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Noi quattro

“Ce li siamo goduti poco”

gnappo the second“Ce li siamo goduti poco”. Questo il commento dopo che io e Anna abbiamo spulciato sul pc le vecchie foto del gnappo da piccolo, più o meno all’età che ha The Second adesso. Secondo lei si assomigliano tantissimo, secondo me no. Ma su una cosa siamo d’accordo. Tra l’anno e l’anno e mezzo, prima dei terrible two, il gnappo era più bravo di The Second. E per “bravo” intendo che piangeva molto di meno durante il giorno ed era molto più sorridente.

Forse, a tre anni di distanza, i ricordi sono sbiaditi. Dovrei andarmi a rileggere tutti i vecchi post dell’epoca per fare un paragone il più oggettivo possibile. E forse scoprirei che, in realtà, non era così diversa la storia. Ma vedendo come in così poco tempo il gnappo sia cresciuto e sia diventato “un altro” rispetto a quel barattolo simpatico che muoveva i primi passi dietro al suo pinguino il pensiero che ci è venuto non è esagerato. E’ vero, ce lo siamo goduto poco.

Anche sul perché ce lo siamo goduto poco siamo d’accordo. Eravamo stanchi. Stravolti. Svegliandoci continuamente di notte, di giorno non eravamo proprio lucidissimi. E la solfa è andata avanti per almeno due anni e mezzo. Come dire… La stanchezza atavica di giorno ti fa vivere molto meno lucidamente le cose che hai sotto gli occhi. E il rammarico è vedere come la bellezza che c’è in quelle vecchie foto, sia stata meno apprezzata di quanto avrebbe dovuto a causa della fatica.

Uso i verbi al passato, ma potrei cambiarli tutti al presente. Perché con The Second è uguale. Se non peggio. Perché loro sono due. E ognuno ha giustamente le proprie esigenze. Ma noi arranchiamo giorno dopo giorno, per arrivare a sera stravolti, pronti a rialzarci come zombie il giorno successivo, dopo un’altra notte semi-insonne. Non sempre, per fortuna. Ma sempre troppo spesso comunque.

The Second ce lo stiamo godendo ancora meno del fratellone probabilmente. Ma, almeno per adesso, con ancora meno sensi di colpa. In un video abbiamo visto i primi passi del gnappo con il suo pinguino. Quando andava a sbattere contro il muro c’era qualcuno pronto a rimettergli il carrellino nella giusta direzione per fargli fare altri passi. A The Second nessuno gli ha mai girato il carrellino. Ci pensa da solo a girarselo. E questo va anche bene da un certo punto di vista. Ma ti fa capire come tra il primo e il secondo ci siano davvero due pesi e due misure.

Dalle foto (ne facevamo molte di più col gnappo, molte meno adesso che sono due) io intuisco anche che prima eravamo più sorridenti. Ora mi sembra di sorridere meno. Di godermela ancora di meno. Perché se è vero che l’amore si moltiplica quando i figli sono due, gli sbattimenti anche, e gli sbattimenti rischiano di offuscare l’amore.

Se questo è vero, è vero anche che comunque, in qualche modo, ce la si fa. Non so come, ma dev’esserci una strana forza d’inerzia che ti fa andare avanti, senza farti troppe domande, facendoti smaltire poco per volta una lista delle cose da fare che sembra non finire mai.

E se prima le cene con Anna erano come ad un cda, adesso tutta la giornata è un continuo fare cose, come api impazzite. Su WhatsApp e via messaggio abbiamo azzerato i “pucci pucci” e i “bacio” finali. I messaggi sono sempre elenchi di cose da fare, cose da comprare, liste della spesa, moduli da compilare, orari da incastrare. Finiti i tempi del romanticismo via cellulare. Del bacio della buonanotte via sms. C’est la vie.

Questo non è un lamento. Perché va bene così. Anzi. Ci va di lusso per certi versi, rispetto ad altre situazioni che ci sono. Quindi anche se non è tutto rose e fiori, neanche va male. Forse non bisogna farsi domande. Bisogna fare cose, non chiedersi perché, tirare dritto e sperare di non perdersi. Perché è un attimo, così come in un attimo quei due lì diventeranno grandi. Probabilmente è questo l’importante. E il fatto di esserseli goduti poco sarà solo un rimpianto egoistico.

Adesso dobbiamo pensare a loro due. A come considerarli nel giusto modo. Dosando bene le forze e soprattutto le attenzioni. Sperare che il gnappo maturi un po’, visto che per certe cose siamo indietro anni luce rispetto ai suoi coetanei (linguaggio, gestione delle emozioni & co.) e considerare anche The Second, che per ora sta fin troppo bene (mena già come un fabbro) e ha già capito come funziona la vita. Chi rompe di più ottiene di più. Non c’è storia (in questa città…).

Di Fede

Blog di un papà imperfetto