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Pensieri di un papà

Nove anni di gnappo

E anche quest’anno abbiamo mantenuto le tradizioni nel giorno del tuo compleanno: lo psicodramma prima del soffio delle candeline e del taglio della torta.

Mi sarei preoccupato se non ci fosse stata.

Più o meno ogni anno, fin da quando eri molto piccolo, le sclerate prima del taglio della torta sono state frequenti.

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Pensieri di un papà

Sei anni di The Second

Eh già. Sono sei vecchio mio.

Sei anni da quella lunga e difficile notte che non dimenticherò mai.

Più o meno a quest’ora, nel cuore della notte, il patimento di tua mamma era già bello grande.

E poi, dopo un infinito travaglio indotto, l’hanno sbudellata e sei uscito tu.

Io sono stato il primo (dopo le ostetriche ovviamente) a prenderti in braccio.

E fin da lì ho capito che saresti stato un tipetto tosto.

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Babbo Natale esiste?

Io lo sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la fatidica domanda: Babbo Natale esiste?

Ce lo ha chiesto il gnappo l’altra sera, buttando lì la domanda della vita come se avesse chiesta un: “cosa si mangia oggi?”.

In realtà questa domanda, a cui ancora oggi non so dare risposta a un bambino di 9 anni, è la domanda che potrebbe segnare il passaggio dalla fanciullezza alla pre-adolescenza (oggi sempre più anticipata).

Babbo Natale esiste? non è una domanda che nasce spontanea.

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The Second va a scuola

Sì, anche a me non sembra vero.

Anche The Second va a scuola e oggi è stato il suo primo giorno.

Rileggendo il primo giorno di scuola del gnappo sembra passata un’era geologica.

Invece era solo due anni fa.

The Second oggi ha varcato quella soglia che lo porterà giorno dopo giorno nell’adolescenza e poi nell’età adulta.

Da non credere.

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10 anni di matrimonio

Sono dieci. Dieci anni di matrimonio. Il nostro decimo anniversario.

Uno, duetrequattrocinqueseisette, otto, nove e dieci.

I nostri festeggiamenti diventano sempre più strani. Di solito siamo lontani uno dall’altro, ma quest’anno no.

Quest’anno siamo solo io e te con i gnappi dai nonni e ci regaliamo un bel tampone nasofaringeo perché l’altro ieri abbiamo saputo che a Ferragosto abbiamo pranzato vicino a uno che era positivo al Covid.

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Cucù

Apparire dopo quasi 5 mesi senza più essere apparso qui mi fa un po’ strano. Soprattutto dopo che siamo stati reclusi in casa per ben due mesi per il lockdown.

Siamo tutti vivi, stiamo tutti bene, siamo sempre alle prese con le solite sclerate quasi come se il Coronavirus fosse un lontano ricorso.

In realtà la reclusione forzata di due mesi in una casa di 80 mq con due miro balconcini non è stata facile.

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Diario del Coronavirus: la spesona al supermercato

Oggi sono andato al lavoro.

Oh, il dcpmd7lgbtqzbt dell’11 marzo non lo vieta.

Diciamo che è stata un’evasione anche se non sono rimasto fino a sera inoltrata come facevo nei tempi nell’1 a.C. (cioè nel mese prima del Coronavirus).

Prima tutte le sere tornavo più o meno a casa alle 8. (Quando andava bene).

Oggi ho cercato di uscire presto perché la priorità era la spesa.

Anna si era fatta venire l’ideona ieri sera.

Faccio una spesa online, arriva quando arriva, ma intanto ce la programmiamo.

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“E anche questo Natale…se lo semo levato dalle palle”

Quest’anno ho deciso di raggruppare tutto.

Troppi post dal titolo “E anche questo Natale…”. Il primo nel 2011, prima che il gnappo nascesse.

E ogni anno, tranne nel 2013, dopo Natale, ecco il post immancabile: “E anche questo Natale, se lo semo levato dalle palle“.

Mi piace rispettare le tradizioni, un po’ come sapere che ogni vigilia di Natale su Italia 1 danno Una poltrona per due, anche se poi non riesco a guardarla.

Che poi ho scoperto che a Natale molti trovano questo blog proprio cercando la famosa frase dell’ingenger Covelli nel film “Vacanze di Natale”.

Insieme ad altre, non tutte edificanti, a dir la verità…

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Essere papà nel 2020

Cosa vuol dire essere papà nel 2020? Piacerebbe saperlo anche a me che lo sono dal 2012 e che in quasi 8 anni ancora non l’ho ben capito.

Una cosa però è certa.

Ci sono degli stereotipi duri a morire che portano l’argomento “papà” ad essere a volte sui giornali, a volte nei sondaggi, a volte nelle conversazioni di sociologi e psicologi che si interrogano sul senso della paternità, del tramonto del padre, del complesso di Telemaco & co.

Stereòtipi.

Ancora ci chiediamo del ruolo del papà in famiglia?

Ancora lo chiamiamo mammo?

Cerchiamo ancora di far passare questa figura mitologica – spesso evaporata – come un “problema” all’interno delle famiglie di oggi?

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Da qualche parte bisogna cominciare

Erano mesi, forse anni che volevo cambiare un po’ l’aspetto di questo blog. Ma poi rimanda oggi, rimanda domani, ‘sta cosa non si è mai fatta.

Io sono tendenzialmente avverso a ogni cambiamento. Devo elaborare il cambiamento. Per me non è facile cambiare.

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Ho rischiato di perdere tutto

Non voglio tenere nessuno in sospeso. Anche perché così il titolo sembra un po’ clickbaiting. Ma davvero ho rischiato di perdere tutto (il blog intendo).

Il mio blog è stato hackerato.

Stamattina mi arriva dall’hosting un messaggio minaccioso che è stato reso inaccessibile.

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L’essenziale è invisibile agli occhi

Il piccolo principe non è un libro di merda.

Quello che manca oggi è la poesia.

Illuminare il silenzio, parole gentili, gesti amorevoli, sguardi innamorati.

Non tutto è marketing. Non tutto è soldi. Non tutto è materia.

Le cose importanti della vita non sono cose.

Servono sogni, speranza, serve l’amore.

Reagire alle parole ostili, ai pensieri cattivi, al faccio questo solo se mi serve.