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Pensieri di un papà

Aiuto, i miei figli sono dipendenti da YouTube

A parte il titolo un po’ clickbait, il problema sussiste.

I gnappi sono dipendenti da YouTube e passano ore davanti allo schermo imbambolati a guardare i video dei loro gamer preferiti.

Io ancora non ho capito bene quale divertimento ci sia nel passare il tempo a vedere gente che gioca ai videogiochi e poi mette il video su YouTube, ma forse sono io di un’altra generazione e quindi vecchio.

Negli anni 80 e 90, io mi divertivo a giocarci con i videogiochi, con la mitica Amiga 500 o con il Nintendo. E quando vedevo qualche amico giocare o a casa o in sala giochi non vedevo l’ora di provare io a giocare.

Comunque.

I gnappi da un po’ di tempo hanno scoperto (non so come, forse per passaparola a scuola) i gamer di YouTube.

Visto che cerco di essere un papà più o meno consapevole, ho sbirciato anch’io qualche video e devo dire che in molti casi ci troviamo davanti a dei veri e propri professionisti.

Ragazzi che avranno sì e no 20 anni, ma che coi giochi e coi video ci sanno fare. Sarà per questo che i top gamers hanno visualizzazioni da far impallidire una prima serata del festival di Sanremo.

Ogni volta che guardo quante visualizzazioni fanno gente come Gabby16bit, Lyon, St3pNy o supergashbell capisco come la televisione sia morta e YouTube sia il presente e il futuro del consumo di video.

Comunque.

Il problema c’è, non lo nego. Perché i gnappi sembrano dipendenti da YouTube e dal consumo passivo di questi che giocano a videogiochi per me ancora da capire, tipo Minecraft, Among Us, LSPDFR e Stick War Legacy.

Certo, c’è da dire che io da piccolo ho passato ore e ore, forse giorni e mesi della mia preadolescenza a giocare a Monkey Island (uno, due e tre) e che comunque quei floppy disk li ho consumati nell’Amiga.

Però almeno io giocavo e avevo una grande soddisfazione personale quando, in qualunque gioco, riuscivo a passare un livello o a battere il “mostro” finale. Così come quando scoprivo il trucchetto per avere “vite infinite”.

Qui la questione è diversa (o forse no…).

I gnappi se lasciati da soli guardano ore ininterrotte di video di gente che gioca e parla davanti a una telecamera, alcuni in modo intelligente, altri meno.

Dipendenza da YouTube nei bambini? Fatemi capire

La dipendenza da YouTube la percepisci quando nel weekend vanno subito ad accendere il computer, atterrano su YouTube e partono a vedere i video.

Poi fanno storie se li chiami anche solo per venire a pranzare e poi, dopo aver mangiato al volo, tornano in camera loro e riaccendono il pc per continuare da dove avevano lasciato (e se non è il PC è il tablet o lo smartphone, cambia il supporto, ma YouTube lì rimane).

Non so, sinceramente non so cosa fare e non so se qualcuno ci è passato prima di me e come si risolve sta cosa. Perché, davvero, sta diventando un problema.

Ho un seienne e un novenne ipnotizzati dai video su YouTube che fa di tutto ovviamente per tenere automi di tutte le età nella propria piattaforma per vendere pubblicità e aumentare il tempo di visualizzazione dei video pubblicati.

Capite che è una battaglia impari?

Un papà che lotta contro Google? Ma di che stiamo parlando… Mi incateno a Mountain View?

E tu hai voglia a ragionare, ma qua l’unica, drastica soluzione, è, quando mi girano i cinque minuti, spegnere tutto, staccare il cavo di alimentazione e nasconderlo.

Aspetto le Montessori che mi spieghino che non è una buona soluzione e che ai bambini bisognerebbe spiegarglielo, dargli delle alternative, il rinforzo positivo e blablabla.

Ma lottateci voi contro YouTube.

Come direbbe la mamma di Artemio:

YouTube l’è una brutta bestia, l’è tentacolare!

Mamma di Artemio

Di Fede

Blog di un papà imperfetto