forse l’ha scelta a sua immagine.

Quando il gnappo aveva la febbre abbiamo cercato di parlare e di prendere un appuntamento. Ma lei non c’era. “E’ fuori a un convegno”, ci ha detto la segretaria, torna domani. Il giorno dopo, dopo una notte di inferno col gnappo febbricitante che alle 5 di mattina, nel lettone, addirittura se l’era fatta completamente addosso e io a mò di zombie l’ho dovuto cambiare risvegliato da un certo odorino (ovviamente Anna non si è accorta di nulla) ci siamo svegliati dopo le 9. E dopo le 9 c’è lo “stop alle telefonate”, manco fosse un televoto. La segretaria dixit: “Le mandi un messaggino, poi lei lo vede e vi richiamerà”. Certo, ancora aspetto la chiamata.

Per disperazione siamo andati al pronto soccorso. Per scoprire dopo che quando la pediatra non c’è, deve comunque avere una sostituta. Ma questo la segretaria mica ce l’ha detto. ce l’hanno detto i poveri medici del PS, giustamente inviperiti. ma quel giorno dov’era la nostra pediatra? Esattamente all’ospedale dove avevamo portato il gnappo. Il convegno era lì.

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Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità

passo sulla lunaIeri è stata una serata abbastanza memorabile. E non per il risultato delle elezioni che tenevo sott’occhio in tv mentre giocavo con il gnappo sul tappeto. La vera notizia, almeno per noi, è che il gnappo ha mosso il suo primo passo. Ormai sta in piedi, cercando di rimanere in equilibrio il più possibile. Si vede dai suoi occhi che è felice, quasi stupefatto. Ci guarda soddisfatto in cerca di approvazione. All’inizio rimaneva dritto solo pochi secondi. Poi, nel corso delle settimane, sempre per più tempo. E’ bello perché per trovare il suo equilibrio mette le mani in alto. Poi, quando l’equilibrismo arriva al termine, si butta in avanti oppure cade di botto sul pannolone.

Ieri invece è successo qualcosa che aspettavamo da un po’ di tempo. Mentre ero seduto davanti a lui con le mani in avanti per incoraggiarlo a venire verso di me ha mosso il primo passo. E poi un altro, prima di cadermi addosso. Ma quel piccolo passo per noi è stato un po’ come quello di Neil Armstrong sulla Luna. E infatti siamo esplosi dalla gioia. Poi ci abbiamo riprovato, mettendolo ancora in piedi, ma, nonostante i tentativi, non è riuscito a ripetere l’expoit. Solo un piccolo passetto, forse perché era emozionato dopo la prima performance di ben due passi.

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L’antibiotico che funziona da sonnifero

amoxicillinaDopo una settimana di notti insonni con il gnappo febbricitante siamo usciti dal tunnel grazie all’Amoxicillina, l’antibiotico che gli ha prescritto il medico dell’ospedale. Perché andare all’ospedale per una semplice febbre? Perché la nostra pediatra è latitante. L’abbiamo chiamata giovedì e la segretaria ci ha detto che era a un convengo. E non ci ha neanche dirottato sulla sostituta. Quindi, per evitare di aspettare un altro giorno con la febbre a 38.7, presi un po’ dallo sfinimento, lo abbiamo portato al pronto soccorso.

Si è scoperto che aveva catarro ovunque, anche nelle orecchie. E abbiamo ricominciato il giro di aerosol più antibiotico (per 10 giorni 3 volte al giorno). Con un effetto collaterale imprevisto che però ci sta piacendo un casino: il nano si sta facendo 12 ore di sonno notturno senza risvegli più un pisolino al pomeriggio di 3 ore. Il che, anche per noi, dopo notti da incubo con colpi di tosse ogni quarto d’ora e un cambio di pannolino alle 5 del mattino per colpa dello squaràus, è un vero e proprio toccasana.

Adesso lo teniamo un po’ a casa prima di rimandarlo all’asilo. Sulla questione io e Anna ci abbiamo pure litigato. Io lo volevo mandare già oggi dopo due giorni senza febbre, lei invece lo vuole tenere a casa fino a mercoledì. Dopo lo scazzo per fortuna è tornato il sereno.